Arpat, la denuncia dei lavoratori: “In ritardo sulle questioni ambientali. Carenti di autonomia causa Regione Toscana”

Anche l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana è in via di estinzione. A denunciarlo è proprio la rappresentanza sindacale unitaria dell’Arpat, in un convegno alla Sala dei Marmi del Parterre, a Firenze, presenti associazioni, comitati, rappresentanti di Fridays for future, forze politiche, semplici cittadini.

I lavoratori hanno deciso di rompere gli indugi e portare all’esterno la vertenza, affinché i cittadini conoscano “la preoccupazione del personale” per il ritardo con cui sono costretti ad operare nelle questioni ambientali, stante la carenza di autonomia, di personale e di mezzi.

L’Arpat nata da una costola del Servizio Sanitario Nazionale nel 1995, ne sta seguendo la stessa deriva, fatta di tagli, di esternalizzazioni, di privatizzazioni, di ridimensionamenti. “La responsabilità è della Regione Toscana, in particolare del Presidente Enrico Rossi, e dell’assessore all’ambiente Federica Fratoni”, hanno detto i rappresentanti sindacali.

Lo scopo è indebolire l’Agenzia, vissuta come un fastidioso ostacolo alla realizzazione delle grandi opere (inutili e dannose) e farla diventare di fatto un dipartimento della Regione Toscana. Attualmente, infatti, è la giunta regionale a stabilire per il 90%, cosa l’Arpat deve fare e questa longa manus spiega perché i comitati, le associazioni ambientaliste spesso hanno vissuto l’Agenzia ambientale come controparte.

Per difendere l’autonomia e l’esistenza di Arpat, in questo momento di grave criticità per l’ambiente, le associazioni, i movimenti, i Fridays for future hanno deciso di stringere una sorta di alleanza col personale dell’Agenzia, nell’interesse della collettività. I prossimi passi insieme saranno un presidio martedì 16 aprile, in concomitanza di una audizione in Consiglio Regionale per la Proposta di Legge n.349, una marcia, e altre iniziative di sostegno da concordare.

*Gian Luca Garetti