Corso di autodifesa per precari

polveriera_volantinoA Firenze, tra via San Gallo e via Santa Reparata, si trova il Complesso di Sant’Apollonia, convento del ‘300 circa ed oggi di proprietà della Regione Toscana. Al suo interno, intorno al grande chiostro con logge al piano terra e primo, uffici della regione (in barba al vincolo d’uso per il diritto allo studio universitario), un auditorium, la mensa universitaria e diversi metri quadrati di fondo abbandonato.

Varcato il cancello che porta al “Chiostro della Badessa”, spiccano agli occhi le parole bianche sullo striscione blu “contro degrado e speculazione – mutuo soccorso e riappropriazione”, salite le scale e percorso il loggiato la prima porta che si incontra è oggi l’ingresso dello spazio comune La Polveriera.

Quelle che erano delle porte chiuse, sprangate da assi di legno, oggi sono tenute aperte da un gruppo di studenti, lavoratori ed abitanti della zona, con l’intento di dare vita ad uno spazio che sia luogo d’incontro tra persone e rivalutazione del Chiostro come area viva e vissuta dagli abitanti del quartiere. Questo il senso dello striscione, che in poche parole concentra il filo comune delle attività svolte dal collettivo della Polveriera: resistere al degrado e l’abbandono riappropriandosi di spazi, mettendo in campo pratiche di mutualismo ed autorganizzazione.

In quelle aule dove stava verificandosi uno dei dejà vu fiorentini, l’abbandono di uno spazio pubblico per successivi fini speculativi, si sta tentando di portare avanti delle pratiche che, in una società sempre più individualista e frammentata, provino a ricreare relazioni sociali in contro tendenza, fondate sulla cooperazione di persone diverse per obiettivi comuni.

polveriera_assembleaNel programma si parla di iniziative politiche, progetti artistici ed attività formative che stanno susseguendosi da quasi 6 mesi. E proprio una di queste iniziative è il corso d’autoformazione organizzato insieme ai Clash city workers, il “corso d’autodifesa per precari”, un corso autogestito per conoscere i propri diritti e rivendicarne di nuovi. Un corso organizzato dai quegli stessi soggetti verso i quali si indirizza. Insieme ad alcuni delegati sindacali (Sergio Vigiani della Cgil, Alessandro Nannini ed Edoardo Todaro dei Cobas) ed avvocati del lavoro (Maurizio Milana, Gianni Mannucci e Letizia Martini) si sono svolti tre incontri: Come ottenere la stabilizzazione dei contratti a termine e atipici; Leggere busta paga, contributi INPS e CCNL; Come organizzarsi sui posti di lavoro: Assemblea, RSU/RSA, Sciopero.

L’idea è nata ad un gruppo di giovani lavoratori, precari come oramai chiunque lavori oggi, data la fragilità dei diritti anche dei lavoratori con contratti cosiddetti stabili. Nonostante la retorica dei governi degli ultimi anni sulla necessità di legare il percorso scolastico ed universitario al mondo del lavoro, usciti dai nostri percorsi formativi nessuno di noi ha i mezzi per affrontarlo! Questo perché la scuola di oggi è strutturata come una scuola di disciplina, dove si impara ad ascoltare passivi la lezione frontale del professore, dove si impara a valutare ed essere valutati con test standardizzati a crocette, dove si impara che studiare serve a trovare lavoro (concetto che, oltre che essere sbagliato -il fine dell’istruzione dovrebbe essere la formazione di cittadini consapevoli e non forza lavoro pronta all’uso-, non trova neanche riscontro nella realtà, basta consultare le statistiche che ci parlano di quanti pochi studenti trovano lavoro nel settore di studi conseguiti).

“L’obiettivo che ci siamo dati è quello di dotarci degli strumenti necessari a comprendere la propria situazione lavorativa, per rendersi conto di quali diritti abbiamo ma che non vengono rispettati” riporta la presentazione, e poi “per potersi organizzare sui posti di lavoro, per non delegare a nessuno la necessità di ottenere migliori condizioni di lavoro e il rispetto delle conquiste già ottenuto dai lavoratori.”
Tutto il materiale prodotto (documenti, slide e video) verranno caricati sul sito lapolveriera.blogspot.it. così da accumulare e condividere quanto detto, ed all’inizio del prossimo anno prevediamo di replicare, magari estendendo i contenuti a quelle forme di lavoro non retribuite quali stages, tirocini e “lavoro volontario”.

In un paese nel quale si abbassano i salari e si tagliano i diritti, proprio in forza d’una disoccupazione giovanile inedita e galoppante verso il 50%, la maggior parte di noi si trova da solo e costretto a subire le condizioni proposte. Il mutuo soccorso è una pratica che in questo contesto permette a chiunque, aggregandosi a persone che vivono le medesime condizioni, di organizzarsi per migliorare la propria situazione, trovando la forza collettiva di cambiare le cose. Mutuo soccorso per resistere ed organizzarsi!

Samuele De Santis, collettivo La Polveriera