Contro il governo della menzogna sciopero nazionale USB

Ormai non ci sono più dubbi: il Governo Renzi passerà alla storia come il Governo della menzogna! Questo governo dopo aver raccontato che si sarebbe opposto con forza verso le istituzioni europee al fine di stoppare le politiche di austerity, sta invece accelerando quelle politiche al fine di obbedire ciecamente ai diktat della troika. Si è presentato al paese dicendo di volersi occupare dei giovani, dei disoccupati e degli anziani, ed invece ha accelerato al massimo l’attacco alle condizioni di vita e ai diritti dei cittadini e dei lavoratori, cercando di fatto di riportarne le condizioni agli anni ’50 del secolo scorso.

In questo contesto è esemplificativa la volontà di passare all’abolizione dell’art. 18, o meglio a ciò che rimane di esso dopo la legge Fornero, dando mano libera agli imprenditori di licenziare, in un paese dove ormai si perdono oltre 1000 posti di lavoro al giorno. Anche la pantomima sul contratto a tutele crescenti, che di fatto non risolve il problema del precariato, ma rende tutti precari, è un altro esempio di come questo governo a guida PD sia posizionato. E’ importante che soprattutto i giovani capiscano che se i loro nonni tanto si sono battuti per ottenere delle regole per il mondo del lavoro è perché si sono ribellati alla regola che il “padrone” avesse facoltà di vita o di morte su di loro.

usb_scioperogeneralePer non parlare poi della squallida marchetta elettorale degli 80 € in busta paga, che avrebbe dovuto dare una scossa all’economia, ma che di fatto non ha prodotto alcun risultato, e ha invece escluso intere fasce di cittadini, pensionati, disoccupati, precari, cioè proprio quelle che di più stanno subendo la crisi. Per non parlare poi dell’attacco costante a tutti i diritti, allo stravolgimento della Carta Costituzionale, e ai beni comuni. Stiamo andando verso la privatizzazione dell’istruzione, verso la mercificazione della sanità (“se oggi ho speso troppo non ti opero” “se hai bisogno di un’analisi clinica urgente… te la paghi”…), verso la privatizzazione di beni primari come l’acqua, in barba all’esito referendario!

Di fronte a tutto questo ancora oggi nel paese non si è coagulata una forte risposta sociale e politica: da un lato i sindacati complici e collusi che ormai avvallano ogni scelta dettata della BCE e che sono legati a doppio filo al sistema di potere del PD e soci, si curano unicamente di salvaguardare i loro spazi di potere e soprattutto i loro finanziamenti (gestione fondi pensione, enti bilaterali, ecc), dall’altro l’assenza quasi totale di un’opposizione politica nel Parlamento e nel paese che svolga realmente il proprio ruolo. E non bastano certo le uscite estemporanee di qualche personaggio che gira fra i vari talk show televisivi, perché lo pseudo estremismo verbale non basta, quando poi nella pratica quotidiana ci si schiera con le politiche di compatibilità dettate dall’Europa.

Il 24 Ottobre 2014 come USB abbiamo proclamato uno sciopero generale nazionale contro le politiche economiche e sociali del governo Renzi che provocano disoccupazione e precarietà, contro il Fiscal Compact e gli altri trattati antipopolari dell’Unione Europea, contro il pareggio di bilancio inserito nella Costituzione. Per il reddito garantito, il salario minimo, la rivisitazione delle pensioni, per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per il diritto all’abitare, contro precarietà e lavoro gratuito (modello Expo).

Siamo coscienti, che questo rappresenta solo una prima e parziale risposta anche se necessaria, di fronte al silenzio delle altre centrali sindacali, ma il lavoro è ancora lungo per ricostruire in questo paese una rappresentanza sociale conflittuale e tendenzialmente di classe che dia voce a grande parte della società che oggi non ne ha e che riesca a far uscire dalla rassegnazione e dal mugugno chi subisce oggi un gravissimo attacco alle proprie condizioni di vita e di lavoro: non è più il tempo di chinare la testa.