Anche a Firenze una riqualificazione partecipata delle aree dismesse

caraccioloLe Osservazioni al Regolamento Urbanistico che abbiamo presentato come gruppo urbanistica di perUnaltracittà intendono mettere in evidenza non tanto le singole alterazioni della città causate degli interventi proposti, pure gravissime, quanto il devastante effetto complessivo che emerge da una lettura generale di tutte le proposte che nel suo insieme il Regolamento impone. Un pullulare di interventi separati che colpiscono in maniera diffusa ma sistematica l’intera città, fino a renderla irriconoscibile. Del resto questa situazione è la conseguenza, ulteriormente aggravata dalle nuove scelte, delle errate impostazioni del Piano Strutturale, che avevamo già contestato, e che ora, con il solito gioco delle tre carte, Piano e Regolamento si rimpallano per la paternità delle scelte, comunque sciagurate.

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Ma oltre a questo effetto devastante sull’intera città causato dall’effetto moltiplicatore delle singole proposte avanzate, in assenza di una qualunque idea unitaria di Città, intendiamo sottolineare anche la totale inadeguatezza del Regolamento nell’affrontare la questione delle aree dimesse, senza cogliere altresì le profonde necessità sociali che attanagliano la città, fuori dagli stereotipi lussuosi e mercificati, avvilenti della dignità stessa di Firenze.

Per affrontare questo nodo abbiamo introdotto una nuova categoria urbanistica e sociale, quella della “Sperimentazione Urbana”, che rende possibile affrontare la questione degli usi temporanei e in divenire dei patrimoni dimessi, con modalità di uso e di fruizione di gestione civica e di utilità sociale, che vanno nella direzione sia della costruzione sperimentale dei Beni Comuni, sia in quella di costruzione di bilanci urbani positivi, verso servizi sociali estesi e comunitari. Le città di Milano e di Napoli hanno già iniziato questa strada innovativa, avanzata e veramente di “eccellenza”.

Da quando il Regolamento urbanistico della Città di Firenze è stato adottato, la situazione complessiva e locale è assai cambiata tanto che si può dire che il Regolamento adottato è ormai superato per vari aspetti:

  • per i fortissimi limiti intrinseci del Regolamento stesso che si mostrano ora in tutta la loro fragilità ed errata impostazione;
  • perché nel frattempo è stata istituita la Città Metropolitana che richiede un visione ben più ampia di quella insufficiente anche per la semplice città che il regolamento attuale intenderebbe adottare;
  • perché è prossima l’approvazione di una legge urbanistica regionale e del conseguente Piano paesaggistico, che renderà obsoleto il Regolamento di Firenze, appena approvato, sia perché, per la pressione sociale sempre più incalzante, la necessità di una democrazia territoriale partecipata è ormai ineludibile;
  • perché alcune grandi città italiane si sono già dotate di strumenti legislativi ed urbanistici in tal senso, dimostrando la reale fattibilità di un tale processo evolutivo per la gestione delle nostre città.

Per tutta questa serie di motivi, così argomentati, abbiamo chiesto il ritiro dell’intero Regolamento Urbanistico, avendo altresì fornito alcuni elementi di carattere generale per reimpostare il Regolamento stesso. O quantomeno, in subordine, di introdurre un nuovo paragrafo “La riqualificazione partecipata delle aree dimesse, pubbliche e private, tramite la Sperimentazione Urbana” con tutte le necessarie modificazioni generali e specifiche conseguenti, da inserire all’art. 25 e 85 del Regolamento Urbanistico.

Assumendo atti e strumenti della legislazione nazionale (ad es. art 42 della Costituzione), il Comune potrà così affidare la gestione della trasformazioni di tali spazi, tramite un avviso pubblico, a soggetti che operano senza fini di lucro affinché ne curino il recupero funzionale in considerazione dell’interesse pubblico e della funzione di ‘bene comune’.

Giorgio Pizziolo è urbanista e docente universitario

Di rilievo segnaliamo il censimento-dossier: “Potenzialità dal riuso sociale nonostante tutto” curato dall’Unione Inquilini di Firenze.