Come ti creo il nemico: le politiche su migranti, sicurezza e repressione

Un parere del Consiglio Superiore della Magistratura ha bocciato il Decreto sicurezza voluto da Salvini considerandolo incostituzionale per tutto quello che riguarda migranti e richiedenti asilo. Lo scorso 10 novembre numerosi pullman carichi di manifestanti che si stavano recando alla manifestazione a Roma contro il governo, il razzismo e il decreto Salvini sono stati bloccati dalla polizia, scortati nelle aree di sosta dove tutti i passeggeri sono stati identificati, i loro documenti fotografati e controllati attentamente tutti gli striscioni.

Si sono sollevate tante voci di protesta e in tanti si sono chiesti che fine avesse fatto la nostra “democrazia”; noi non ci siamo stupiti, perché quanto accaduto sabato scorso era già abitudine quando il Ministro degli Interni era Minniti. Del resto il Decreto Salvini è debitore di tanti provvedimenti già attuati grazie al duo Minniti-Orlando, in particolare per i soggetti che andavano e vanno a colpire: migranti, movimenti sociali, occupanti, senza tetto.

Insomma gli ultimi. 

A sottolineare questa continuità pochi giorni fa Marco Minniti stava presentando a Firenze in Palazzo Vecchio, in compagnia di Renzi e Nardella, il suo libro Sicurezza e libertà (!). Due concetti impossibili da conciliare visto che in nome della sicurezza ci stanno togliendo libertà e diritti.

Anche Nardella, il sindaco di Firenze, fa della sicurezza e della lotta al degrado un fiore all’occhiello. Fu proprio lui, in assenza del Ministro, al vertice con ANCI e i sindaci delle principali città a presentare e illustrare il DDL Alfano che prevedeva il carcere fino a 5 anni per chi va alle manifestazioni con il casco, o per chi si “travisa”con un fazzoletto o un passamontagna, anche senza compiere alcun reato. Quello che non prevedeva era codice identificativo per gli agenti in servizio di ordine pubblico: due pesi e due misure.

Sempre nella nostra città Partito Democratico, Forza Italia e Fratelli d’Italia votarono compatti nel dicembre 2017 la richiesta di istituire anche in Toscana un centro di permanenza per il rimpatrio, cioè una struttura detentiva in cui recludere i migranti sprovvisti di permesso di soggiorno.

Ecco servita la sicurezza, nient’altro che una gara a chi sale prima sulla ruspa.

Intanto, mentre scriviamo, una sentenza della Cassazione annulla la pur minima condanna per tre carabinieri che una sera di marzo di 4 anni fa fermarono Riccardo Magherini, immobilizzandolo a terra, causandone la morte mentre chiedeva aiuto. Tutto secondo regolamento, ma un uomo è morto. E lo Stato, ancora una volta, assolve le sue divise, mentre schiaccia ogni voce contraria.

*laboratorio perUnaltracittà