Rifiuti e Mafie, la Toscana prima Regione del Centro-Nord per illegalità

  • Tempo di lettura:2minuti
image_pdfimage_print

Lo smaltimento illegale di rifiuti industriali è il più pericoloso campo d’attività delle ecomafie e uno tra i business illegali più redditizio. Con 1.832 infrazioni, 293 reati solo sul fronte dei rifiuti, e 22 arresti, la Toscana si conferma ancora tra le regioni più colpite dalla criminalità ambientale. Si evince dal Rapporto Ecomafia 2016 prodotto da Legambiente e presentato oggi a livello regionale dal presidente toscano dell’associazione ambientalista Fausto Ferruzza insieme al comandante regionale del Corpo forestale dello Stato Giuseppe Vadalà, al referente regionale di Libera don Andrea Bigalli, e all’amministratore nazionale di Legambiente Nunzio Cirino Groccia.

noecomafiaLa Toscana arriva dopo Campania, Calabria, Lazio, Sicilia e Puglia. Come non ricordare ad esempio il caso della Discarica del Cassero a Serravalle Pistoiese carica di rifiuti tossici e pericolosi e devastata da un incendio, si presume doloso, solo pochi giorni fa, o l’inchiesta della magistratura sulla Cava di Paterno nel Mugello dove è acclarata la commistione tra camorra, banche, imprese, aziende dei rifiuti ed esponenti dei partiti. Come non inorridire per un Piano regionale dei Rifiuti che privilegia gli interessi inceneritoristi, a partire da Firenze, a svantaggio della virtuosa Strategia Rifiuti Zero?

L’articolo prosegue dopo l’inchiesta de La Città invisibile sulla Cava di Paterno

Anziché essere trattati e gestiti secondo le norme, che ne assicurano lo smaltimento in regime di sicurezza ambientale e sanitaria, i rifiuti speciali vengono nascosti e così avvelenano l’aria, contaminano le falde acquifere, inquinano i fiumi e le coltivazioni agricole, minacciano la salute dei cittadini, contaminando con metalli pesanti, diossine e altre sostanze cancerogene i prodotti alimentari.

In questo racket, insieme alle mafie, agiscono i manager delle aziende, faccendieri, amministratori locali e tecnici senza scrupoli che insieme costituiscono una vera e propria associazione criminale, una Rifiuti Spa, che conta su pratiche collaudate di corruzione, frode ed evasione fiscale, attiva da nord a sud su tutto il territorio nazionale. I reati in questo campo possono avvenire in ogni fase del ciclo: produzione, trasporto e smaltimento. L’azienda può dichiarare il falso su quantità o tipologia di rifiuti da smaltire, la classica truffa del c.d. giro bolla che falsifica la classificazione del rifiuto nei documenti d’accompagnamento, per dirottare il carico o farlo sparire, oppure affidare l’operazione a imprese che lavorano sottocosto sapendo che utilizzeranno metodi illeciti.

Il nostro Paese è anche il crocevia di traffici internazionali di rifiuti pericolosi e materie radioattive provenienti da altri Paesi e destinati a raggiungere, ad esempio via mare a bordo delle c.d. Navi dei veleni, le coste dell’Africa e dei paesi asiatici. Proprio sui traffici illegali verso la Somalia stava conducendo un’inchiesta la giornalista Rai Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio con l’operatore Miran Hrovatin nel 1994. 

The following two tabs change content below.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *