Il parco giochi di Renzi

Con una mossa che ha la delicata agilità dell’orca in mare aperto, la vicesindaco Giachi ha estratto dal cilindro la cosiddetta riorganizzazione della scuola dell’infanzia, in realtà l’avanguardia di una riforma ben più sostanzia le di quanto non si voglia far credere, che si è schiantata sul consiglio comunale come un maglio.

In due parole, la riforma prevede che – per il prossimo anno, poi ovviamente si vedrà (e si estenderà aggiungo io) – il pomeriggio di un certo numero di sezioni delle scuole dell’infanzia comunali sia dato in appalto a soggetti privati esterni. La scelta è esclusivamente politica, e mira ad azzannare un settore redditizio e promettente del pubblico non ancora elargito ai privati: l’istruzione.

60-comitato-infanzia-non-si-appalta-firenze--2-La cosa presenta numerosi vantaggi: oltre ad avere infatti un nuovo soggetto intermedio che farà profitti, e dunque potenzialmente un nuovo grande elettore, oltre ad ingrossare le fila dei precari non-sindacalizzati e disorganizzati – privi dunque di qualsiasi forza negoziale, di diritti e di garanzie, oltre a snellire la macchina comunale, si potrà anche cominciare ad agire in maniera più incisiva, attiva e selettiva sull’elettorato di domani. Non è infatti difficile immaginare quali potranno essere le linee educative non scritte che guideranno i nuovi insegnanti – precari dell’istruzione – impiegati da soggetti privati facenti capo, ad esempio, a Comunione e Liberazione. Firenze, poi, è la piazza migliore per sperimentare cose del genere: già playground di Matteo Renzi, la città presenta l’indolenza necessaria per cimentarsi in imprese deGiacomo Trombi genere, una Giunta con poco nerbo e una maggioranza compatta al punto giusto.

I consiglieri, ma soprattutto le consigliere, del PD si sono ritrovati di punto in bianco intasati da incandescenti telefonate, messaggini, chat di whatsapp in cui mamme inferocite (mi si perdoni la generalizzazione di genere, ma più o meno è andata così) chiedevano ragione di una riforma di cui però nessuno le aveva preventivamente informate. Giunti in consiglio, gli esponenti del PD si sono ritrovati con mezza città contro e una delegazione agguerrita di genitori/insegnanti.

La cosa ha fatto montare una notevole irritazione nelle fila della maggioranza: c’era chi mormorava sconsolato “oggi abbiamo perso le elezioni” [regionali N.d.R.], salvo poi ribadire che “comunque la strada è quella” [della privatizzazione N.d.R]; chi ci ha ringraziato per aver evitato, con le nostre 4 interrogazioni, che la Giachi facesse una comunicazione in consiglio “perché col cazzo che io l’avrei difesa”; chi dubitava delle capacità intellettive della medesima con epiteti anatomici che mi secca riportare fedelmente; chi minacciava addirittura di non votare il bilancio – ovvero di uscire dalla maggioranza.

La cosa pare sia stata poi affrontata in una rovente riunione di gruppo consiliare PD, in merito alla quale alcuni testimoni oculari (o meglio auricolari) hanno riferito che “si sentivano le urla da fuori”. Il solito molto rumore per nulla, verrebbe da dire col senno di poi. La Giachi si è presa il cazziatone ma ha continuato imperterrita e quasi indisturbata. Il sindaco, invece, è rimasto prudentemente in disparte, pur confermando la sostanza della scelta dell’amministrazione, consolidando l’ormai tradizionale strategia del se-faccio-finta-di-nulla-i-

Mentre la città era in fermento e si formava quello che poi è divenuto il comitato “L’infanzia non si appalta!”, in consiglio abbiamo deciso di scrivere due emendamenti alla relazione del bilancio preventivo 2015 per spuntare i coltelli che la Giachi tiene in mano. Gli emendamenti erano per altro molto soft, tralasciavano valutazioni politiche di ampio respiro e avrebbero sostanzialmente permesso di guadagnare tempo, senza dare addosso alla Giunta. Insomma, erano votabilissimi anche da parte del PD senza dare scandalo.

L’epilogo è noto, ma è bene ricordarlo: altro che votare contro il bilancio! Dopo aver bocciato compattamente i nostri due emendamenti, la minoranza del PD contraria alla riforma ha coraggiosamente scritto e votato un ordine del giorno dai toni fortissimi, pesante nei contenuti e molto critico nei confronti della riforma della Giachi, ma nella pratica semplice carta igienica. E nemmeno delle più ruvide. La Giunta infatti ha tutte le carte in regola per poter procedere serenamente sulla strada della privatizzazione, e non v’è nessun atto che formalmente glielo possa impedire.

Dunque è bene ribadirlo per chi avesse dubbi: il PD, anche quello locale, anche quello minoritario, anche quello critico, alla fine le privatizzazioni – quando non le ama – se le fa comunque piacere.

E se le fa piacere tutte, anche le più scellerate: quelle che riguardano l’istruzione dei nostri figli.