Els carrer seran sempre nostres

  • Tempo di lettura:4minuti
image_pdfimage_print

Dopo la repressione del 1 Ottobre contro chi voleva svolgere il proprio di diritto a decidere del proprio futuro andando a votare, dopo la militarizzazione delle città e dei paesi della Catalogna, le minacce, le cariche e le irruzioni brutali nelle scuole, stanotte sono stati arrestati due esponenti di associazioni della società civile (Assemblea Nacional Catalana e Òmnium Cultural) per sedizione e tradimento alla Costituzione. In queste ore decine di miglaia di persone in tutta la Catalogna stanno scendendo in piazza per rispondere che “no tenim por”: nessuna paura, nessuna repressione può fermare la volontà popolare!

Cosa sta accadendo in Catalogna? In tutto il mondo sono rimbalzate le immagini di quanto stava accadendo domenica scorsa nelle scuole e nelle strade di Barcellona, Girona etc.

La brutale violenza repressiva della Guardia Civil e della Policia Nacional, che non potendo contare sulla piena collaborazione della polizia locale, hanno agito come vere forze di repressione e occupazione straniera, si è scagliata contro decine di migliaia di persone di ogni età che presidiavano i seggi o erano semplicemente in fila per votare, ed ha acceso i riflettori su quanto da anni sta succedendo in quel paese.

Nonostante 900 feriti, seggi chiusi con la forza e schede elettorali sequestrate, il Referendum della scorsa settimana ha dato un verdetto chiaro: Indipendenza!

La negazione della volontà popolare e il diritto a decidere del proprio futuro di quelle entità nazionali dello Stato da sempre oppresse, occupate e negate da Madrid. Prima la Monarchia e le dittature oligarchiche e padronali di inizio ‘900, poi il brutale regime nazionalista di Franco sino cosiddetta “nuova Democrazia spagnola”, che grazie al ritorno dei Borboni (!) per salvaguardare i privilegi dei soliti potentati e l’unità del paese, da sempre ha represso qualsiasi movimento di rivendicazione nazionale, conflitto sociale, laicità e diritti nei Paesi Baschi, in Catalogna, e in tutto il resto del Paese.

Ma perché ci riguarda? L’esplosione della crisi e soprattutto la sua gestione hanno infatti portato da una lato all’impoverimento delle fasce più deboli della società,all’erosione di diritti conquistati, alla privatizzazione di servizi essenziali e la crescita costante di disoccupazione e diseguaglianza (esattamente come da noi in Italia), dall’altra però hanno innescato una risposta popolare che in Catalogna si è legata indissolubilmente alle storiche istanze indipendentiste. Se sacrifici, tagli, licenziamenti, aumento del costo della vita e salari più bassi venivano giustificati con il “ce lo chiede l’Europa”, in Catalogna in particolare le misure di austerità venivano imposte con il mantra del “ce lo chiede Madrid” e il suo governo della destra PP,

Le politiche di austerità imposte da Madrid si sono dunque scontrate con un movimento indipendentista diffuso, sicuramente trasversale e ampio, in cui però i gruppi e le organizzazioni popolari hanno fatto sentire la loro presenza, riuscendo a scendere in strada, mobilitare studenti e lavoratori, crescendo di forza numeri e coscienza politica, spingendo verso la costruzione di un paese più giusto, libero dalle maglie del profitto: una parte che vuole rompere con quanto di più retrograda, nazionalista, monarchico e fedele alle leggi economiche imposte della UE esiste in Spagna! Nulla a che vedere, dunque, con chi fa parallelismi con la razzista Lega Nord, sino a legare in maniera retorica il referendum catalano con quello per le “autonomie” di Veneto e Lombardia, strumenti per gestire risorse, spartirsi fette più grandi della torta di finanziamenti e potere..

Perché scendiamo in piazza a Firenze? Quello che sta accadendo in Catalogna ci dice che lottare per un futuro diverso è possibile solo scendendo nelle strade, scioperando, organizzandosi. Nelle strade di Catalogna risuona lo slogan da sempre scandito nei cortei dei lavoratori e adesso patrimonio di tutto questo grande movimento di massa: “Els carrer seran sempre nostres”, “le strade saranno sempre nostre”.

Esprimere la nostra solidarietà a chi lotta, sciopera, sconfigge la paura e resiste alla polizia per conquistarsi il diritto ad un futuro migliore, denunciare la repressione e le complicità del governo italiano e dell’UE, tornare a lottare a scuola, a lavoro, nelle strade delle nostra città.
Questo ci chiedono i compagni e la compagne catalane e per questo noi li sosteniamo!

Contro la repressione dello Stato Spagnolo, rompiamo con la Spagna del franchismo, della monarchia, della Guardia Nacional!

Solidarietà al movimento popolare che disobbedisce e scende nelle strade, per il diritto all’Autodeterminazione del popoli, per la fine delle politiche di austerità e i vincoli dell’Unione Europea, al fianco dei lavoratori e dei/delle compagne catalane in marcia per una Repubblica catalana socialista, femminista e con giustizia sociale per tutte/i!

*CPA Firenze Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche, Spazio Inkiostro, Lab Pol perUnaltracittà, Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos. USB Firenze

The following two tabs change content below.

Redazione

Il gruppo di redazione della rivista edita da perUnaltracittà

Ultimi post di Redazione (vedi tutti)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *