Per il riconoscimento del portalettere come lavoro usurante

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Da qualche tempo è stata lanciata, sui cosi detti social, una campagna nazionale affinché nella lista dei lavori usuranti sia inserito anche il lavoro del portalettere. Le ragioni che hanno portato a lanciare questa campagna, trasversale a tutte le organizzazioni sindacali, è dovuta principalmente al fatto che da sempre, il lavoro del portalettere non viene considerato come si dovrebbe. I dati a cui facciamo riferimento non sono dati considerabili di parte ma le fonti sono, diciamo, neutre.

Ad esempio, l’ISPESL (Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) nel 2007 lo indicò come la più usurante tra le tanta professioni non inserite nella apposita lista e ancora, nel 2009, uno studio condotto dai ricercatori del Servizio Regionale di Epidemiologia dell’ASL 5 di Torino in collaborazione con l’Università di Torino, indica in una tabella dei lavori usuranti, la professione del portalettere come la peggiore in termini di aspettativa di vita, con un dato medio di quasi 4 anni inferiore alle altre categorie di lavoratori.

Bisogna considerare che, per la maggior parte del tempo, il postino svolge il proprio lavoro all’aperto, nelle ore centrali della giornata e, spesso, in mezzo al traffico dei centri urbani. Il portalettere lavora sotto il sole delle torride giornate estive, durante i temporali e, d’inverno, anche quando nevica. Danni da calore, artrosi, ernie discali, inguinali, periartrite, sindrome del tunnel carpale, sono solo alcune delle patologie più riscontrate, causate sia dalle diverse condizioni climatiche che dalla movimentazione manuale dei carichi.

Come se non bastasse, a tutto ciò, va aggiunta la strada, non solo fonte d’inquinamento da polveri sottili, ma per quel che riguarda il traffico, con casi di incidenti stradali che, in molti casi, hanno avuto anche il più tragico degli epiloghi. Inoltre, continuando a viaggiare con motomezzi su strade al limite della sicurezza dopo anni di quotidiani “sbalzi”, la schiena, e non solo, ne risente non poco.

È importante che questo lavoro sia degnamente riconosciuto come mestiere usurante, proprio per la continua esposizione ad elevati ed indubbi fattori di rischio.

La campagna tende a sensibilizzare prima di tutto la categoria, una categoria restia a muoversi su qualsiasi livello conflittuale; quanto alle organizzazioni sindacali, da sempre al fuori dei reali interessi della categoria, per il momento solo Uil e Cobas stanno sostenendo la vertenza, che però è molto sentita dall’opinione pubblica. I prossimi passi saranno quelli di creare iniziative specifiche a partire dal lancio della campagna attraverso una raccolta firme che non sia solo online.

Si può firmare qui la petizione “Chiediamo di riconoscere il servizio del portalettere fra i lavori usuranti”.

*Edoardo Todaro

 

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Edoardo Todaro

Oltre a svolger la propria militanza tra realtà autogestite (CPA) e sindacali (delegato RSU Cobas presso Poste spa) è appassionato di letture, noir in particolare. È tra i collaboratori, con le proprie recensioni, del blog Thriller Pages

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