L’omicidio di Piacenza è il prodotto del Jobs Act e delle politiche dell’UE

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I fatti di Piacenza del 14 settembre, con l’assassinio dell’attivista
sindacale dell’USB Abd Elsalam Ahmed Eldanf fanno emergere con estrema
chiarezza una condizione lavorativa oramai molto diffusa nel paese e a
livello continentale, che trova massima espressione in alcuni settori
strategici di un sistema produttivo al collasso.

Il settore della Logistica è uno dei pochi nei quali i padroni riescono a
estrarre profitto. In una fase di contrazione produttiva, i guadagni si
fanno sulla velocità della distribuzione delle merci, prodotte sempre più
da multinazionali straniere che stanno comprando pezzo per pezzo il sistema
produttivo nazionale. Uno sfruttamento che si può realizzare solo a certe
condizioni, la prima delle quali è l’acquiescenza, il silenzio e la totale
subordinazione della mano d’opera.

14317569_10209173606330565_7154954067049055365_nIl governo Renzi ha spianato la strada alle aziende per rendere possibile e
legale questa condizione lavorativa di nuovo servilismo e semi schiavitù
della mano d’opera. Il Jobs Act e l’abolizione dell’Art. 18 chiudono il
cerchio di un attacco che va avanti da oltre un trentennio, indicando la
strada anche ad altri governi europei, come nel caso francese con la Loi
Travail.

Una condizione che alla GLS di Piacenza è saltata, grazie alla
determinazione dei lavoratori, valorizzata da un sindacato di classe che
rompe con le logiche concertative di un sindacalismo confederale oramai
complice diretto delle aziende e dei governi. L’assassinio di Abd Elsalam
Ahmed Eldanf e il ferimento di un altro lavoratore arrivano al culmine di
una vertenza durissima, fatta di continue aggressioni e minacce da parte
dei dirigenti della GLS e dei loro servi aziendali, sino ai fatti di questa
notte, con i responsabili dell’azienda che hanno spinto il camionista a
forzare il picchetto dei lavoratori.

Il governo Renzi è in Europa il primo della classe nell’attacco al mondo
del lavoro, premiato per questo dalla Troika europea. Le politiche di
questo governo illegittimo sono la causa della sofferenza di milioni di
lavoratori, non solo per la riduzione in stato di precarietà, paura,
ricatto, e neo servilismo della maggioranza di essi, ma soprattutto per
aver creato un clima di supremazia assoluta dei padroni sui loro
dipendenti, determinando le condizioni per fatti come quello di Piacenza:
il dogma della produttività a tutti i costi, le logiche di mercato che
innervano ogni anfratto della vita sociale e produttiva sono tali che, di
fronte alla legittima rivendicazione di diritti e dignità, si risponde con
la violenza, sino all’omicidio.

Occorre rispondere con estrema determinazione alla ferocia di queste
politiche contro il mondo del lavoro, a partire dalla solidarietà concreta
con le avanguardie operaie come Abd Elsalam il quale, pur non essendo un
precario, lottava contro la precarietà dei suoi compagni di lavoro e per il
rispetto degli accordi sottoscritti.

Lo sciopero del 21 ottobre proposto da USB e da altri sindacati di classe,
la manifestazione NO Renzi Day del 22 ottobre proposta ad ampio arco di
forze dalla Piattaforma Sociale Eurostop sono due occasioni importanti per
dare una spallata a questo governo e alle politiche di morte che importa da
Bruxelles.

Sarà il modo migliore per continuare la lotta di Abd Elsalam e dei suoi
compagni di lavoro.

*Rete dei Comunisti

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