Pini e pregiudizi

Mediaticamente si è voluto distruggere l’immagine del pino, simbolo dell’albero italico; le statistiche dei decessi per morti o danni da pini sono infatti assolutamente irrilevanti.
I pini sono i nostri migliori amici, ma colpiti da gravi pregiudizi.

“Il pino è inadatto alla città”: invece c’è sempre stato nelle città (dall’epoca dell’impero romano ad oggi) e sempre ripiantato, dati i suoi comprovati effetti benefici per la respirazione, per la qualità dell’aria, la salute, la resistenza, l’ombra, la bellezza e i pregi paesaggistici.

“Sono pini marittimi, devono stare al mare”: invece sono pini domestici, Pinus pinea, (detta poi italica) domestico dal latino “domus”: casa, per cui hanno sviluppato specifiche caratteristiche di addomesticamento e convivenza con il tessuto urbano.

“I Pini non hanno il fittone centrale, ma solo radici superficiali”: invece hanno il fittone centrale e radici che scalzano l’asfalto solo se viene loro asfaltata l’aiuola o vengono soffocate da materiali che ne impediscono la respirazione. Una rapida osservazione tra pino con aiuola o senza, lo conferma a chiunque.

“I pini hanno la chioma che non resiste al vento”: invece è congegnata in modo aerodinamico per adattarsi al vento, anche forte. Per questo i pini non vanno potati se non di rami secchi, ritorti o pericolanti, altrimenti si indeboliscono. I pini domestici resistono perfino alla bora che soffia violenta a Trieste per molti giorni all’anno.

“I Pini non sono adatti al cambiamento climatico”, invece sono tra i migliori perché fanno più ombra di tutti, mitigano l’eccesso di calore abbassando la temperatura urbana di diversi gradi; d’inverno lasciano penetrare la luce e continuano a trasformare CO2 mentre i caducifoglie si spogliano e riducono la loro attività.

“I pini sono pericolosi”: solo se compromessi da lavori stradali, cemento e asfalto che soffocano le radici, non monitorati per mancanza di giardinieri comunali, agronomi arboricoltori competenti e specializzati nella cura degli alberi nei territori dei quartieri, esistenti prima che smantellassero l’Ufficio comunale per il verde pubblico ed esternalizzassero a ditte con costi al ribasso.

“I pini sono nocivi”: chi lo afferma? Hanno invece proprietà benefiche quali l’alfa pinene contro le malattie respiratorie e contrastano lo smog, causa di morte prematura, dando ossigeno e aria pulita.

“I pini devono essere potati”: ma sono proprio potature errate che possono renderli instabili, insicuri e malati.

“I pini sono inadatti per la neve”: in parte vero, in parte no, considerata la diffusa presenza di pini in zona montana, ma nella nostra città quanti giorni di neve all’anno abbiamo? L’inverno si sta accorciando e mitigando, le estati si prolungano e aumentano di calore. Dove vengono tolti, si creano isole di calore per decenni, che attirano fenomeni estremi. Le sostituzioni di alberelli sono precarie e gli alberelli sono spesso stenti e troppo presto defunti. Si possono fare azione di controllo nei pochi giorni di neve, con la quale gli esperti conoscitori di pini, dicono scherzando, che “il pino gioca”. I pini se lo meritano e anche noi ci meritiamo la loro presenza di alberi domestici.

“I pini sono assassini”: da cosa si evince? Nelle statistiche dei decessi non vengono contemplati fra le cause di morte, mentre si muore soprattutto per incidenti stradali, smog, tumori e malattie cardiovascolari e respiratorie dovute all’eccesso di calore e polveri sottili. I pini sono dei capolavori d’arte della natura che caratterizzano i nostri paesaggi, la nostra identità e le nostre città.

Tutto il mondo ammira i nostri pini. Anziché abbatterli, dovremmo investire in tecnologie di messa in sicurezza, riduzione ed evitamento del rischio in caso di fenomeni estremi. Questo ha un costo, ma ne va della salute e della qualità della vita dei cittadini in città.

Un dato e’ certo: se una città non è più adatta agli alberi, lo è ancor meno per gli esseri umani.

*Fabrizia Jezzi