Nuovo aeroporto e Variante di Castello: Piana fiorentina nel caos

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La misura è colma. Quanto a lungo dovremo ancora sopportare il caos urbanistico e politico che si addensa sull’area di Castello e della Piana fiorentina? Quanto a lungo dovremo sopportare gli imbonitori di turno che, ammiccando, ci rassicurano che “tutto va ben, madama la marchesa”? Poi si sa come andò a finire.

L’affaire Castello, nella sua recente versione, è al centro dell’attenzione solo perché una lobby politico-finanziaria ha deciso di dover investire in un mega aeroporto da inserire in un’area che materialmente non può contenerlo, per di più forzando, e spesso contravvenendo, agli strumenti urbanistici che Regione e Comuni hanno già approvato.

Come sappiamo, il masterplan del nuovo aeroporto intercontinentale non ha la conformità urbanistica e, nonostante ciò, il Consiglio Regionale, con la delibera approvata il 21 novembre scorso, dà mandato al presidente Rossi di partecipare alla prossima Conferenza dei Servizi e di approvare il masterplan aeroportuale.
È un colpo di mano che non può essere tollerato perché esautora tutti i livelli intermedi di rappresentanza, rinnega le reiterate richieste di attivazione di percorsi partecipativi da parte dei cittadini, centralizza fortemente le decisioni politiche in un’epoca di loro maggiore condivisione.

fig. 1

Tutto ciò avviene non in virtù di una fortuita e malefica congiunzione astrale ma in base a un dispositivo della Legge urbanistica regionale (L.R. 65/2014) che all’articolo 9 bis, dispone che l’approvazione del masterplan in sede di Conferenza dei Servizi, “costituisce anche variante automatica del PIT”, consentendo di superare di fatto la mancata conformità urbanistica del progetto in quanto adegua, ex post, gli strumenti urbanistici al progetto aeroportuale.

Da notare che l’articolo incriminato è stato introdotto nella Legge Urbanistica regionale, da questa maggioranza di centrosinistra, complice un’ambigua opposizione di centrodestra, solo a fine dicembre del 2015, quando il mondo degli affari era con il fiato sospeso in attesa della sentenza del TAR che a luglio del 2016 avrebbe annullato la sezione del PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) relativa all’inserimento del nuovo aeroporto, decretandone quindi la non conformità urbanistica.

fig 2

Il dispositivo approvato ad usum delphini, consente di aggirare la sentenza del TAR e di ridare una verginità urbanistica ad un progetto molto discusso.

Nello stesso tempo, con la solita delibera del 21 novembre, si dà mandato a Rossi di modificare il perimetro e la superficie del Parco della Piana (- 9 ettari) e del Parco Urbano di Castello (- 19 ettari) per incuneare in ciò che è già stato deliberato la nuova piattaforma aeroportuale.

Intanto è da precisare che non si tratta di una perdita secca di soli 9 ettari, ma di ben 320 (se non oltre) del Parco Agricolo della Piana, che verrebbero cementificati dal nuovo aeroporto, a parte poi tutto lo sconvolgimento idrogeologico conseguente.

Il mandato conferito a Rossi consente anche di modificare il perimetro e la superficie del Parco Urbano di Castello, infatti il masterplan lo invaderebbe nella parte meridionale per inserire le zone di sosta degli aeromobili e il nuovo terminal passeggeri (fig. 1). Tutto ciò in contrasto con una norma del PIT regionale che sancisce l’inviolabilità

fig. 3

degli 80 ettari del Parco (comma 5, art 38 quater della Disciplina generale del PIT). Non solo, ma il Parco, così come delineato dalla Variante di Castello, è già difforme dalla sua rappresentazione cartografica nel PIT regionale (figg. 2 – 3).

Quindi siamo di fronte ad una duplice difformità urbanistica che verrebbe lavata, sic et simpliciter, con un colpo di spugna dalla maggioranza di centro sinistra e dai suoi sodali di centro destra mediante l’applicazione di una norma approvata proprio per aggirare le contraddizioni procedurali.

A questo punto ci tocca dedicare un po’ di attenzione proprio alla Variante di Castello, recentemente approvata e di cui la Giunta Nardella ha sbandierato ai quattro venti la previsione del Parco di 80 ettari, pur sapendo che sarebbe stata disattesa, vista l’intrusione aeroportuale. Questa non solo ridurrà l’estensione del Parco Urbano ma coprirà anche l’area Commerciale e Turistica ricettiva (prevista sotto la Scuola dei Carabinieri).

Le fake news si rincorrono: il previsto Studentato e la Mercafir (1), non saranno realizzabili perché sono nella zona inedificabile in corrispondenza della testata nord dell’attuale aeroporto (Zona di Tutela A), la presunta continuità tra le due Varianti di Castello (quella del 2005 e quella attuale) con la quale la Giunta ha evitato il dibattito in Consiglio Comunale, si rivela pretestuosa perché sono cambiate profondamente le previsioni, il carico urbanistico dell’area e cambierà anche il perimetro del PUE di Castello.
Non è un caso che i fratelli Della Valle, che non sono certo degli ingenui, viste le incertezze dei vari passaggi urbanistici, stiano prendendo tempo per la presentazione del progetto della Cittadella Viola. No Mercafir, no party!

Recentemente l’assessore all’urbanistica di Firenze ha fatto sapere che addirittura la superficie del Parco di Castello potrebbe aumentare a 83 ettari in quanto la parte sottratta dal nuovo aeroporto potrebbe essere integrata con la testata nord della vecchia pista (fig. 4), da adibire a parco. Anche qui, numerose sono le perplessità, perché non è detto che il nuovo aeroporto si faccia e che la vecchia pista sia dismessa. Comunque quest’area è esterna al perimetro del PUE di Castello, non ne fa parte e per essere inserita sarebbe necessaria una nuova variante della variante.

fig. 4

Insomma siamo di fronte ad un accrocco di provvedimenti contraddittori e di forzature procedurali davvero impressionante. Un accanimento tenace nel perseguire i propri interessi e nel cancellare le potenzialità di riconversione ecologica della Piana Firenze, Prato, Pistoia.

NOTE:
(1) È risibile constatare come l’Amministrazione vorrebbe aggirare le limitazioni della Zona di Tutela A del vecchio aeroporto. Queste impongono di “limitare al massimo il carico antropico dell’area”, mentre vanno evitati “insediamenti ad elevato affollamento”. La Mercafir, ossia i Mercati generali di Firenze e della sua area metropolitana, inevitabilmente attrarrà un elevato numero di operatori e di utenti che saranno ovviamente concentrati nelle strutture previste. Per dimostrare il basso carico antropico l’Amministrazione suddivide il numero massimo delle presenze (peraltro comunicato dalla stessa Mercafir, quindi da verificare) per l’intera superficie territoriale dell’insediamento, pari a 150.000 mq. Ne risulta una concentrazione molto bassa, pari a 1 addetto-utente ogni 230 mq, sembra di essere in pieno deserto, mentre, sempre secondo i dati della Mercafir, si deve fare riferimento alla presenza contemporanea di circa 800 persone in Zona di Tutela A, un dato non certo irrilevante.

Antonio Fiorentino, perUnaltracittà

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Antonio Fiorentino

Architetto, vive e lavora tra Pistoia e Firenze dove rischia la pelle girando in bici tra bus, auto e cantieri. E’ un esponente del Gruppo Urbanistica di perUnaltracittà di Firenze, partecipa alle attività di Comitati di Cittadini e Associazioni ambientaliste.

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