Niccolò, ucciso dalla lotta di classe che umilia Firenze

“Ciò che è accaduto ieri pomeriggio è la pagina nera, grottesca, folle della storia di una città e di un paese che dovrebbero tutelare tutti quei ragazzi con disabilità che ogni giorno combattono per potersi muovere tra barriere architettoniche, ritardi strutturali e organizzativi, con il fine di spostarsi da un luogo ad un altro autonomamente, andare al lavoro, uscire con gli amici o, come nel caso di Niccolò, andare a studiare e portare avanti con tenacia e perseveranza le istanze studentesche all’interno dei consigli”. E quanto scrive sui social Nicola, una delle persone che conosceva Niccolò Bizzarri, costretto a vivere la sua vita su una carrozzina elettrica e morto in seguito alla caduta in una buca stradale di Firenze, dove piazza Brunelleschi si innesta in via Alfani.

“È la pagina vergognosa – continua Nicola – di un Comune che si prodiga ogni giorno per rivoluzionare infrastrutture inutili, costose, dispendiose e ristrutturare piazze della Firenze bene, quella turistica, straniera e economicamente distante dalla vera cittadinanza, rimbalzando costantemente i reclami di chi vuole che lo spazio pubblico, studentesco, sia sicuro e accessibile a tutti. La rabbia è tanta […] Ricordarlo e reclamare giustizia è il modo migliore per portate avanti la voce di un ragazzo che si è sempre prodigato per gli altri”.

E allora è necessario dire che Niccolò è per noi una persona uccisa dalla lotta di classe che l’amministrazione fiorentina sta portando avanti da anni nei confronti di chi vive le parti della città che non “subiscono” i massicci investimenti delle imprese private. Basti ricordare che la pavimentazione davanti alla facoltà di lettere, un’università pubblica, è abbandonata a se stessa da decenni. Chiunque vi abbia transitato a piedi, in bici, in auto, sa quanto sia pericoloso attraversarla. In questa piazza piena di buche il sindaco ha però voluto spendere “per la sicurezza” ben 24.000 euro in telecamere.

Ma all’immagine della piazza devastata – ma in presa diretta nella sala di controllo del Comune “modello Putin e Tel Aviv” Nardella dixit – è necessario affiancarne un’altra: quella del controviale davanti allo Student Hotel di viale Spartaco Lavagnini. Chi in questi giorni vi è passato accanto avrà notato la ristrutturazione perfetta del marciapiede e dello spazio pubblico antistante, con un’idea progettuale sensata e una realizzazione a regola d’arte. Il tutto a pochi mesi dall’inaugurazione del palazzo della multinazionale olandese dell’accoglienza studentesca per ricchi.

Student Hotel con nuovo selciato e alberi soltanto davanti a loro

A poco serve che il sindaco Nardella abbia fatto riasfaltare d’urgenza il luogo dell’incidente, e poi si dichiari addolorato “perché la nostra comunità perde un ragazzo straordinario, una risorsa bellissima per il mondo universitario”. A poco serve che l’assessora al degrado urbano (sic) Alessia Bettini si interroghi, convocando una riunione tecnica d’urgenza e scaricando la colpa su altri, sul perché quella strada versasse in quelle condizioni. Non serve proprio a nulla, se non a sottolineare la vacuità del dichiarificio post mortem a cui la politica dominante di questi anni ci ha abituato e ad approfondire il fossato tra la buona politica e quella del cinico opportunismo. La procura ha aperto intanto un fascicolo per omicidio colposo.

Niccolò era uno studioso di Platone ma anche impegnato politicamente nell’Ateneo fiorentino “affinché le lezioni fossero spostate in aule raggiungibili anche per chi aveva problemi di deambulazione” ricorda Nicola. Aveva anche chiesto “che venissero automatizzate le porte in modo tale da garantire a lui e a tanti altri l’autonomia, la dignità e la libertà di accedere alla facoltà di Lettere senza bisogno di alcun aiuto”. Niccolò “sollecitava ripetutamente la direttrice di dipartimento affinché l’ascensore fosse usufruibile e non costantemente impiantato al piano terra, guasto o mal funzionante”.

A noi, ve lo scriviamo apertamente, ripugna la città che sta disegnando in questi anni l’amministrazione comunale. La pari dignità per chi la vive quotidianamente tra mille difficoltà e chi la usa per turismo o affari deve tornare ad essere la rotta da seguire per chi governa Firenze.

Come dice l’Associazione Toscana Paraplegici in una lettera al presidente della Consulta comunale degli invalidi e handicappati: “non si può morire per una buca”. No, non si può morire a 21 anni così.

perUnaltracittà – laboratorio politico