Conversione ecologica dell’agricoltura: due convegni in Toscana

E’ un po’ come segare il ramo su cui siamo seduti, continuare ad avvelenare la terra, il cibo, l’acqua, l’aria. L’agricoltura industriale detta anche ‘imperiale’ (perché poche big corporations (dalla Bayer, alla Monsanto, a Nestlè e Syngenta), controllano il mercato mondiale delle sementi, dei concimi, degli alimenti, degli allevamenti, dei pesticidi) costituisce uno dei focolai più virulenti di inquinamento ambientale. Basti pensare che all’agricoltura, ed agli allevamenti intensivi, è da attribuire il 18% dell’effetto serra, e che l’agricoltura industriale è la maggiore consumatrice di acqua (il 73%) nel mondo e la principale fonte di avvelenamento della medesima.

A dispetto di questa concentrazione di potere, però l’85% della produzione alimentare mondiale è affidata alla produzione contadina, ai cosiddetti nuovi contadini. L’agro-ecologia, assume un peso rilevantissimo, così come del pari crescono sempre di più i consumi ed i terreni destinati all’agricoltura biologica e biodinamica, alla biodiversità.

Nella scienza contemporanea vige un regime di doppia verità: da una parte c’è chi continua a sostenere la cultura ufficiale dell’agricoltura industriale, del profitto a tutti i costi, dell’antropocentrismo, della petrocultura, della artificializzazione della vita produttiva (OGM), dell’approccio bellico, dall’altra ci sono, per fortuna, scienziati per lo più inascoltati che dimostrano i guasti crescenti e quasi ormai irreversibili della su citata agricoltura.

‘Dati ufficiali più recenti informano che negli USA muoiono ogni anno circa 9000 persone a causa di malattie trasmesse dagli alimenti’[…]  Quel che la rassicurante scienza ufficiale sottace è che anche i residui di sintesi fanno la loro parte nell’azione di danno all’organismo umano. […] Quel che non viene calcolato è ‘l’effetto cocktail’ … che nessun laboratorio di analisi può indagare.’ (Piero Bevilacqua, Il cibo e la terra, Rosso e nero, 2018)

In questo mese di gennaio 2019, due convegni in Toscana, dedicati all’agricoltura: uno a Pistoia, capitale del florovivaismo nazionale, l’altro a Firenze, dove la Città Metropolitana, proprio in questi giorni, ha messo all’asta la Fattoria Mondeggi Bene Comune, per fare cassa.

Non convegni con modalità discarica di informazioni  ambientali (vedi Timothy Morton, Noi, esseri ecologici, tempi nuovi, 2018),  ma finalizzati a costruire da subito, perché l’emergenza ambientale ‘sta già succedendo’, un’agricoltura fondata sulla cooperazione con la natura e sulla cooperazione fra le tre agricolture: biologica, biodinamica e agro-ecologia.

Se aspettiamo ancora la terra sarà già andata arrosto. ‘ Ma cos’è il riscaldamento globale? La risposta corretta è estinzione di massa’. La sesta per l’esattezza, come ci ricorda Timothy Morton .

*Gian Luca Garetti