La solitudine dei numeri rossi

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia 

E.Montale

 

La matematica, si sa, è ostica, per questo ci si aiuta con la magia: formulette che permettono di impararla e tavole in cui raccapezzarsi se non si è spediti nel calcolo a mente. Ci si accorge così che i numeri non sono tutti uguali, ci sono i naturali, i primi, gli interi, i dispari e gli immaginari….

I rossi no, non ci sono più.
In una qualunque strada cittadina, contate i rossi. Quanti ne avete trovati, cinquanta? State certi che ripassando il giorno dopo ne troverete trentacinque e una settimana dopo solo sette, soli soletti. 

Che fine hanno fatto gli altri?Se li è mangiati il mercato immobiliare. Come? Con una semplice sottrazione. L’operazione si può ripetere un numero infinito di volte: la mattina, alle otto meno cinque, passa il muratore, scarica il materiale, si fa aprire e comincia il lavoro che consiste nell’erigere un muro di foratini dove prima c’era un negozio. Poi stende l’intonaco, una mano di vernice a rullo ed è fatta, il rosso scompare! Del negozio non c’è più traccia, al suo posto si intravede un “basso” in cui si stringono alcuni esseri umani costretti a vivere in una conigliera.

Un tempo questa operazione era vietata e sanzionata, ma da qualche tempo il comune la autorizza senza pensarci due volte. Male! Andrebbe sempre fatta la riprova.
Provate voi a dormire in una stanza al livello della strada, con una porta-finestra simile in tutto ai box dei cavalli. Se avete il sonno leggero, sarete svegliati dal traffico: provate allora a contare i letti che ingombrano la vostra camera, quanti sono? Due, tre, sei? Inalate l’aria dell’abitacolo, sa di mirto o di bestiame?

Abbiamo appena detto che adesso tutto questo è diventato legale, ma è giusto?
Ed è giusto che il piano terra dei palazzi, invece di essere aperto a chi passa, sia sottratto alla città da una muraglia di foratini?
Mettetevi nei panni di chi percorre un muro uniforme e spoglio, interrotto soltanto da finestre chiuse, senza poter sostare in un negozio, senza potersi fermare a comprare, curiosare, chiedere.

Dicevano gli indiani che si può capire una persona solo dopo aver camminato a lungo nei suoi mocassini. In una strada blindata dai “bassi” senza nessun esercizio che offra ombra, ristoro e stimolo, quelle scarpe si consumeranno presto.

 

 * Massimo De Micco