Grandi opere inutili, grandi bugie utili a qualcuno

In questi mesi il governo è dilaniato da profondi dissidi che riguardano la realizzazione o meno di poche infrastrutture. Questo aspetto della politica italiana è importante, in particolare mette in luce il degrado industriale italiano, la sudditanza della politica agli interessi di pochi e la vacuità del sistema di informazione.

Che si pongano le grandi opere inutili come la Torino Lione, il Terzo Valico, il MOSE come infrastrutture indispensabili per il rilancio dell’economia italiana è un chiaro sintomo del degrado culturale che interessa sia la classe dominante italiana, sia il mondo politico privo di qualunque progettualità; che si debba invece investire in cose come conoscenza, ricerca di nuove tecnologie per energie rinnovabili, cura e manutenzione del patrimonio artistico, naturale e paesaggistico pare non interessare.

Ma un aspetto davvero inquietante della situazione italiana si vede da come i media trattano il tema delle infrastrutture italiane. Basta monitorare qualche fatto legato alle grandi opere per notare come si muovano le corazzate dell’informazione: per esempio quando il ministero dei trasporti ha voluto sottoporre all’analisi costi benefici il progetto ferroviario della Torino Lione.

Prima della pubblicazione del documento abbiamo assistito ad un susseguirsi di articoli che ne invocavano la pubblicazione; nei giorni immediatamente precedenti l’uscita abbiamo visto una moltitudine di articoli che già denigravano e smentivano, non si sa come, dati che ancora non si conoscevano.

Alla pubblicazione del documento di analisi, dopo appena giornata da che era stato comunicato il risultato negativo, sono seguiti e ancora seguono articoli numerosissimi che smentiscono i risultati basandosi soprattutto sulle dichiarazioni vaghe e disinformate di politici a favore dell’opera.

Per questo si è assistito ad una kermesse di dichiarazioni false impressionante del tipo: “L’opera è già costruita per metà”, “Ci saranno penali enormi a non costruire”, “Si dovranno restituire i contributi europei”, “Lo scavo dei tunnel è in fase avanzata, non ci possiamo fermare”. La moltitudine di lanci di stampa in questo senso è stata impressionante, un fuoco incrociato continuo e incessante.

Se è triste vedere come dati e notizie false vengano propinate da persone direttamente interessate, è deprimente vedere che il giornalismo sia diventato solo riportare testi virgolettati come notizie. La loro verifica pare ormai un lontano ricordo, oggi il giornalismo è diventato soprattutto amplificazione della voce del padrone.

Questa triste situazione la stiamo vivendo anche a Firenze attorno ai progetti di aeroporto e TAV; nel secondo caso le parole virgolettate del ministro dei trasporti Toninelli durante una visita in Toscana “questo progetto è un disastro, non si poteva fare di peggio” sono state sommerse dall’enfasi data alle dichiarazioni del sindaco Nardella e del presidente regionale Rossi, tutte inneggianti alle magnifiche sorti di un progetto che invece è diventato una barzelletta.

Evidentemente gli interessi dei costruttori stanno molto a cuore ai principali media. Peccato che una vera democrazia si possa avere solo se c’è libertà di stampa e una corretta informazione dei cittadini; nell’attuale fase del liberismo pare che questo lusso non ce lo possiamo più permettere.

*Tiziano Cardosi