Els carrer seran sempre nostres

Dopo la repressione del 1 Ottobre contro chi voleva svolgere il proprio di diritto a decidere del proprio futuro andando a votare, dopo la militarizzazione delle città e dei paesi della Catalogna, le minacce, le cariche e le irruzioni brutali nelle scuole, stanotte sono stati arrestati due esponenti di associazioni della società civile (Assemblea Nacional Catalana e Òmnium Cultural) per sedizione e tradimento alla Costituzione. In queste ore decine di miglaia di persone in tutta la Catalogna stanno scendendo in piazza per rispondere che “no tenim por”: nessuna paura, nessuna repressione può fermare la volontà popolare!

Cosa sta accadendo in Catalogna? In tutto il mondo sono rimbalzate le immagini di quanto stava accadendo domenica scorsa nelle scuole e nelle strade di Barcellona, Girona etc.

La brutale violenza repressiva della Guardia Civil e della Policia Nacional, che non potendo contare sulla piena collaborazione della polizia locale, hanno agito come vere forze di repressione e occupazione straniera, si è scagliata contro decine di migliaia di persone di ogni età che presidiavano i seggi o erano semplicemente in fila per votare, ed ha acceso i riflettori su quanto da anni sta succedendo in quel paese.

Nonostante 900 feriti, seggi chiusi con la forza e schede elettorali sequestrate, il Referendum della scorsa settimana ha dato un verdetto chiaro: Indipendenza!

La negazione della volontà popolare e il diritto a decidere del proprio futuro di quelle entità nazionali dello Stato da sempre oppresse, occupate e negate da Madrid. Prima la Monarchia e le dittature oligarchiche e padronali di inizio ‘900, poi il brutale regime nazionalista di Franco sino cosiddetta “nuova Democrazia spagnola”, che grazie al ritorno dei Borboni (!) per salvaguardare i privilegi dei soliti potentati e l’unità del paese, da sempre ha represso qualsiasi movimento di rivendicazione nazionale, conflitto sociale, laicità e diritti nei Paesi Baschi, in Catalogna, e in tutto il resto del Paese.

Ma perché ci riguarda? L’esplosione della crisi e soprattutto la sua gestione hanno infatti portato da una lato all’impoverimento delle fasce più deboli della società,all’erosione di diritti conquistati, alla privatizzazione di servizi essenziali e la crescita costante di disoccupazione e diseguaglianza (esattamente come da noi in Italia), dall’altra però hanno innescato una risposta popolare che in Catalogna si è legata indissolubilmente alle storiche istanze indipendentiste. Se sacrifici, tagli, licenziamenti, aumento del costo della vita e salari più bassi venivano giustificati con il “ce lo chiede l’Europa”, in Catalogna in particolare le misure di austerità venivano imposte con il mantra del “ce lo chiede Madrid” e il suo governo della destra PP,

Le politiche di austerità imposte da Madrid si sono dunque scontrate con un movimento indipendentista diffuso, sicuramente trasversale e ampio, in cui però i gruppi e le organizzazioni popolari hanno fatto sentire la loro presenza, riuscendo a scendere in strada, mobilitare studenti e lavoratori, crescendo di forza numeri e coscienza politica, spingendo verso la costruzione di un paese più giusto, libero dalle maglie del profitto: una parte che vuole rompere con quanto di più retrograda, nazionalista, monarchico e fedele alle leggi economiche imposte della UE esiste in Spagna! Nulla a che vedere, dunque, con chi fa parallelismi con la razzista Lega Nord, sino a legare in maniera retorica il referendum catalano con quello per le “autonomie” di Veneto e Lombardia, strumenti per gestire risorse, spartirsi fette più grandi della torta di finanziamenti e potere..

Perché scendiamo in piazza a Firenze? Quello che sta accadendo in Catalogna ci dice che lottare per un futuro diverso è possibile solo scendendo nelle strade, scioperando, organizzandosi. Nelle strade di Catalogna risuona lo slogan da sempre scandito nei cortei dei lavoratori e adesso patrimonio di tutto questo grande movimento di massa: “Els carrer seran sempre nostres”, “le strade saranno sempre nostre”.

Esprimere la nostra solidarietà a chi lotta, sciopera, sconfigge la paura e resiste alla polizia per conquistarsi il diritto ad un futuro migliore, denunciare la repressione e le complicità del governo italiano e dell’UE, tornare a lottare a scuola, a lavoro, nelle strade delle nostra città.
Questo ci chiedono i compagni e la compagne catalane e per questo noi li sosteniamo!

Contro la repressione dello Stato Spagnolo, rompiamo con la Spagna del franchismo, della monarchia, della Guardia Nacional!

Solidarietà al movimento popolare che disobbedisce e scende nelle strade, per il diritto all’Autodeterminazione del popoli, per la fine delle politiche di austerità e i vincoli dell’Unione Europea, al fianco dei lavoratori e dei/delle compagne catalane in marcia per una Repubblica catalana socialista, femminista e con giustizia sociale per tutte/i!

*CPA Firenze Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche, Spazio Inkiostro, Lab Pol perUnaltracittà, Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos. USB Firenze