Scuola di Serie A e di Serie B: il 12 ottobre studenti in piazza

  • Tempo di lettura:2minuti
image_pdfimage_print
Noi, studenti e studentesse, ci siamo dati appuntamento venerdì 12 ottobre per scendere in piazza. Da poche settimane siamo tornati sui banchi di scuola e, come ogni anno, i problemi persistono e aumentano. Tuttavia nessuno sembra percepirli, sono stati normalizzati sfruttamento e repressione; cani e poliziotti davanti a scuola non fanno nemmeno scalpore; i tetti continuano a crollare mentre si investono ingenti somme in tornelli e badge elettronici.
 
Nemmeno i nuovi decreti del governo 5Stelle-Lega, in particolare il decreto ‘scuole sicure’ attuato dal ministro dell’Interno Salvini, sono argomento di dibattito per i corridoi delle nostre scuole. Tutto sembra in preda ad un torpore apatico e apolitico: domina la logica del ‘non possiamo farci niente’. Ma noi ci siamo! E vogliamo farci sentire! I problemi ci sono, li vediamo, li analizziamo e vogliamo risolverli. Perché come studenti esigiamo istruzione e non repressione: vogliamo partecipare attivamente, come soggetti e non come oggetti delle pessime riforme che ormai da troppo tempo seguono una logica di profitto e sfruttamento a discapito della valorizzazione degli spazi e del diritto allo studio per tutti e tutte.
 
Non vogliamo essere trattati come automi, perché, se dobbiamo agire, lo faremo con la nostra testa.
 
Per questo continuiamo a lanciare cortei, perché non ci stancheremo mai di far sentire la nostra voce: perché non siamo indifferenti, siamo partigiani!
A chi ci guarda con superficialità e ride del nostro impegno nella politica, come modo di essere coscienti e consapevoli della realtà circostante e della forza che possiamo avere uniti, noi rispondiamo:
  • Ci sono ragazz* che nell’alternanza scuola-lavoro si infortunano senza essere tutelat* e lavorano senza essere pagat*;
  • Ci sono scuole che ricevono fondi per badge, quando in altre crollano soffitti e non funzionano impianti;
  • Ci sono distinzioni indecenti tra licei ed istituti che non consentono un accesso egualitario al diritto allo studio;
  • Ci sono sezioni d’élite alle quali solo chi è ricco può accedere, mentre gli altri finiscono con l’essere reclusi in classi di serie B;
  • Ci sono fondi stanziati per garantire alle scuole la ‘sicurezza’ dei poliziotti e dei cani antidroga, piuttosto che essere destinati a un’istruzione pubblica, laica, solidale. 
 
Il mondo va avanti, ma nella direzione sbagliata: quello che emerge è il quadro di una scuola che, invece di unire, divide, che, invece di istruire, indottrina.
Noi non ci stiamo e invitiamo tutti ad aprire gli occhi su una realtà che dobbiamo contestare: per far sentire la nostra voce, per far valere le nostre idee.
 
DALLE SCUOLE ALLE STRADE,
CI HANNO TOLTO TROPPO, CI RIPRENDIAMO TUTTO
 
Rete dei Collettivi fiorentini
 
The following two tabs change content below.

Rete dei Collettivi fiorentini

Ultimi post di Rete dei Collettivi fiorentini (vedi tutti)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *