Chi sono i Fascisti del Terzo Millennio: CasaPound Italia

Si fanno chiamare “Fascisti del terzo millennio”, utilizzano pratiche di azione che vanno dalle occupazioni di edifici pubblici e privati all’organizzazione di concerti di gruppi noti e meno noti del cosiddetto rock identitario di estrema destra. Sono ufficialmente una “associazione di promozione sociale”, ma provengono dall’estrema destra partitica, essendo nati da una scissione dal Movimento Sociale – Fiamma Tricolore nel 2008. Alcuni dei suoi membri, primo tra tutti il leader del movimento, Gianluca Iannone, erano già noti al pubblico della destra radicale prima dell’abbandono della vita partitica. Già front-man del noto gruppo musicale degli Zeta Zero Alfa, Iannone è infatti stato al centro della scena che ha portato alla nascita del fenomeno delle “occupazioni non conformi”, la più nota delle quali è quella di Via Montenapoleone, nel quartiere dell’Esquilino, dal 2003 sede principale di CPI.

3Il nome dell’organizzazione è un tributo a Ezra Pound, famoso autore e poeta statunitense che sostenne il fascismo italiano fino alla sua caduta. Pound viene celebrato anche in questi giorni a Venezia, dove è sepolto, in occasione della ricorrenza della morte, in una cerimonia a cui hanno partecipato una cinquantina di membri di CPI. Dalla produzione di Ezra Pound il gruppo di Iannone estrapola, esaltandola, la critica all’usura e la relativa centralità della sicurezza abitativa. Non a caso, il simbolo del movimento è una tartaruga, l’animale che rappresenta l’autonomia abitativa per eccellenza. E, non a caso, delle tematiche di cui CPI si fa promotrice, quella del mutuo sociale ha la centralità assoluta. Si tratta di una proposta di forma di acquisto agevolato della casa, riservata a cittadini italiani, che ben rappresenta la volontà del gruppo di riferirsi all’esperienza del fascismo-movimento italiano e dei suoi richiami alla destra sociale.

E in effetti richiami al fascismo sono evidenti e costanti. Sempre riguardo al tema dell’edilizia, si legge nel programma ufficiale (p. 10) che il movimento auspica un ritorno alla “edilizia pubblica stile Ventennio”. L’intero apparato simbolico di CPI si richiama inoltre all’esperienza storica del fascismo: dall’insegna che campeggia sullo stabile a Via Montenapoleone all’iconografia dei manifesti e dei volantini che pubblicizzano le multiformi attività che CasaPound organizza per la socializzazione politica dei nuovi – spesso giovanissimi – aderenti, per l’integrazione dei membri e per la cooptazione dei dirigenti. A tutti i livelli i membri di CPI rispondono ad uno stretto principio gerarchico che organizza la vita dentro l’organizzazione, dalle decisioni strategiche in merito alla linea politica, alla gestione degli spazi e delle attività culturali e ricreative.

2La proposta politica di CasaPound Italia rappresenta un mélange di riecheggiamenti del fascismo nella sua versione di destra sociale e critica aspra alla società capitalista di cui si stigmatizza la finanziarizzazione, la prevaricazione e l’individualizzazione. Si legge nel programma (p. 2) che “la nazione italiana deve tornare ad essere un organismo avente fini, vita e mezzi d’azione superiori, per potenza e durata, a quelli degli individui, divisi o raggruppati, che lo compongono. Deve tornare ad essere una unità morale, politica ed economica, che si realizza integralmente nello Stato”. All’idea di un’Europa autocratica e protezionista si affianca una concezione della nazione che rifiuta ogni forma di multiculturalismo. CPI si dichiara infatti contraria a nuovo “multirazzismo”, secondo il principio che “l’infernale meccanismo immigratorio di massa è uno dei principali vettori di sradicamento e impoverimento sociale, culturale ed esistenziale a danno di tutte le popolazioni coinvolte, siano esse ospiti o ospitanti”. Il rovesciamento dell’argomentazione, seppur non nuovo nella tradizione della destra radicale, mostra una certa attenzione per la dimensione strategica della comunicazione verso l’esterno.

Si tratta di una comunicazione che è ricca di ibridazioni simboliche: passato e presente, dialogo e violenza, partito e movimento.

CPI ha partecipato senza successo alle elezioni del 2013, ma ha goduto di una insperata pubblicità dalle esternazioni di Beppe Grillo durante la campagna elettorale circa la comunanza di alcuni dei fini dei due movimenti. Anche con la Lega Nord di Salvini CPI ha intessuto negli ultimi mesi un dialogo reciprocamente conveniente su temi dell’immigrazione e della sicurezza. Eppure CasaPound non è un partito più di quanto non sia un movimento. I numeri di membri dichiarati sono difficili da verificare (circa 2000 tesserati e almeno altrettanti simpatizzanti), ma il movimento ha sedi in tutta Italia e riesce, attraverso i canali della scena musicale del rock identitario, delle attività ludiche come pub e associazioni sportive, financo attraverso la proposta di reti di solidarietà nazionale che sfociano in attività come l’aiuto ai terremotati dell’Emilia o le ripetute distribuzioni del pane, a fare breccia soprattutto tra le fasce giovanili.

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L’acuirsi della crisi economica ha certamente favorito CPI a diffondere i suoi messaggi di protezionismo, sovranità nazionale, autarchia, e a recepire un consenso fatto non di voti, ma di disponibilità al fedele rispetto del principio gerarchico, alla diffusione di pratiche identitarie che vanno dalle occupazioni alla “cinghiamattanza”, e all’azionismo velleitario con richiami espliciti alla violenza.

A differenza di partiti e movimenti di quell’area che nei loro documenti ufficiali evitano il riferimento all’uso esplicito della violenza, CPI dichiara sul suo sito che il movimento “fa politica, non teppismo. Non è interessato a mostrare i muscoli. Vuole la forza tranquilla. Ma allo stesso tempo non può permettere che chicchessia ne contesti la legittimità ad agire e a esistere. Noi vogliamo il confronto, ma non rifiutiamo lo scontro, se questo ci viene imposto e se ne va della nostra sopravvivenza politica e fisica”. Il passaggio dalla difesa all’offesa è però testimoniato dai numerosi fatti di cronaca di cui CPI è stata protagonista in diverse città italiane dal momento della sua fondazione.


 

L’autrice del pezzo ha condotto assieme ai colleghi Matteo Albanese, Pietro Castelli e Caterina Froio dell’Istituto Universitario Europeo una lunga ricerca sul gruppo CasaPound italia. I risultati della ricerca sono consultabili nel volume: “Fascisti di un altro millennio? Crisi e partecipazione in CasaPound Italia” Bonanno Editore, Catania, 2014.

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Copertina del disco degli ZetaZeroAlfa “Hate for breakfast”, 2006, Rupe Tarpea Edizioni.