Magazzini Unicoop Firenze e la piccola rivoluzione sindacale

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coopvaloriOggi l’intera RSU del Centro Distribuzione di Unicoop di Firenze è composta da membri del sindacato di base USB. Una vera anomalia nel panorama riguardante la grande cooperativa di distribuzione fiorentina che ha storicamente sempre avuto un forte legame con i sindacati confederali, Cgil in testa. Questa diversità ha radici giovani ma già profonde nel recente passato dei magazzini. E’ necessario perciò ripercorrere brevemente la cronologia di alcuni eventi degli ultimi 15 anni per poter spiegare i motivi di questa piccola rivoluzione sindacale.

Intanto non tutti sanno che i centri distribuzione merci di riforniscono l’intera rete vendita di Unicoop Firenze, composta ad oggi da oltre 100 tra ipermercati, superstore, supermercati e negozi più piccoli detti minimercati, di ogni tipo di merce alimentare e non. La rete si disloca per gran parte della Toscana e impiega normalmente attorno agli 8000 dipendenti più una gran varietà di contratti stagionali e non.

Nel giugno 2001 la sede dei magazzini si trasferisce da quella storica di Sesto Fiorentino a Scandicci in località San Colombano. Un trasferimento dovuto alla necessità di una sede più grande, vista l’espansione della rete di vendita, e poi bisogna far posto al nuovo grande ipermercato che sorgerà nell’area sestese. Il trasferimento avviene non senza traumi organizzativi e con qualche attrito con i sindacati ma tutto pare risolversi velocemente. Non sarà così. Passa solo un mese ed Unicoop comunica l’intenzione di istituire un terzo turno lavorativo notturno in quei reparti che già non lo prevedono (all’ortofrutta c’è già). Si cerca una soluzione con i sindacati ma in realtà Unicoop ha già deciso: il turno di notte andrà in appalto ad una cooperativa esterna di facchinaggio, la CFT. Si perviene ad un Accordo sindacale che dovrebbe regolamentare gli appalti nel magazzino, limitandone il numero e la presenza al solo turno notturno. Gli appalti sono già da tempo entrati nell’attività dell’autotrasporto delle merci e la loro presenza comincia a spaventare i dipendenti coop. I lavoratori degli appalti costano meno all’azienda, si dice, e sono disposti a lavorare con ritmi ed orari ben diversi dai nostri. Gran parte di loro sono extracomunitari che lavorano con il capestro del permesso di soggiorno, è normale che siano disposti a sopportare molto di più.

Nel novembre 2004 i timori si rivelano fondati. La direzione logistica Unicoop comunica alla RSU e poi direttamente ai lavoratori dei reparti Generi vari e Salumi e Latticini di voler appaltare anche il turno pomeridiano, comprimendo così l’intera forza lavoro dei dipendenti diretti in un unico turno mattutino. Ma c’è di più. Questo avviene nell’ottica di una scelta più ampia che prevede l’intera esternalizzazione della logistica. In pratica Unicoop ha deciso di affidare ad una cooperativa esterna tutte le attività di magazzino e di trasporto. Non ci viene detto quali saranno i tempi e le modalità previste da questa scelta ma sappiamo che ciò avverrà non solo in barba agli accordi sindacali presi nel 2001, ma anche con il completo disinteresse a firmarne altri. Ad aumentare la preoccupazione di noi dipendenti contribuisce l’iniziale completo immobilismo da parte di Rsu ed organizzazioni sindacali. Allora era la Filcams-Cgil ad avere la stragrande maggioranza di iscritti e di rappresentanti sindacali all’interno dei magazzini e tutti si attendevano da parte sua una reazione ben diversa. L’atteggiamento della direzione ci pareva però davvero un abuso, sia contrattuale che morale, nei nostri confronti perciò decidemmo di non stare con le mani in mano. Scrivemmo alle testate giornalistiche locali cercando di far uscire la notizia poiché, come sappiamo, la Coop non ama la cattiva pubblicità. Fortunatamente alcune di esse ritennero di pubblicare ciò che stava accadendo ed allora anche i sindacati non potettero più fare finta di nulla.

Fu organizzato uno sciopero davanti alla sede amministrativa di via S.Reparata a Firenze. Fu una manifestazione inedita per quel che riguarda la Coop fiorentina. Unicoop però non retrocedette di un passo e, puntuali, nel gennaio del 2005 arrivarono gli ordini di servizio che ci obbligavano al cambio di orario per far posto agli appalti. C’erano i presupposti per un’azione legale nei confronti dell’azienda, in quanto era un chiaro atto antisindacale. Doveva essere fatto un ex-art. 28. Ma la Filcams ci fece sapere tramite un suo rappresentante che alla Coop certe cose non gliele poteva fare per motivi politico-sindacali. Alcuni dipendenti dovettero auto-organizzarsi e rivolgersi ad un legale privatamente per veder riconosciuti i propri diritti, cosa che poi accadde un paio di anni dopo, ma soprattutto iniziò da quel momento una lunga serie di controversie che ci vedevano in contrapposizione non solo con le politiche di Unicoop ma anche con l’atteggiamento dei sindacati confederali, troppo frequentemente omissivi e remissivi fino a sfiorare la complicità con la direzione della cooperativa. D’altronde le quasi 40.000 ore annue di permessi sindacali che Unicoop mette a disposizione di Cgil-Cisl-Uil devono in qualche modo aver ammorbidito le eventuali velleità recriminatorie.

Siamo ai giorni nostri. L’introduzione degli appalti è comunque continuata ed alcuni reparti sono oramai gestiti interamente dalla CFT, ma forse il processo ha avuto dei rallentamenti rispetto al progetto iniziale e questo grazie anche a qualche bastone fra le ruote che siamo stati in grado mettere pure noi lavoratori. Si è però anche sviluppata una diversa cultura sindacale, una maggiore consapevolezza che non si sentiva più rappresentata dal fare accondiscendente dei sindacati tradizionali. Alle elezioni del 2013 per il rinnovo delle rappresentanze sindacali del gruppo Unicoop, la sigla sindacale Usb è riuscita a presentare dei suoi candidati ed a farne eleggere alcuni nei punti vendita e nelle sedi amministrative. Nei magazzini ha fatto il pieno e non è un caso. Abbiamo faticato e stiamo faticando non poco nel far accettare la nostra presenza ad Unicoop Firenze, ma crediamo che tramite un’attività sindacale onesta e trasparente in futuro ciò sarà inevitabile.

I problemi non mancano. La nostra azienda si trova a fronteggiare, come tutte le altre del settore, la crisi dei consumi ed è sempre alla ricerca di soluzioni che riducano i costi ed aumentino la flessibilità del lavoro. Un brutto passo falso lo ha provocato il testardo investimento finanziario in Monte dei Paschi, che è costato ad Unicoop Firenze quasi 500 milioni di euro. Una cifra che non può non aver creato difficoltà, un errore che però non può in alcun modo esser fatto pagare ai dipendenti né ai soci-consumatori. Da parte nostra ci metteremo il massimo del nostro impegno per far sì che Unicoop tenga fede a tutti quei tanto sbandierati valori di cui si fregia, augurandoci che tra di essi ci sia il rispetto per l’attività dei suoi dipendenti.

Coordinamento Delegati Usb in Unicoop Firenze

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2 commenti su “Magazzini Unicoop Firenze e la piccola rivoluzione sindacale”

  1. Francesco Mencaraglia

    mi permetto di commentare in quanto ho seguito fin dall’inizio la battaglia dei lavoratori Unicoop (ho ancora una documentazione -ahimè incompleta -nel mio PC). Quello che vorrei sottolineare è che continua a mancare un tentativo di raccordo tra i lavoratori Unicoop ed i lavoratori della CFT. Mi rendo conto che – come dite – esiste una difficoltà che individuate nel problema dei permessi di soggiorno. Ma – è una domanda che mi/vi pongo – è sufficiente?

    1. Coordinamento Usb Unicoop Firenze

      Buonasera Francesco,
      in realtà il contatto è avvenuto.
      Circa due anni fa un cospiquo numero di lavoraoti Cft (circa 50) si iscrivono ad Usb migrando dalla Cisl, a loro detta praticamente assente.
      Tre sono i delegati individuati all’interno della struttura. Viene costituita una RSA.
      Dopo neanche tre giorni due vengono trasferiti in altra struttura, quello che rimane… diciamo viene fatto riflettere.
      A distanza di due anni nessuno dei lavoratori iscritti si è più proposto per ricoprire il ruolo di delegato che tuttora e vacante.

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