Un’altra tranvia, un altro trasporto pubblico è possibile

Associazioni e Università hanno presentato osservazioni al progetto di tranvia 3.2

Le osservazioni presentate sul progetto di tranvia 3.2 sono state redatte da vari soggetti: Associazione Valdisieve, Associazione Vivere in Valdisieve, Per una Cittadinanza Attiva di Bagno a Ripoli, Comitato Lungarno del Tempio, Tavolo Ambiente di Potere al Popolo Firenze, Comitato No Tunnel TAV, coordinati da componenti del gruppo di ricerca “Mobilità sostenibile nell’Area Metropolitana Fiorentina”, operante presso il LAPEI/DIDA dell’Università di Firenze.
Il lavoro è teso ad analizzare la relazione di verifica alla procedura di assoggettabilità alla VIA del progetto della tratta tramviaria 3.2 di Firenze. In particolare, l’analisi si sofferma sulla consistenza, contenutistica e metodologica, della stessa “Relazione” del proponente.

È importante chiarire che il gruppo di lavoro non vuol entrare in una polemica falsata che contrapponga tra loro mezzi di trasporto come è avvenuto in passato, ideologizzando ridicolmente la discussione, considerando il tram un “mezzo di sinistra” e gli altri “mezzi di destra”. Nessuno vuol demonizzare lo strumento “tram”, ma nemmeno vogliamo scendere al livello proposto dall’assessore Stefano Giorgetti per cui “chi è contro il tram è contro Firenze”. Le osservazioni sono a questo progetto di tranvia che ha oggettivi problemi e gravi criticità.
Tutti i soggetti che hanno stilato le osservazioni sostengono fortemente la necessità di un potenziamento del trasporto pubblico, mentre questo progetto, che presenta forti impatti e costi elevati, risponde in maniera risibile a questa fondamentale esigenza.
Si sono analizzati i problemi generali del sistema tramviario fiorentino derivanti dal “vizio di origine” della mancanza di un piano organico di circolazione tranviaria all’interno di un piano di mobilità sostenibile della città, anche metropolitana (ricordiamo che il PUMS è ancora in iter di approvazione). Si sottolineano i problemi metodologici e procedurali presenti nella relazione estendendo i rilievi alla presenza di nuovi impianti assai ingombranti ed impattanti, che necessitano di valutazioni di impatto specifiche, al di là di quelle riguardanti tutta la tratta.
I testi completi delle osservazioni sono reperibili al link:
https://drive.google.com/drive/folders/17F-oU0W-Vv8O-5IODj1wbJQbBdXFzuKN?usp=sharing

Qua una breve sintesi delle osservazioni:
Sistema del verde, alberature, apparati vegetali e paesistici
Gli impatti analizzati descrivono effetti gravi, spesso irreversibili. Le soluzioni proposte per le alberature (allontanamento delle specie oggi presenti, con ripiantumazioni ove possibile di specie con apparati di dimensioni minori e opportune morfologie di fogliame) possono comportare nuovi impatti ecopedologici e quindi nuovi problemi di inserimento nel contesto. In generale le nuove opere andrebbero realizzate salvaguardando le alberature esistenti. Ciò che nel caso in esame è sovente assai problematico o impossibile almeno stando al progetto attuale.
Diverse parti dello stesso progetto prefigurano inoltre degradi e dissesti esiziali per gli apparati paesistici.
I vincoli urbanistici e paesaggistici in molti punti non sono rispettati. Il progetto tradisce in definitiva gli obiettivi dichiarati dallo stesso elaborato, oltre che dai documenti programmatici istituzionali ai vari livelli; comportando tra l’altro un aumento notevole di consumo del suolo comunale e metropolitano.

Criticità ed incertezze del modello di mobilità proposto dal progetto
Sono stati evidenziati errori macroscopici ed incongruenze della relazione che renderebbero troppo problematiche o addirittura impossibili le funzioni di mobilità in alcune parti del sistema.
Il progetto che ne scaturisce presenta in ogni caso alti rischi di “strozzatura fino alla congestione” in diversi brani della linea. Con effetti rilevanti in termini di incrementi degli inquinamenti, atmosferico, acustico e per vibrazioni e dei disagi sociali generalizzati.
L’analisi degli impatti del traffico e delle alterazioni inquinanti ad esso conseguenti, appare peraltro grandemente vanificata, in molti casi fin quasi alla totale obliterazione, dalla forte carenza o mancanza di lettura degli effetti delle attività di cantiere.

Carenza e mancanza nell’analisi degli effetti dell’attività di cantiere
La prefigurazione dell’attività dei cantieri proposta dalla relazione è assai parziale, in molti casi evanescente o totalmente mancante.
In particolare è grave non avere acquisito – e assunto a modello da evitare – quanto accaduto nelle fasi di cantiere nelle tratte entrate in esercizio in tempi recenti, con gli effetti di congestione nelle arterie interessate dalla linea tranviaria, spostamento di quote rilevanti di traffico nelle vie adiacenti diventate strade “improprie quanto forzate” di deflusso del traffico. Ne risultano falsate anche le previsioni circa gli incrementi delle alterazioni inquinanti, nonché i disagi generalizzati, conseguenti.
Tali mancanze vanificano fortemente le analisi proposte dalla relazione, che prefigurano in ogni caso effetti rilevanti di congestione e inquinamento.
Sono necessarie nuove analisi. Probabilmente per nuovi progetti drasticamente diversi.
Eccesso di costi energetici ed emissioni in relazione al PEAC (Piano energetico ambientale comunale)
Gli incrementi di congestione e inquinamento prefigurati dagli elaborati – ulteriormente alimentati dagli impatti di cantiere – comportano effetti e costi energetici e ambientali eccessivi, fino all’incompatibilità con il PEAC.

Aspetti economico-finanziari: costi eccessivi
La tratta 3.2 della rete tranviaria fiorentina costerebbe secondo l’attuale progetto oltre 300 milioni per una lunghezza di 7,4 chilometri di percorso. Quindi un costo unitario di oltre 40 milioni a chilometro, che supera additittura quello già esorbitante – da record mondiale – di ca 35 mln a chilometro registratosi nelle tratte fin qui realizzate. Tutto ciò a fronte di costi medi unitari per opere analoghe recenti di 12 milioni a chilometro in Europa, e di 10,5 milioni a chilometro in Italia.
Un modello di spesa abnorme che evidentemente condiziona le scelte, fino a possibili anomalie procedurali (non sono disponibili i dati economici del progetto).

La tranvia produce consumo di suolo e attrae fenomeni speculativi
Soprattutto nel comune di Bagno a Ripoli la presenza di parcheggi scambiatori, ma soprattutto di un imponente deposito dei mezzi produce un forte consumo di suolo agricolo.
La tranvia, soprattutto nei pressi del capolinea, produce cambiamenti di indirizzo urbanistico a favore di appetiti speculativi. Si inserisce violentemente, prevedendo una zona di scambio intermodale, in una zona fortemente edificata.

Non si prevede un utilizzo della ferrovia per prevenire il traffico pendolare
Il progetto non contempla interazioni con il sistema ferroviario esistente che potrebbe produrre una importante quota di spostamenti privati, dai territori extracomunali della Valdisieve e il Valdarno, decongestionando la viabilità e riducendo i carichi inquinanti soprattutto lungo le direttrici prossime all’Arno. Al contrario il progetto si presenta come attrattore di traffico.

Criticità metodologiche e procedurali. Presenza di nuovi impianti ingombranti con necessità di valutazioni specifiche
Dal punto di vista metodologico la “Relazione” è vanificata dal fatto di basarsi sull’originario “Documento valutativo di tutta la rete”, elemento analitico talmente sintetico, modesto ed embrionale, da non potere assumere valenza valutativa alcuna.
Inoltre non c’è dubbio che le “numerose varianti” proposte dal progetto rispetto allo schema originario configurano quelle “variazioni strutturali” per cui la normativa ai diversi livelli prevede “nuova procedura di VIA”.

Infine il progetto prevede nuovi impianti ingombranti (nuovo ponte sull’Arno) di caratteristiche e dimensioni tali da richiedere procedura di VIA dedicata e specifica in aggiunta a quella riferita all’intera tratta. Circostanza che occorrerebbe anche per i nuovi tunnel per il traffico viario in uscita da Piazza Libertà, laddove divenissero cogenti le prescrizioni in merito della Commissione Paesaggistica.

In conclusione, interpretando le analisi già effettuate, le presenti osservazioni dichiarano la necessità di procedura completa di VIA; o, in alternativa, di una drastica revisione del progetto, ricorrendo direttamente a sistemi programmaticamente e tecnologicamente meno impattanti e più ecosostenibili.

* Gruppo di ricerca “Mobilità sostenibile nell’Area Metropolitana Fiorentina”