Regionali in Toscana: i dati “reali” nel Paese “reale”, bocciato il Pd

Se questa è una vittoria. I dati “reali” nel Paese “reale”. In Toscana perde in un anno mezzo milione di elettori. Bocciato il Partito Democratico del tandem Rossi-Renzi. La realtà quotidiana della crisi è più forte della retorica del Partito della Nazione.


Renzi commenta i risultati come fosse una partita a tennis, 4 a 3, no, 5 a 2. Rossi ringrazia perchè è presidente ancora una volta. Sui principali organi di informazione campeggiano numeri riferiti esclusivamente alle percentuali. Noi vogliamo dare un’occhiata alla realtà, e gridare che il re è nudo.

In Toscana dalle europee 2014 alle regionali 2015 i votanti sono passati da 1.972.406 a 1.441.510, con una perdita secca in dodici mesi di 530.896 elettori che non si sono presentati alla cabina elettorale. Nello stesso periodo Il Partito Democratico passa da 1.069.179 voti agli attuali 614.406: 454.773 elettori che avevano barrato nel 2014 il simbolo del PD non hanno riconfermato la loro fiducia nel Partito.

Per chi ama le percentuali la diminuzione è pari a oltre il 42%: quasi dimezzato il nascente Partito della Nazione. Sempre per gli amanti delle percentuali la grande affermazione di Enrico Rossi, con il 48% che gli consente di evitare un ballottaggio, calcolato in confronto al 48% dei votanti, significa che è stato votato dal 23% degli aventi diritto.

Più che una vittoria un terremoto, un disastro, una sconfessione clamorosa in una delle Regioni con maggiore tradizione di fedeltà elettorale. Solo un toscano su cinque da fiducia al Partito Democratico di Renzi e Rossi. Per questo è utile non farsi distrarre dall’analisi dei cantori del renzismo a tutti i costi per ripercorrere brevemente cosa è successo in questi dodici mesi.

Dalla roboante affermazione renziana, basata come consuetudine del piccolo caudillo rignanese su parole, promesse, televendite e slogan, si è passati alla dura realtà del jobs act e della lotta senza riserve ai diritti dei lavortori, all’adesione totale alle politiche confindustriali (e oltre, vedi Marchionne) che hanno come unico scopo la polarizzazione crescente della ricchezza, e conseguentemente della povertà. Alla distruzione sempre più feroce della scuola pubblica con ricche prebende alle private.

A livello regionale l’adeguamento di Rossi alle politiche renziane è stato veloce e incondizionato, tagli ovunque, una popolazione sempre più povera con sempre meno servizi, una conflittualità sociale crescente e sempre più spesso repressa con violenza dalle divise del Ministro Alfano (che giustamente pochi giorni fa ha rivendicato un anno di politiche di destra fatte da un governo a guida Democratica).

Questa è una sonora bocciatura delle politiche governative, nazionali e regionali. Una bocciatura del partito unico, dell’uomo solo al comando, si chiami Matteo o Enrico. Della protervia del potere che tende solo a conservare se stesso.

Un suggerimento ai responsabili del Partito Democratico: non giustificate l’astensionismo con le gite al mare, molti di quelli che non hanno votato non hanno neanche i soldi per andarci, al mare. Non vi hanno votato per rabbia, per disgusto, per disperazione. E ve li troverete presto davanti, a chiedervi il conto.