Dopo il nubifragio. Il clima cambia, Comune, Regione e Governo no

Damage in FLORENCE caused by bad weather the day after hailstromIl clima cambia. Se ne è accorto chi venerdì 19 settembre era a Firenze, turisti e residenti. Un nubifragio dalle proporzioni mai viste ha travolto il centro storico. Tegole e vetri, scagliati su strade e marciapiedi; alberi secolari, sradicati o spezzati. Ingenti i danni ai giardini monumentali. Dopo un’estate atipicamente piovosa e fredda, il nubifragio: un evento di cui la città di Firenze non aveva memoria. Gli esperti lo dicono da decenni, e i segni del cambiamento climatico si cominciano a vedere.

Ma cosa è stato fatto per invertire la rotta? A Firenze, la privatizzazione del servizio di trasporto pubblico, effettuata durante il mandato di Renzi, incrementa il traffico privato su gomma, e non va certo nella direzione giusta. A livello regionale, sostenere le grandi opere a partire dall’inutile tunnel Tav ed espandere il traffico aereo, come accade a Peretola, neanche. Gli inceneritori, neppure.

La politica governativa non è poi più lungimirante: la bozza del ministro Lupi per la nuova legge urbanistica consente un’ulteriore cementificazione e nuovo consumo di terre fertili. Il renziano decreto Sblocca Italia spinge alla costruzione di nuove autostrade o di linee ferroviarie ad alta velocità, grandi dissipatrici di energia.

A qualcosa servirà la Giornata mondiale di mobilitazione contro i cambiamenti climatici che il 21 settembre ha visto mobilitazioni in centinaia di piazze di tutto il mondo nella più grande manifestazione globale per il clima mai organizzata, la People’s Climate March? Perché ormai è chiaro: una politica per la mobilità lenta, diffusa e moderna, per la limitazione effettiva di nuovo consumo di suolo, per la cura del territorio attraverso la manutenzione capillare, per ridurre la produzione di rifiuti e incrementare il riuso, costituirebbe un primo passo verso l’ipotesi Gaia.

p.s. mentre la rivista andava in macchina, al Climate summit dell’ONU Renzi ha promesso milioni di posti di lavoro: anche qui nessun cambiamento, benché tinti di green.