69 milioni non investiti ma profitti per 47: il bilancio magico di Publiacqua​ che ha le tariffe più care d’Italia

L’Autorità Energia Elettrica, Gas e Servizio Idrico (AEEGSI) ha annunciato nuovi aumenti tariffari nel servizio idrico. Per il suo presidente, Pier Paolo Bortoni, questi aumenti “sono necessari per favorire gli investimenti prioritari per il settore, tesi a raggiungere e mantenere obiettivi di qualità ambientale e della risorsa”.

Non siamo nuovi a dichiarazioni come questa: da quando la gestione dell’acqua è passata alle aziende partecipate gli aumenti sono stati moltissimi e sempre giustificati da necessità di migliorare la qualità del servizio. Gli incrementi tariffari non sembrano aver generato proporzionali aumenti negli investimenti, mentre hanno generato grande ricchezza per il gestore. Ecco alcune cifre a confronto che spiegano molto bene la situazione:

  • I ricavi tariffari di Publiacqua sono aumentati del 92%
    da 90.903.970 milioni di euro a 174.805.958 (2002-2010).
  • Il margine operativo lordo è cresciuto del 521%
  • Gli investimenti sono diminuiti del 16%
    da 59.999.033 a 50.534.285 (2002-2010).
  • Realizzato solo il 56% degli investimenti
    previsti dai Piani d’ambito (2006-2009, dati Co.Vi.Ri ).
  • Publiacqua al 2014 ha realizzato 69 milioni di investimenti in meno
    di quanto previsto dal Piano d’ambito e da quello tariffario.

Ecco alcuni dei risultati di questa gestione:

  • abbiamo 225 km di condotte in amianto;
  • una rete colabrodo con perdite di acqua pari al 38% dell’acqua distribuita (Publiacqua pompa il 51% in più dell’acqua distribuita);
  • abbiamo un sistema fognario e di depurazione inadeguato alle normative vigenti per cui siamo sotto infrazione della Comunità Europea e al 2015 scatteranno le sanzioni.

Abbiamo veramente bisogno di investimenti “tesi a raggiungere e mantenere obiettivi di qualità ambientale e della risorsa”, e forse tutti i fondi stanziati per gli investimenti andrebbero finalizzati a questi obiettivi. Invece il Piano Interventi di Publiacqua (2014-2021), che prevede quasi 500 milioni di euro di investimenti, ne destina il 20% all’azienda stessa con varie priorità fra le quali:

Euro 20.000.000 Software
Euro 16.000.000 Sistema informativo territoriale (mappe)
 Euro 4.750.000 Ristrutturazioni e nuove sedi
 Euro 4.550.000 Efficentamento gestione interventi (Wfm)
 Euro 4.000.000 Aggiornamento e manutenzione automezzi
 Euro 1.200.000 Manutenzione immobili

Forse prima di deliberare nuovi aumenti della tariffa – è notizia di oggi che a Firenze un cittadino paga quasi quattro volte quanto sborsa un milanese: 301 euro contro 82 per 120 metri cubi l’anno – sarebbe opportuno investire meglio ciò che l’azienda ricava e ridurne i margini di profitto. Il 22% di ciò che paghiamo genera utili per l’azienda e non serve a coprire costi del servizio.

Ginevra Lombardi insegna Economia ed Estimo Rurale presso l’Università di Firenze. È attiva nel movimento per la ripubblicizzazione dell’acqua