Vicofaro: l’intento è sempre più chiaro, far chiudere il Centro di accoglienza.

Nella calura ferragostana ha fatto scalpore in questi giorni la visita accurata della Polizia municipale al Centro di accoglienza di Vicofaro, in cui don Massimo Biancalani accoglie decine di rifugiati africani insieme ad alcuni senzatetto italiani.

Sembra che l’intervento sia motivato per richiedere adeguamenti strutturali, per verificare i documenti dei giovani accolti e anche il numero di questi. Ma ormai, soprattutto nella stampa, si arriva a parlare, non più in modo velato, nei confronti del sacerdote addirittura di favoreggiamento del reato di immigrazione clandestina.

L’intento è sempre più chiaro, far chiudere il Centro di accoglienza!

E i rifugiati, dove saranno deportati? Ma forse non importa alle autorità, perché sono degli invisibili fino al giorno in cui avvengono le stragi come quella di sedici braccianti africani costretti a un lavoro schiavistico nei campi del foggiano e morti mentre erano trasportati con furgoncini stracarichi.

Palazzo di Giano sede dell’amministrazione comunale di Pistoia

Mai una parola di gratitudine da parte dell’amministrazione comunale per il servizio straordinario reso da don Biancalani e dalla sua comunità ai pistoiesi, accogliendo persone, che altrimenti sarebbero abbandonate a se stesse e ai ricatti più ignobili, costrette a vagare, in città e fuori, senza alcuna meta e alcun progetto di reinserimento!

Anzi per un anno, dopo il 27 agosto 2017, le forze dell’ordine e l’amministrazione comunale – ricordiamo che il sindaco non ha mai avuto la degnazione di visitare il centro di accoglienza! – hanno tollerato di tutto da parte della campagna incessante di chiaro stampo razzista e fascista: lettere minatorie a don Biancalani, attacchi violentissimi sui social, striscioni pieni di insulti davanti alle scuole e alla chiesa, manifestazioni intrise di odio fino agli spari di una settimana fa. Sorprende che non si sia mai scoperto nessun responsabile, a parte i ragazzi che poche sere fa hanno sparato a un giovane del Gambia – anche lui accolto nella struttura di Vicofaro – probabilmente ammaestrati dalla pedagogia xenofoba e razzista che ormai imperversa non solo nella nostra città, ma anche in tutto il Paese.

Invece sono arrivate contro tre antifascisti le denunce con accuse che sfiorano il ridicolo oltre che palesemente false.

La banalità del male, che Hannah Arendt denunciava a proposito dell’esecuzione del progetto genocidario dei nazisti, attuato da piccoli e oscuri burocrati, ormai è penetrata nelle nostre città, quasi senza che ce ne accorgessimo.

Contro tutto questo l’Assemblea permanente antirazzista antifascista/Vicofaro invita alla mobilitazione, perché non accetterà mai che si ponga fine a un’esperienza che ha messo al centro l’uguaglianza e la dignità delle persone contro la disumanizzazione, il degrado educativo e la regressione etica e culturale che pervadono la società.