Risposta in tre mosse a un chimico filoinceneritori che parla di modernità

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Segnaliamo la risposta di Antonio Fiorentino di perUnaltracittà a un chimico amico degli inceneritori che interviene sul Corriere fiorentino del 15 maggio.

“L’inceneritore è l’unico destino che ci può essere” “l’inceneritore è un altro passo verso la modernità”.

downloadQueste sono alcune delle amenità apparse sul Corriere Fiorentino (15 maggio) dopo la grande manifestazione del 14 maggio ad opera un docente di chimica dell’università di Firenze. Dispiace constatare come in queste affermazioni ci sia tanta ideologia e scarsa rispondenza alla realtà delle cose.

Vorrei ricordare al professore che la pratica dell’incenerimento dei rifiuti è una pratica barbara, propria di una società che non è in grado di affrontare in maniera moderna ed equilibrata la gestione del ciclo dei rifiuti. Gli inceneritori sono una contraddizione in termini rispetto alla raccolta differenziata e al riciclaggio dei rifiuti. Hanno bisogno dei rifiuti, sono un limite oggettivo al loro riutilizzo.

Non è un caso che l’etimologia della parola “letame” derivi dal latino “laetare”, allietare, perché rendeva lieti coloro che utilizzavano la parte terminale di un ciclo biologico e, contemporaneamente, potevano utilizzare le stesse sostanze, i rifiuti, per impostarne un altro, e così via.

Il compito di noi “moderni” non è quello di distruggere tanta ricchezza ma di renderla nuovamente disponibile. I tanto vituperati premoderni lo avevano capito! Chi ragiona in termini ideologici non ancora.

In secondo luogo con gli inceneritori le discariche non sono eliminate perché il 30% circa dei rifiuti da bruciare viene trasformato in ceneri, la cui concentrazione di inquinanti è molto elevata e fortemente tossica. Queste devono essere poi smaltite in una discarica, ergo: le discariche ci saranno ancora con il loro spaventoso carico di veleni. Come dire che delle 180.000 tonnellate di rifiuti che l’inceneritore di Case Passerini potrà trattare, ben 60.000 tonnellate di ceneri dovranno essere mandate in discarica. Scusate se è poco!

In terzo luogo, e non per ordine di importanza, il professore di chimica conoscerà bene il Principio di conservazione della massa di Lavoisier, in base al quale, lo dice anche il normale buon senso, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Ossia, se non dovesse essere chiaro, che le 180.000 tonnellate dell’inceneritore fiorentino si trasformeranno in 60.000 tonnellate di ceneri e in 120.000 tonnellate, se non di più, di gas che attraverso il camino galleggeranno sulle nostre teste, si diffonderanno sulla Piana Fiorentina.

E’ questa modernità? E’ questo il senso di responsabilità che anima politici, investitori e dotti accademici?

La manifestazione di ieri 14 maggio 2016 resterà nella storia della Piana e di Firenze.

Più di 15.000 persone hanno ribadito che “senza la gente non si fa niente!”.

*Antonio Fiorentino, laboratorio perUnaltracittà-Firenze

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Antonio Fiorentino

Architetto, vive e lavora tra Pistoia e Firenze dove rischia la pelle girando in bici tra bus, auto e cantieri. E’ un esponente del Gruppo Urbanistica di perUnaltracittà di Firenze, partecipa alle attività di Comitati di Cittadini e Associazioni ambientaliste.

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