Requiem per l’inceneritore di Firenze

Mentre c’è chi parla di una correlazione tra l’esplosione dell’epidemia Covid-19 in Cina, Sud Corea, Iran e Italia del Nord e la presenza di inceneritori, Qthermo (Alia spa più Gruppo Hera) ha incassato un’altra sconfitta, la penultima della serie.

Il 30 marzo il Consiglio di Stato ha giudicato inammissibile ‘il ricorso per revocazione’ di Qthermo, che tentava di rimettere in discussione la sentenza del 24 maggio 2018, che aveva confermato la sentenza del 2016 del TAR della Toscana, che aveva annullato l’autorizzazione unica emanata dalla Città metropolitana di Firenze per dare il via libera alla costruzione dell’inceneritore di Case Passerini, nella Piana fiorentina.

Illegittima è stata considerata dal Consiglio di Stato ancora una volta quell’autorizzazione unica della Città Metropolitana fiorentina, che di fatto permetteva la realizzazione dell’inceneritore senza la preventiva realizzazione delle opere di compensazione: un parco di 50 ettari.

Qthermo nella sentenza è stato pure condannato al risarcimento delle spese processuali delle associazioni ambientaliste (Forum Ambientalista, Italia Nostra, Wwf Italia) e dei Comuni di Sesto fiorentino e Campi Bisenzio.

Una grande vittoria di tutti quei soggetti, movimenti, presìdi, associazioni, singoli attivisti che instancabilmente da anni si sono battuti contro questo impianto di incenerimento, ma non solo; contro un sistema di trattamento dei rifiuti obsoleto e dannoso, a cui hanno contrapposto misure alternative vantaggiose per l’ambiente e per le popolazioni.

Rimane a Qthermo solo l’attesa per l’ultimo amen: il ricorso contro il diniego della Regione Toscana ad una nuova autorizzazione che prescindesse dalla realizzazione dei boschi della Piana.

*Gian Luca Garetti