Il paradigma del fuoco: l’inceneritore di Montale

 

La retorica/propaganda dei sostenitori degli inceneritori, dice che gli inceneritori, ufficialmente denominati  impianti insalubri di prima classe, non inquinano l’ambiente e non danneggiano la salute. Quelli nuovi, quelli con le BAT (best available technology), sono addirittura dis-inquinanti, dicono. In realtà dall’inceneritore di Montale, che c’ha le BAT, e che quindi è molto simile a quello che vorrebbero impiantare a Firenze, a Case Passerini, da anni fuoriescono diossine e furani oltre i limiti: nel 2007, nel 2011 e questa estate, dal 15 luglio al 14 agosto, questo almeno ufficialmente. Li chiamano malfunzionamenti. Non a caso Il Dipartimento di Prevenzione AUSL 3 di Pistoia in una indagine relativa allo stato di salute della popolazione residente ( nel Convegno nazionale-Impianti di incenerimento-Pistoia 2-3 dicembre 2011) ammise: “gli eccessi di mortalità statisticamente significativi, l’elevata mortalità proporzionale neoplastica, la consistente mortalità oncologica negli uomini di Agliana” ed un profilo di salute delle popolazioni residenti intorno all’inceneritore di Montale, soprattutto da un punto di vista oncologico, che rende necessari sorveglianze ed ulteriori approfondimenti”.

inc_montaleDi  fronte a questi dati epidemiologici, di cui è molto ben fornita la letteratura scientifica, si da la colpa al traffico o a non ancora ben identificate fonti di inquinamento o al direttore degli studi, come è successo recentemente all’ARPA Piemonte per lo studio sull’inceneritore di Vercelli e lo si licenzia.  In ARPAT “Indagine ambientale e sanitaria nelle aree poste in prossimità dell’impianto di incenerimento RSU di Montale” 2008-2010, nelle pagine conclusive(71-72), infatti si legge: ‘La condizione ambientale riscontrata non appare quindi correlabile in via esclusiva con la possibile deposizione di emissioni provenienti dall’impianto di incenerimento di Montale il quale determina sicuramente un impatto ambientale nel territorio ad esso circostante, ma sullo stesso territorio, ed in più ampia scala territoriale, insistono altri fattori di pressione che concorrono a determinarne le condizioni complessive. Alcune fra queste sorgenti emissive possono essere quanto meno ipotizzate e fra queste la stessa autostrada A11 e, più in generale, il traffico veicolare, ma certamente altre fonti che, ad oggi, non è stato possibile individuare, meriterebbero un’attenta valutazione.’  Quindi si rimanda a ‘ulteriori approfondimenti’ dice la ASL e ad  ‘attenta valutazione’ dice l’ARPAT e così passa il tempo, le diossine ed i furani lentamente si bio-accumulano nelle matrici umane ed essendo cancerogeni certi, è intuitivo che tanto bene non devono fare. E poi c’è il grosso tema degli interferenti endocrini, cioè di sostanze come le diossine, i furani che a dosi infinitesimali, cioè in quelle quantità che dovrebbero fuoriuscire quando non ci sono ‘anomalie’, mimano l’azione degli ormoni sregolando il sistema endocrino –metabolico, con una lunga serie di patologie, che peraltro non vengono mai considerate da chi fa gli studi. La colpa almeno a Montale è quasi sempre nella qualità del carbone attivo, impianti che costano centinaia di milioni, prodigi della scienza e della tecnica, smettono di funzionare per così poco! La linea 1 di Montale è quella più disgraziata, in questo agosto viene accesa e spenta più volte. Queste operazioni  on off, sono quelle in cui si emettono enormi quantitativi di inquinanti. ‘Fare chiarezza sulle anomalie dell’impianto’ dice Cristina Volpi, in un Comunicato Stampa del 040915,responsabile servizi pubblici locali di quel partito democratico, che vuol riempire la Toscana e l’Italia di inceneritori. Altro che chiarezza, quell’impianto di Montale doveva essere già spento da tanto tempo e se davvero si avesse a cuore ‘la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute dei cittadini’ la gestione dei rifiuti passerebbe solo per la Strategia Rifiuti Zero.

*Gian Luca Garetti, medico attivo in Medicina Democratica, Isde e perUnaltracittà