Cattivi maestri, per un autunno caldo allo Spazio InKiostro

Da diversi anni mi occupo di organizzare incontri di approfondimento teorico in contesti autogestiti. Il progetto Cattivi Maestri è il tentativo di realizzare un vecchio sogno.

Il progetto infatti intende, sul lungo periodo, organizzare un vero e proprio istituto di ricerca rivoluzionario. Non essendoci le condizioni tocca prima seminare. Per farlo intendo dare un modello, chiamando a raccolta i ricercatori, gli intellettuali, gli scienziati migliori che conosco. I requisiti in base ai quali ho selezionato i “cattivi maestri” sono stati la competenza (devono essere degli esperti nel loro settore), la prospettiva (le loro ricerche in campi specifici del sapere devono avere portata generale), la schiettezza (sono banditi baroni e baronetti, arrivisti e meschini) e infine l’approccio critico alla materia di cui si occupano.

“Prendere parola è la condizione minima per non vivere una vita di totale subalternità”

Si tratta insomma di creare un ambiente culturale pluridisciplinare al servizio del movimento reale. La radice su cui basare tutto il resto resta quindi la critica dell’economia politica sviluppata da Marx. Per questo i primi a parlare saranno economisti e sociologi di orientamento marxista.

Su questa radice intendo innestare almeno tre oggetti culturali.

Il primo e più ingombrante è la medicina tradizionale cinese. Ci sono una serie di motivi che mi portano a voler inserire un tema così apparentemente di nicchia. La MTC è un gigante silenzioso che si è guadagnato il rispetto della medicina moderna con l’onore delle armi. È una buona testa di ponte per una critica del paradigma biomedico. Perché si rende necessaria questa critica è proprio ciò che voglio far emergere dall’incontro con esperti del settore che abbiano anche una certa sensibilità politica.

Un altro motivo è il paradigma comunitario della prevenzione che è intrinseco alla MTC e che abbiamo la fortuna essere in corso di riscoperta da parte di una rete eterogenea di compagni sparsi fra Firenze e le colline circostanti. Per parlare di comunità umana bisogna parlare di salute. Per i terapeuti cinesi infatti non c’è separazione fra la salute del corpo fisico e la salute del corpo sociale.

Infine il modo particolare in cui la MTC si è naturalizzata diventando un paradigma esportabile nelle differenti culture è differente da quello della scienza moderna, meno violento potremmo dire. Si tratta di una sottile questione epistemologica che ha delle ricadute enormi sul piano politico: infatti la scienza moderna è legata a filo doppio con la nascita del capitalismo e ne costituisce uno dei motori fondamentali, oggi più che mai, in quanto la tecnica è sfuggita di mano all’umanità. E la medicina moderna basata sulla visione scientifica del mondo è il punto in cui la saldatura fra la brama di ricchezza dei capitalisti e la brama di conoscenza e di controllo degli scienziati afferra e tiene la vita umana alla radice.

Sviscerare il nodo del ruolo della scienza e della tecnica nell’attuale assetto di dominio ci porta ai due successivi innesti, il primo dei quali riguarda la critica delle scienze esatte. È innegabile che a partire dalle due guerre mondiali si è prodotta una saldatura fra interessi economici, militari e scientifici che ha portato la ricerca scientifica, ancora a livello artigianale ai tempi in cui Einstein produceva le due teorie della relatività, ad industrializzarsi, mettendosi al servizio del dominio. Per questo ci rivolgeremo a fisici e matematici che a vario titolo e in vario modo hanno dato contributi importanti su questo versante.

Arriviamo quindi al terzo oggetto che, più che un innesto, è una evoluzione del pensiero critico: l’etnopsichiatria radicale, sviluppata da psichiatri, antropologi e filosofi anche qui in Italia, vede la mente disegnata mediante i legami con oggetti culturali attivi sia materiali che immateriali (gli invisibili che permettono operazioni sul lato non tangibile dell’essere umano); si tratta di uno strumento rivoluzionario probabilmente senza pari che è capace di dare nuove e potenti prospettive su tanti aspetti diversi che interessano (o dovrebbero interessare) i rivoluzionari: la questione dell’integrazione fra culture diverse, l’uso e l’abuso di sostanze, la questione di genere, e, ultimo ma non ultimo, il legame degli attivisti con l’attività politica.

Matteo Geddon Innocenti

Il primo ciclo di incontri dedicato ai Cattivi Maestri avrà luogo allo Spazio InKiostro e si svolgerà in forma circolare anziché frontale, come un’assemblea dunque e non una conferenza, perché il progetto mira alla circolazione dei saperi attraverso la partecipazione diretta in un contesto che non contrapponga lo specialista al profano.

I° Ciclo: Per un autunno caldo

Critica dell’economia politica/1
Venerdì 26 ottobre 2018
GIULIO PALERMO
economista di orientamento marxista

Critica dell’economia politica/2
Giovedì 22 novembre 2018
PAOLO BARRUCCI
sociologo di orientamento marxista

Critica delle scienze della salute/1
Venerdì 14 dicembre 2018
FEDERICO BERTI
insegnante di medicina tradizionale cinese
SIMONA PARAVAGNA
biologa genetista e antropologa

Gli incontri si terranno alle ore 18.00 presso Spazio Inkiostro, via degli Alfani 49