L’Alter-Vertice di Venaus suona il requiem per il TAV

Sabato 16 settembre 2017 è stato una buona giornata per il movimento NO TAV della val di Susa, ma anche per tutti quelli che lottano contro le grandi opere inutili simili alla linea Torino Lione.

Il movimento, in particolare il Presidio Europa, ha organizzato a Venaus un Alter-Vertice in aperta contrapposizione con il vertice Italia Francia che si terrà a Lione il 27 settembre, dove Macron e Gentiloni parleranno anche della linea Torino Lione, dove si tenterà ancora una volta di tutelare gli interessi di chi deve scavare e cementificare.

Negli interventi che si sono succeduti dal mattino al pomeriggio sono state messi a fuoco nuovamente tutti i problemi che il progetto si porta dietro e si sono focalizzati quelli che affiorano adesso, ma ci sono due aspetti che forse rappresentano meglio il livello di riflessione e di elaborazione cui è giunto il movimento.

Il primo è la coscienza chiara che i progetti come quello che interessa la Val Susa (ma anche la nostra povera Firenze) sono vecchi, rispondono ad una concezione ormai superata di sviluppo, non danno alcuna risposta ai bisogni delle comunità di oggi, sono in aperto contrasto con la necessità di dare risposte adeguate all’emergenza climatica che attanaglia il pianeta. È stato detto da più voci (dal vicesindaco di Torino Guido Montanari all’economista dei trasporti Daniel Ibanez, dai diversi tecnici che lavorano per il movimento fino alla presidente della Commissione Trasporti e Turismo della Commissione Europea) che le esigenze infrastrutturali oggi sono legate alle necessità delle comunità, destinate a sciogliere i problemi di mobilità alternativa al mezzo privato e a dare risposte alle fasce socialmente più fragili – per esempio favorendo la gratuità dei trasporti per lo meno per chi dispone di redditi più bassi.

Il secondo aspetto importante è la maturità politica raggiunta che ha portato ad invitare all’Alter-Vertice la Presidente della Commissione Trasporti e Turismo Karima Delli dimostrando così, ancora una volta, che la lotta NO TAV è tutt’altro che nimby, ma sa andare ben oltre i confini della valle legando la propria azione ad una visione ampia delle necessità del trasporto, soprattutto sa andare i limitatissimi orizzonti di chi, dopo decenni di chiacchiere e di vergognosi sperperi, non sa far altro che confermare le proprie fallimentari scelte.

Le parole di Karima Delli sono state una pietra tombale sul progetto di 57 km di gallerie sotto le Alpi e sulle scelte politiche di tutti i governi che si sono avvicendati: la Presidente della commissione ha detto che chiederà a Francia e Italia di ripensare l’opera e di sospenderne la realizzazione favorendo l’uso razionale e intelligente dell’esistente. Le risorse promesse dall’UE per la Torino Lione saranno dirottate su progetti più utili e intelligenti.

La giornata del 16 settembre ha dimostrato come, dal basso, esiste una progettualità ben più matura di chi, come molti politici italiani, sa solo destreggiarsi tra gli interessi delle peggiori lobby. La giornata si riverbera anche su tutte le lotte che, in tutto il paese, da nord a sud, si oppongono alle centinaia di grandi opere inutili che opprimono comunità e ambiente, che privano di preziose risorse economiche le persone che hanno bisogni molto diversi da quelle dei costruttori e degli stessi lavoratori del settore. Anche a Firenze si dovrebbe per forza constatare che il progetto di Passante TAV non solo è vecchio, ma che è morto e i suoi sostenitori dovrebbero guardarsi allo specchio e dirsi finalmente che sono pazzi se pensano di fare una stazione e due tunnel ferroviari per una fermata di autobus!
L’Alter Vertice di Venaus ha dimostrato chiaramente quanto sia fallimentare, criminogena, nemica dei bisogni, anacronistica la politica dei governi italiani negli ultimi decenni; da questa coscienza si aprono finalmente spiragli che ci facciano intravedere un alter-futuro.

*Tiziano Cardosi