Elezioni alle porte e responsabilità politiche del centrosinistra a Pistoia

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Il clima politico a Pistoia si sta scaldando, ormai siamo a ridosso delle elezioni e la contesa diventa più intensa ma anche più interessante. A questo punto, pensiamo sia necessario intervenire per chiarire alcuni aspetti del dibattito in corso. Durante le competizioni elettorali, e in modo particolare le amministrative, è molto frequente la tendenza a personalizzare il confronto politico.

Se da un lato ciò comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte di coloro che si propongono alla direzione della città, dall’altro fa passare in second’ordine il progetto politico che sottende le scelte compiute o proposte. Non solo il progetto, ma anche la compagine, il partito, le alleanze, delle quali le opzioni amministrative sono espressione.

Tutto ciò non giova alla chiarezza della competizione elettorale, in particolare quando si voglia valutare o fare un bilancio delle esperienze delle precedenti giunte.

In una realtà, come quella pistoiese, in cui il governo locale è da sempre appannaggio del PCI – PDS – DS – PD e più in generale di una compagine di centro sinistra, omogenea anche a livello provinciale e regionale, non è possibile che gli stessi personaggi si presentino ora alla cittadinanza evocando responsabilità di governo locale attribuibili ai precedenti amministratori, ai sindaci delle trascorse amministrazioni, ai dirigenti del passato.

Gli odierni amministratori e l’attuale sindaco, insieme con i rappresentanti delle varie liste civetta del centro sinistra, difficilmente possono presentarsi come dei marziani che, nel tentativo di svincolarsi dalle proprie responsabilità, storicamente determinate, nulla hanno a che fare con le precedenti esperienze amministrative. Certo, è possibile individuare delle eccezioni, ma molti di loro erano presenti nei precedenti consigli comunali, hanno partecipato ai lavori delle scorse consiliature e difficilmente possono, con l’espediente della personalizzazione delle politiche, sottrarsi al bilancio di queste. La riconferma di gran parte del personale politico nelle liste del centro sinistra, presentate in questi giorni, avviene proprio nel segno della continuità della discutibile gestione della città: evidente è la rinuncia ad un radicale rinnovamento della propria compagine e delle proprie proposte.

Per esempio, a proposito del nuovo ospedale San Jacopo, non è possibile sentir dire che la localizzazione è stata imposta alla città dal governo regionale e dichiararsi quindi non responsabili del profondo disagio creato alla cittadinanza con quella scelta, accettata dalla precedente amministrazione di centro sinistra, impostagli dal governo regionale, sempre di centro sinistra.

Lo stesso dicasi per il caso irrisolto dell’ex Breda, gestito in toto dalle passate amministrazioni di centro sinistra, PD in testa, che, compresa quella attuale, non hanno saputo affrontare e completare uno dei più grandi interventi di recupero urbanistico della città. Le macerie di quei cantieri sono ancora lì, a cielo aperto e non si sa quando verranno rimosse.

E che dire di quanto sta accadendo nell’area dell’ex Ceppo? Il governo regionale, che ha imposto l’ospedale farlocco, impone anche un recupero profondamente errato dell’area dell’ex Ospedale del Ceppo solo per rimediare quei 18 milioni di euro necessari a ripianare il debito del nuovo ospedale. Impone la svendita di gran parte dell’area, compreso l’ex Convento di Santa Maria delle Grazie e del Padiglione Lazzereschi, impone al comune opere di urbanizzazione per 15 milioni di euro, impone una clausola vessatoria di 2 milioni di euro nel caso in cui non fosse recuperata la somma prevista. Il governo regionale di centro sinistra impone, l’amministrazione comunale di centro sinistra accetta!

L’inadeguatezza acclarata del nuovo ospedale comporterà anche la vendita dello straordinario complesso storico architettonico delle Ville Sbertoli. Il percorso partecipativo del 2009 ne aveva indicato il mantenimento della proprietà e delle funzioni pubbliche, il Regolamento Urbanistico di questa amministrazione ha inserito un albergo, la Regione ne ha deciso la vendita in blocco e l’inserimento di residenze di lusso. Ci dicono che sono “costretti” a questa vendita per realizzare la Casa della Salute nell’ex Ceppo a integrazione delle carenti attrezzature sanitarie del San Jacopo che, come abbiamo detto, ci è stato imposto dal governo regionale di centro sinistra, mentre l’intero complesso langue in un grave e pericoloso stato di abbandono.

Potremmo continuare ancora, ma per carità di patria ci fermiamo.

Chi è o chi sono i responsabili di questa cattiva gestione della città? Si può continuare con la farsa dell’io non c’ero e se c’ero dissentivo ma poi ho deciso di non votare contro?

Riteniamo che la città si debba aprire a una reale partecipazione dal basso, profondamente inclusiva e democratica, per definire, a partire dai bisogni della popolazione, vecchi e nuovi abitanti, scelte e strategie politiche nell’interesse di tutti e non nella riproposizione di un sistema autocratico.

L’esperienza della Lista di Cittadinanza attiva PISTOIA CAMBIA in questo senso può rappresentare un interessante tentativo di riappropriazione della politica e di democratizzazione della vita in comune.

*Antonio Fiorentino – Candidato della Lista di Cittadinanza attiva PISTOIA CAMBIA

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Antonio Fiorentino

Architetto, vive e lavora tra Pistoia e Firenze dove rischia la pelle girando in bici tra bus, auto e cantieri. E’ un esponente del Gruppo Urbanistica di perUnaltracittà di Firenze, partecipa alle attività di Comitati di Cittadini e Associazioni ambientaliste.

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