A che punto è la notte – La vicenda TAV fiorentina

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A chi segue le vicende del progetto TAV fiorentino suona veramente deprimente vedere che questa inutile grande opera non riesca a morire: errori progettuali, rischi per il patrimonio edilizio e artistico, produzione di terre che non si sa come smaltire, danni ambientali ignorati, tempi di percorrenza superiori delle linee attuali, totale inutilità, possibili alternative realizzabili in poco tempo e con risorse ridottissime, un paio di inchieste della magistratura che hanno scoperchiato un sistema indefinibile, truffa per forniture di materiali inadatti, corruzione, infiltrazioni di mafie, una fresa montata e pagata che non poteva scavare, costi ormai fuori controllo (3, 4, 5… volte le previsioni?).

L’elenco dei motivi per chi il minimo buon senso inviterebbe a dire “basta!” con il progetto più assurdo che abbia conosciuto Firenze pare non finire mai; col tempo le anomalie sono cresciute fino a diventare un macigno che dovrebbe schiacciare ogni velleità di continuare; invece pare non essere così. I governi che si sono succeduti, tutti proni agli interessi delle lobby dei costruttori, hanno modificato la legislazione sulle terre di scavo per permetterne uno smaltimento altrimenti costosissimo, illegalità conclamate (come la mancanza di V.I.A. per la stazione), gli organismi dei ministeri dell’ambiente e delle infrastrutture sono pressati (e pressano a loro volta) perché ogni autorizzazione arrivi e nessun ostacolo apparentemente insormontabile si intrometta.

tbm-in-tunnel1Così, dopo anni di cantieri rallentati nei lavori – ma non nello sviluppo dei costi e dei profitti per il costruttore – viene alla luce una perizia del CNR che ribadisce nella sostanza la difficoltà a caratterizzare le terre prodotte e diventa un nulla osta totale; arriva, una autorizzazione paesaggistica dopo due anni in cui ha dormito nei cassetti di un imbarazzato Ufficio Urbanistica del Comune.

Questi due fatti paiono aver folgorato la stampa locale – in particolare la “gazzetta del cemento e del potere” chiamata Repubblica – che ha finalmente sciolto nei titoli un trionfale peana all’imminente inizio dei lavori. 20 anni di storia di questo progetto disgraziato non hanno insegnato nessuna prudenza, i giochi paiono fatti, finalmente il cammino del progresso può ricominciare in barba ai critici diventati ormai solo vecchi gufi.

Non ci vuole molto a fare previsioni catastrofiche per questo progetto, tali e tante le anomalie che ha. Non è necessario essere indovini per immaginare cantieri che andranno avanti a rilento con continui arresti e sospensioni, con una vorticare di costi vergognosi. Il tutto nel massimo disinteresse verso i cittadini, verso le risorse pubbliche (cioè dei cittadini), verso una città che pare ormai essersi rassegnata ad uno snervante stillicidio e i cui anticorpi sono sempre più deboli.

Ovviamente chi si oppone a questa follia TAV non andrà in vacanza, continuerà a dire con forza che la chiusura di questo progetto e di questi cantieri è l’unica cosa saggia che si possa fare. Ma lo vediamo bene: saggezza, buon senso, intelligenza non sono patrimonio di una politica che ha solo l’obiettivo di salvaguardare gli interessi della lobby del cemento.

*Tiziano Cardosi, No Tunnel Tav 

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Tiziano Cardosi

Obiettore di coscienza negli anni ‘70, attivista contro le guerre, già capostazione delle FS, oggi si occupa soprattutto di mobilità e del fenomeno delle “grandi opere inutili”, tra I fondatori del comitato No Tunnel TAV di Firenze. Attivista di perUnaltracittà.

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