Potenziamento di Camp Darby. Contro l’ambiente, contro la pace

Nell’ultimo anno abbiamo scoperto che si progettava un potenziamento della base militare americana di Camp Darby contrariamente a quanto aveva deciso il Consiglio comunale di Pisa il 18 gennaio del 2007.

Per ricapitolare, il Consiglio comunale aveva deciso che si dovesse:

  • escludere installazioni di strutture militari, logistiche o di qualsiasi altra natura direttamente o indirettamente collegate a Camp Darby o a qualsiasi altra base militare;
  • operare per un uso del territorio e delle infrastrutture vincolato ad un’economia civile e di pace;
  • perseguire lo smantellamento di Camp Darby e la riconversione ad usi esclusivamente civili.

Invece, gli enti che erano venuti a conoscenza del progetto l’avevano tenuto nascosto alla cittadinanza, tacendo per più di un anno. Nonostante la pronuncia contraria del Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, il progetto era stato portato avanti nel silenzio di Regione Toscana e Comune di Pisa, e non ha trovato ostacoli.

Il procedimento autorizzativo è stato carente e potenzialmente illegittimo sia per avere considerato plausibile un non meglio “rilevante interesse pubblico” derubricato a opinabile e non specificato “interesse per la difesa nazionale”, sia per non aver messo in atto adeguati processi di informazione e comunicazione in ottemperanza a quanto previsto dalla Convenzione di Aarhus. Ma non ci si è fermati qui: ad oggi, per quanto riguarda le opere di compensazione, necessarie a fronte della pronuncia di valutazione di incidenza negativa del Parco, non è stata resa pubblica né disponibile in alcun modo la relativa documentazione. Ancora, non risulta che siano stati condotti studi sui rischi derivanti alla popolazione dal trasporto di armi, effettuato sia attraverso le modalità attualmente in essere sia attraverso le infrastrutture di progetti. Infine, non risulta che siano stati sviluppati piani di emergenza in caso di incidente.

In questo quadro, però, è successo qualcosa e sono emersi ritardi nei lavori di realizzazione delle opere. Attivandoci, a Pisa con i consiglieri comunali di Una città in comune, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e Possibile, e in Regione con Tommaso Fattori di Sì-Toscana a Sinistra, abbiamo potuto verificare che una parte dei terreni coinvolti nell’ampliamento della base militare USA sono di proprietà dello stesso Comune di Pisa e della Provincia di Pisa. E i lavori sono bloccati perché non possono essere portati avanti senza trovare una forma di trasferimento delle proprietà.

Anche su questo c’è stato silenzio e reticenza da parte della Regione e del Comune: per venire a conoscenza dell’informazione sono stati necessari ripetuti atti ispettivi. È assolutamente intollerabile.

Noi chiediamo che il Comune non metta in alcun modo o forma a disposizione le aree di sua proprietà per il progetto di potenziamento di Camp Darby e che si risponda di no a richieste presenti e/o future di messa a disposizione dei terreni. Chiediamo che anche la provincia di Pisa faccia la stessa scelta per le aree di propria competenza.

Sappiamo che non solo a Pisa ma anche a Livorno c’è la richiesta di ampliare il dibattito e coinvolgere ufficialmente le istituzioni locali. Anche chi vive in quella città deve poter dire la sua.

Sappiamo di difendere così non solo la pace e l’ambiente nel nostro territorio ma di fare anche una battaglia per la trasparenza che vale per la pace e l’ambiente in tutti in territori: la nostra richiesta di trasparenza e partecipazione difende la Convenzione di Aarhus, che costituisce uno strumento fondamentale di democrazia, conoscenza e diritto a decidere per tutte le comunità locali.

*Tiziana Nadalutti e Luigi Piccioni