Lungarno Torrigiani: troppi colpevoli, nessun colpevole

Fiumi di inchiostro sono stati spesi dalla stampa nazionale e cittadina all’indomani del 25 maggio scorso, quando il Lungarno Torrigiani, a pochissimi metri da palazzo Vecchio, è collassato su se stesso, aprendo una voragine enorme: il Comune ha subito preso le distanze da Publiacqua e il sindaco ha fatto la voce grossa, chiedendo che fossero rintracciate le responsabilità.

Poi, come sempre capita, tutto è stato dimenticato, complici anche i lavori, fatti in tempo di record che hanno restituito il Lungarno com’era in breve.

Intanto è stata aperta un’inchiesta e Publiacqua si è difesa portando in tribunale una perizia secondo cui il crollo del lungarno sarebbe da attribuire ad una paleofrana (lo scivolamento della collina verso il letto dell’Arno) dovuto alle grandi pioggie. Questa perizia è stata smentita da quella del Comune, secondo cui lo spanciamento del muro è stato causato dalla perdita di un maxi tubo logoro che con il tempo ha saturato il terreno sottostante e causato la frana. Anche la perizia della procura ha abbracciato la tesi del Comune che dunque darebbe a Publiacqua una responsabilità ben precisa: quella di non aver fatto un’adeguata manutenzione, giacché il tubo in questione era degli anni ’50 e un tubo non dovrebbe avere più di 40 anni.torrigiani_2

Tuttavia, dopo sette mesi di inchiesta, dalla procura tutto si chiude con un’archiviazione: nessun colpevole. Anzi no: troppe responsabilità per definire dei responsabili precisi. Troppi colpevoli, nessun colpevole.

Di più: sulla base delle perizie dell’inchiesta, c’è il rischio che ciò che è successo a Lungarno Torrigiani capiti di nuovo, poiché i tubi disperdono oltre il 36% di acqua potabile che potrebbe causare altre voragini; tuttavia secondo la procura non si può rintracciare uno specifico soggetto, in arco di tempo circoscritto, responsabile dello stato delle cose e quindi anche della voragine.

torrigiani_1Quello che oggi è la rete idrica fiorentina è la somma di responsabilità e provvedimenti avvenuti negli anni e presi da tanti soggetti diversi: la procura archivia pur criticando la condotta che fino a questo momento amministrazione e azienda che si occupano della rete idrica fiorentina hanno portato avanti. Tuttavia ammette l’impossibilità, nonostante la gravità della situazione, di rintracciare colpe e, quel che è peggio, di stabilire che sia fatta un’adeguata manutenzione: l’ammodernamento è impossibile, perché graverebbe sulle tariffe praticate all’utenza.

Che la rete idrica fiorentina sia dissestata non è una novità o una scoperta dell’ultima ora: centinaia di chilometri di tubi in amianto, chilometri di tubi che hanno più di 40 anni e Publiacqua che, nonostante sia in attivo e nonostante le bollette siano tra le più alte in Italia, non investe gli utili in manutenzione e ammodernamento.

La Toscana è stata la prima regione a proporre un sistema di gestione misto: pubblico e privato. La frana del lungarno e l’impossibilità di trovare colpevoli da parte della procura dovrebbero dimostrare che il sistema di gestione pubblico-privato è un sistema che non funziona e serve a disperdere le responsabilità e a generare confusione. Talmente tanta che l’inchiesta della procura si chiude con l’impossibilità ad identificare dei colpevoli, nonostante sostenga che esistono reali minacce ulteriori, perché la rete idrica e la sua manutenzione non sono adeguate, ma il pm pur ammettendo tale inadeguatezza rileva anche l’impossibilità di intervenire nella manutenzione perché questa graverebbe troppo in bolletta: a pagare per la manutenzione deve essere l’utente, non l’azienda! Publiacqua è un’azienda in positivo, ma non utilizza i suoi utili per ammodernare la rete idrica e, nel caso fosse obbligata a farlo, aumenterebbe le bollette.

Perché introdurre nella gestione dell’acqua un soggetto privato se questo non serve a migliorare la qualità e la sicurezza degli acquedotti? Se per un disastro come quello del Lungarno Torrigiani non si riesce a trovare un colpevole che non sia il tubo?

Publiacqua ha chiuso il 2015 con un ragguardevole utile: non è un’azienda in sofferenza. Eppure questo utile, frutto delle bollette che i cittadini pagano, non viene investito in manutenzione e servizi, viene invece investito in utili e profitti per gli azionisti.torrigiani_3

Questa archiviazione dimostra che il punto debole di questa vicenda è uno: la gestione mista pubblico-privato che facilita i tipici scaricabarile che alla fine disperdono colpe e responsabilità. Un’archiviazione, questa, che da sola dimostra che non sono solo i tubi di Publiacqua a fare acqua da tutte le parti, ma anche il modello di gestione pubblico-privato, in questo specifico caso imposto ai cittadini nonostante un referendum nazionale che aveva espresso la volontà popolare che l’acqua restasse bene comune sottratto al mercato.

*Erica Massa