Le Piagge a Nardella: “Mantieni gli impegni contro le ludopatie”

La Comunità delle Piagge e il suo Laboratorio Politico Cantieri Solidali hanno scritto una lettera al sindaco di Firenze Dario Nardella manifestando il proprio dissenso riguardo l’imminente apertura di una nuova sala giochi nella periferia nord di Firenze (Via di San Piero a Quaracchi) dove la piaga del gioco d’azzardo sta, come altrove, dilagando in modo preoccupante. Nella missiva si lamenta in particolare la totale indifferenza delle istituzioni in una zona già satura di attività legate al gioco d’azzardo legalizzato.

BASTA APRIRE SALE GIOCHI NELLA NOSTRA PERIFERIA!

slot-machineLa Comunità delle Piagge e il suo Laboratorio Politico Cantieri Solidali ancora una volta esprimono profonda preoccupazione per la possibile apertura dell’ennesima sala giochi nel quartiere, in via S. Piero a Quaracchi. Nei dintorni esistono già 5 sale dello stesso tipo, di cui una aperta da poco e vicinissima.

La sala in questione aprirebbe proprio di fronte ad un fast food, frequentato da tanti giovani e giovanissimi, prede perfette dell’ambigua attrazione dei soldi facili e potenziali malati di gioco. Il fast food non rientra espressamente nell’elenco dei “luoghi sensibili”, ma potrebbe a nostro avviso essere indicato come tale dal Comune, proprio in virtù della fascia di pubblico che attrae (giovani e minori).

Purtroppo dobbiamo rilevare che la Questura, su indicazioni del Ministero dell’Interno, al momento di rilasciare la licenza alle sale giochi non tiene in alcuna considerazione la normativa regionale, limitandosi alla verifica delle condizioni di “ordine e sicurezza pubblica” specificate dal Tulps, testo che risale al 1931! Il controllo del rispetto delle distanze da scuole, chiese, centri di aggregazione,che finisce per essere demandato esclusivamente ai Comuni, difficilmente riesce ad essere efficace ai fini della chiusura di attività già in possesso di regolare licenza della Questura.

Il nostro quartiere, già sottoposto a tante ingombranti e malsane presenze – aeroporto, inceneritore, traffico veicolare… – deve dunque subire anche l’epidemia del virus del gioco d’azzardo? Non sono state considerate le inevitabili conseguenze sociali di un’offerta così sconsiderata di slot e VLT, in un quartiere in cui vivono persone economicamente deboli e quindi più vulnerabili?

CHIEDIAMO ALLA QUESTURA se nel concetto di “sicurezza dei cittadini” non rientri anche la prevenzione del degrado urbano e della disgregazione del tessuto sociale inevitabilmente prodotti da questo tipo di attività. In questo senso ci pare davvero deleterio concedere ulteriori autorizzazioni all’apertura di sale per il gioco d’azzardo (perché di questo si tratta) nel nostro quartiere, ormai saturo. Non aveva il Questore dichiarato nel dicembre 2014 che non avrebbe mai rilasciato autorizzazioni nelle zone più a rischio della città?

CHIEDIAMO AL SINDACO, quale autorità locale responsabile della salute dei cittadini, di prendere una posizione chiara e concreta al riguardo, per arginare l’allarmante diffusione della dipendenza dal gioco e delle sue conseguenze sociali. Non ha forse il Comune di Firenze aderito, con l’approvazione all’unanimità di una specifica mozione il 16 gennaio 2015, al “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”? 
Dunque, si mantengano gli impegni assunti solennemente.

Rinnoviamo la RICHIESTA DI UN TAVOLO INTER-ISTITUZIONALE presieduto dal Prefetto e composto dalle istituzioni competenti per materia (Questore, Sindaco, AAMS) al fine di creare le opportune sinergie tra i procedimenti per il rilascio dell’autorizzazione di polizia e i connessi procedimenti di competenza regionale e giungere così al solo unico scopo di individuare e combattere fenomeni di criminalità organizzata legati alla gestione delle sale giochi e rendere più efficace la  lotta  al fenomeno delle ludopatie.

CHIEDIAMO AL PRESIDENTE E ALLA VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA di voler dare piena applicazione alla Legge regionale 18 ottobre 2013, n. 57 e successive modifiche. “Disposizioni per il gioco consapevole e per la prevenzione della ludopatia” e al “Regolamento di attuazione della stessa legge” emanato il 2 marzo 2015. Come si possono far convivere delle “buone leggi” con una pratica autorizzatoria che continua ad essere devastante per alcuni territori? Forse che anche le leggi regolarmente votate costituiscono solo buone intenzioni e valgono quanto carta straccia per le aspettative dei cittadini?