Gli OGM fanno male, a far bene sono gli OCM (Osservatori dei cittadini sui governi locali)​

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ocmDi audit sui conti pubblici da parte dei cittadini se ne parla da anni. In Italia, con l’esplosione del dibattito sul debito pubblico nel 2011, diversi gruppi hanno provato a lanciare un’azione congiunta di verifica e controllo per smontare tutta quella retorica tesa a drammatizzare il problema del debito, che serviva a giustificare l’adozione di misure di austerità e la completa attuazione del progetto di privatizzazione del patrimonio e dei servizi pubblici.

Un’applicazione interessante dell’audit sui conti pubblici è stata quella a livello locale. In alcune città reti di cittadini hanno provato a dotarsi di strumenti di controllo sui conti delle amministrazioni locali, come forma di auto-educazione che aiutasse la comprensione delle politiche attuate e per strutturare delle proposte alternative. Alcuni hanno studiato i bilanci delle società partecipate dai Comuni, soprattutto di gestione del servizio idrico, dove i comitati post referendari hanno richiesto percorsi di ripubblicizzazione della gestione dimostrando con i numeri la sostenibilità di tali proposte.

Di recente, il Forum toscano dei movimenti per l’acqua ha esaminato il bilancio preventivo fornito da Publiacqua all’Autorità Idrica ed evidenziato così la presenza di costi strutturali in realtà non utili all’erogazione del servizio, ingiustificati per la loro quantità e con l’effetto tra l’altro di rendere più oneroso uno scenario futuro di riappropriazione pubblica della gestione (eh sì, non rinunceremo mai a chiederlo, insieme ai milioni che hanno votato al referendum).

Tuttavia, l’audit non si è diffuso in Italia a macchia d’olio e anche laddove è stato praticato non ha generato l’auspicabile passo successivo, ossia l’avvio di un percorso di partecipazione cittadina reale. Le stesse istituzioni non hanno certo aiutato, visto che il massimo dello sforzo è stata la legge che nel 2013 ha imposto criteri precisi di pubblicità e trasparenza degli atti e dei dati di qualsiasi amministrazione pubblica; tale legge, oltre che essere stata applicata male in molti casi, non ha niente a che vedere con la spinta propulsiva a creare un coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni sull’impiego delle risorse pubbliche. E semmai ha contribuito alla vulgata dei dipendenti pubblici fannulloni e tutti un po’ corruttibili.

Ma in altri paesi europei qualcosa si muove. Incuriosito da un comunicato della rete ICAN (International Citizen Network) riguardo un progetto di audit che sta prendendo piede in Spagna, sono venuto a conoscenza di uno strumento chiamato Osservatorio Comunale dei Cittadini (OCM è l’acronimo spagnolo). Scopro così che, dopo due anni di lavoro, la Piattaforma spagnola Cittadina per l’Audit del Debito (PACD) ha creato e messo a disposizione questo nuovo strumento che ha un’applicazione a livello comunale per i cittadini. Se l’acronimo OCM suona un po’ sinistro per l’assonanza, la sua finalità sembra invece incidere sull’endemica opacità dei conti pubblici e favorire la partecipazione al livello più vicino di governo, i Comuni, per renderli accessibili e partecipati dal basso. E’ stata lanciata una proposta di utilizzo con cinque osservatori già in atto, che mirano a creare una reale partecipazione per più di mezzo milione di persone mettendo insieme i cittadini di Burgos, Terrassa, Girona, Castelldefels e Moia. E non saranno gli unici: ci sono in diversi Comuni gruppi di apprendimento e di preparazione di propri siti web all’interno dei quali dovrebbe operare questo strumento.

Con gli OCM si rende più facile una parte del processo di audit civico, quello della consultazione, per migliorare il controllo di base, mostrando ai cittadini ciò che è più importante sapere delle decisioni di spesa nella propria città, in base al principio che proprio i cittadini informati sanno meglio dei loro amministratori ciò che è necessario. D’altra parte sono poche le amministrazioni che offrono strumenti di partecipazione reali in linea con le esigenze dei cittadini e quindi sono questi ultimi che devono conquistarseli. E’ opinione generale ormai che in tutta Europa i comuni siano generalmente opachi nella gestione dei bilanci pubblici e nelle decisioni di spesa; non c’è bisogno di guardare le statistiche internazionali che lo confermano. Un’attivista spagnola che spiega lo strumento degli OCM dice: ‘perché il mio Comune deve fornirmi meno informazioni rispetto a quelle che si possono trovare in un semplice scontrino? E’ dovere dei cittadini garantire che i conti comunali siano resi pubblici, e, per questo, la pressione dell’opinione pubblica può essere efficace per accedere alle informazioni ed esercitare una forma di controllo.’ La Piattaforma spagnola Cittadina per l’Audit del Debito invita a creare o promuovere il proprio OCM in ogni comune, per realizzare uno spazio organizzato e autogestito aperto che possa poi far rete con gli altri, con l’obiettivo di raggiungere un maggiore controllo dei conti comunali. Fino a quel giorno, dicono, l’informazione arriverà solo da istituzioni per la maggior parte inefficaci, come corti dei conti o difensori civici.

Lo strumento ha anche la possibilità di essere riprodotto in diverse lingue, in modo che qualsiasi città del mondo possa farne uso. E’ stato infatti sviluppato un progetto open source, nello spirito della cultura della trasparenza e del valore della condivisione delle informazioni. Ma in cosa consiste in sostanza l’OCM? Una spiegazione si può trovare nel sito web (in spagnolo e catalano, l’indirizzo è http://ocmunicipal.net). Tre sono gli elementi costitutivi: un gruppo di persone dello stesso Comune; una applicazione informatica online che facilita il tramite con il Comune o organi di controllo per la consultazione di dati e informazioni; una rete cittadina che, utilizzando queste informazioni, avvia processi di auditoria collettiva. A ben vedere, è un progetto di audit ben poco rivoluzionario, perché presuppone comunque un gruppo di persone preparate che sappiano convogliare e decifrare le informazioni e una amministrazione che alla pressione dei cittadini per una richiesta non si barrichi ma collabori. Certo, quello che risalta è che alla base c’è il protagonismo attivo dei cittadini, unico modo di combattere la corruzione, influenzare i bilanci dei governi locali e fare sì che la partecipazione vada oltre il periodico voto. Quale luogo migliore del livello locale per esercitare la cittadinanza attiva e poi, magari, mirare più in alto? A dimostrazione che la possibilità di cambiamento scaturisce dal livello più prossimo. Gli spagnoli dicono: la trasparenza comincia in strada: attivala! Niente di nuovo insomma, ma in Spagna lo fanno!

Di seguito vi proponiamo un video di tre minuti che introduce agli OCM (con sottotitoli in inglese, francese, italiano, greco, portoghese e tedesco)

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Roberto Spini

Roberto Spini, del Forum toscano dei movimenti per l'acqua, è un attivista di Attac Italia e di perUnaltracittà

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