Onu contro il nucleare con l’Italia: che poi cambia verso e obbedisce alla Nato

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La situazione dei nostri mezzi di disinformazione si potrebbe definire surreale se non fosse tragica. Si sprecano le pagine e i commenti dotti sulle meschine vicende della politica italiana, mentre il mondo si trova sull’orlo di una guerra nucleare che riporterebbe la società umana all’età delle caverne. Perfino le travagliate manovre di unificazione/divisione delle sinistre non hanno fatto riferimento a questa vera emergenza per il destino dell’umanità, sebbene alcuni dei protagonisti siano di comprovata fede ecopacifista.

La drammatica imminenza di una guerra nucleare non è una fantasia, ma la previsione del più autorevole pool di esperti raccolti nel Bollettino degli Scienziati Atomici, il cui Comitato per la Scienza e la Sicurezza monitora l’imminenza di questo rischio valutando la gravità delle tensioni mondiali, e regola il simbolico ed espressivo Doomsday Clock (Orologio dell’Apocalisse) che rappresenta l’imminenza del rischio come minuti che ci separano dalla “Mezzanotte” della fine del mondo: proprio all’inizio del 2017 il Bollettino ha avvicinato le lancette di mezzo minuto alla fatidica Mezzanotte, a soli 2 minuti e mezzo, rispetto ai 3 minuti dello scorso anno (erano 5 minuti nel 2012). Solo nel 1953 la minaccia era stato più vicina in occasione della Guerra di Corea. Il Bollettino ci avverte: «I pubblici ufficiali saggi dovrebbero agire immediatamente, allontanando l’umanità dall’orlo del baratro. Se non lo faranno, cittadini saggi devono farsi avanti e guidare la strada».

Ma lo sciagurato silenzio dei mezzi di disinformazione italiani si estende anche alle notizie che aprono alla speranza. Nulla ci viene detto infatti (salvo forse qualche fugace notizia che potrebbe esserci sfuggita, e che comunque sarebbe l’eccezione che conferma la regola) sulla storica risoluzione L41 dell’Assemblea Generale dell’ONU del 23 dicembre scorso, che a grande maggioranza (113 Stati membri hanno votato a favore, 35 contrari e 13 astenuti) ha indetto negoziati per stabilire un trattato che dichiari l’assoluta illegalità del possesso ed anche della minaccia delle armi nucleari (http://www.disarmo.org/ican/a/43691.html).

Tanto più colpevole e insensato è questo silenzio perché questa risoluzione è il punto d’arrivo di una mobilitazione crescente partita nel 2006 dalla società civile a livello mondiale, che lanciò l’iniziativa globale per l’abolizione delle armi nucleari International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican, in inglese «Io posso»), che poco a poi è arrivata a coinvolgere più di 440 organizzazioni, poi vari Stati (Austria, Messico ed altri) che – dopo tre conferenze intergovernative sull’impatto umanitario delle armi nucleari tenute in Norvegia, Messico e Austria tra il 2013 e il 2014 – hanno portato questo obiettivo all’ONU. Soprattutto le nazioni dell’Africa, dell’America Latina, dei Caraibi, del Sud-Est asiatico e del Pacifico hanno votato SI a grande maggioranza, e saranno protagonisti dei negoziati che si apriranno il 27 marzo a New York.

Prima del voto dell’ONU il Parlamento Europeo il 27 ottobre 2016 aveva votato a larga maggioranza (415 voti favorevoli, 124 contro e 74 astensioni) una risoluzione in favore dell’avvio del negoziato per la proibizione delle armi nucleari, e a quella proibizione hanno detto “” anche gli europarlamentari del PD. Successivamente 15 premi Nobel per la Pace hanno esortato le nazioni a sostenere i negoziati auspicando “una conclusione tempestiva e di successo in modo che si possa procedere rapidamente verso l’eliminazione finale di questa minaccia esistenziale per l’Umanità“.

L’iniziativa all’ONU ha incontrato la feroce opposizione delle potenze nucleari (ma la Cina, l’India e il Pakistan il 23 dicembre all’Onu si sono astenuti) le quali non sopportano di incontrare interferenze nei loro affari, in particolare nelle questioni nucleari, anche se ci stanno portando verso il baratro dell’annientamento atomico! Agli Stati Uniti si sono accodati servilmente i paesi della NATO: anzi, l’Italia è stata protagonista di una vicenda che senza mezzi termini ha del ridicolo, poiché il 23 dicembre votò a sorpresa di tutti a favore della risoluzione L41 ma poi, anche in modo poco chiaro e a distanza di tempo (non poteva quindi essersi trattato di un pur incredibile errore), dopo l’evidente tirata d’orecchi della NATO, ha rovesciato il suo voto in un NO. Le motivazioni, comuni a tutti gli oppositori, sono in sostanza che questi negoziati ostacolerebbero le trattative per arrivare all’abolizione delle armi nucleari: insomma, non disturbate il manovratore … anche se ci verso un burrone!

Fino ad ora il trattato che avrebbe dovuto regolare le armi nucleari è il Trattato di Non Proliferazione del 1970, che fu voluto dalle potenze nucleari per loro uso e consumo e infatti non arrestò in alcun modo la proliferazione nucleare, che nei decenni successivi portò a quadruplicare la consistenza degli arsenali (fino alla cifra demenziale di circa 70.000 testate!), ed aumentò da 5 a 9 il numero dei paesi che hanno acquisito l’arma nucleare (addirittura raddoppiato a 10 contando il Sudafrica, che ha poi smantellato il proprio arsenale). In particolare gli Stati nucleari non hanno mai ottemperato all’impegno stabilito dall’Art. VI del TNP di “concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale”.

Insomma, il TNP si è rivelato un vero colabrodo che nella realtà ha legittimato le più sporche operazioni di disseminazione elle armi nucleari! In particolare non è stato impedito il nuclear sharing dei paesi della Nato che, in violazione dell’Art. II, hanno accettato di schierare sul proprio territorio testate nucleari statunitensi: tra questi spicca l’Italia, che ne ospita tuttora circa 70, in violazione non solo del TNP, ma ancor prima delle norme della nostra Costituzione sulla cessione di sovranità di parti del territorio nazionale a basi militari statunitensi. Ma potrebbe esserci di peggio, secondo il Segretario di Stato Tillerman (sabato 18 marzo) “Gli Stati Uniti non escludono di fornire l’atomica ai loro alleati in Asia centrale”.

L’assoluta malafede degli Stati nucleari è confermata dal fatto che tutti indistintamente stanno sviluppando progetti per centinaia di miliardi con prospettive di decenni di ammodernamento sostanziale degli armamenti nucleari (nuovi missili, bombardieri, sommergibili). Tra questi anche il sostanziale ammodernamento (10 miliardi di $) delle testate statunitensi B-61-12 schierate in Europa e in Italia (Aviano e Ghedi Torre, base italiana: si veda ad esempio il servizio di Stefania Maurizi su L’Espresso: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/07/01/news/ecco-le-bombe-nucleari-di-brescia-1.171372).

Oggi vi sono ancora sul pianeta quasi 15.000 bombe atomiche ancora intatte, delle quali gli Usa e la Russia ne hanno circa 7.000 a testa: di queste 1.590 e 1.950 rispettivamente sono schierate operative e pronte al lancio immediato in caso di allarme dal sistema dei satelliti artificiali, puntate su obiettivi strategici dell’avversario: un sistema ormai assurdo dopo la fine della Guerra Fredda che è stato definito “una ricetta per il disastro”, ed ha causato numerosi rischi di una guerra nucleare per errore, evitata spesso solo grazie al sangue freddo di ufficiali che hanno rifiutato di confermare un attacco avversario e scatenare l’Armageddon anche se l’insussistenza dell’allarme non era del tutto provata. La sola esistenza delle armi nucleari sottopone l’umanità al rischio di autodistruzione.

Il nuovo trattato di messa al bando di queste armi non costringerà certo le potenze nucleari (che almeno nell’immediato non lo firmeranno e non lo ratificheranno) a smantellare i loro arsenali, ma definirà un quadro giuridico nuovo dal quale nessuno domani potrà prescindere, che per la prima volta nella storia rifletterà la montante volontà della società civile di evitare per sempre all’umanità questo rischio, sempre più incontrollabile, di annientamento.

È necessario estendere la consapevolezza e la mobilitazione, anche in Italia, esercitando una forte pressione sul nostro governo per indurlo non solo a partecipare ai negoziati, ma a contribuire attivamente al loro successo: si invita chi non lo avesse ancora fatto a firmare la petizione online www.petizioni24.com/italiaperilbandoanewyork; mozioni in tal senso sono state presentate alla Camera e al Senato.

*Angelo Baracca

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Angelo Baracca

Già Professore di Fisica all'Universita di Firenze, è specializzato nelle tematiche legate al nucleare civile e militare, e ha pubblicato più di 100 articoli su questi temi in riviste internazionali e nazionali,oltre a vari manuali didattici e saggi. Fin dagli anni ’70 partecipa al movimento antinucleare ed ecopacifista, nel 1999 promotore del Comitato Scienziate/i Contro la Guerra. Sui temi dell'energia nucleare, armamenti nucleari e disarmo ha pubblicato: “A Volte Ritornano. Il Nucleare” (2005) e “L’Italia Torna al Nucleare?” (2008). Ha collaborato con Università e Centri di Ricerca in Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Cuba, Argentina.

2 commenti su “Onu contro il nucleare con l’Italia: che poi cambia verso e obbedisce alla Nato”

  1. Concordo pienamente analisi e aggiungo che scienza non deve piegarsi al POTERE. IL PREDOMINIO È IL VERO NEMICO DELLA SCIENZA.

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