La foresta senza pace. Altri tagli nelle Pinete Grossetane durante il periodo di riproduzione della fauna

Le associazioni Italia Nostra Toscana, Lipu Grosseto, GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane e Gruppo di Intervento Giuridico hanno presentato una richiesta di accesso civico agli atti e di informazioni a carattere ambientale riguardo i tagli della vegetazione nella pineta costiera di Principina a Mare, in corso da alcuni giorni.

Le associazioni chiedono l’adozione di provvedimenti sanzionatori e di ripristino ambientale, in quanto considerano i lavori non rispettosi della normativa nazionale e comunitaria per quanto riguarda la valutazione ambientale strategica, la tutela paesaggistica e la tutela dell’avifauna
nidificante, nonché irrispettosi dei valori ambientali, naturalistici ed ecologici del luogo.

Gli interventi sono parte dell’applicazione del Piano di prevenzione AIB relativo alle Pinete grossetane, approvato dalla Regione Toscana lo scorso anno e già oggetto di forti proteste da parte della cittadinanza e delle associazioni. Il piano riguarda la Pineta del Tombolo e prevede pesanti tagli boschivi nelle pinete litoranee (l’85% del litorale boscato), con la realizzazione di fasce parafuoco larghe ben 50 metri in zone pinetate e 20 metri per ogni lato di sede stradale, eliminazione di copertura boschiva e arbustiva in talune aree (mantenimento di soli 120 esemplari di Pinus per ettaro rispetto ai 700 per ettaro attualmente presenti e solo il 20% della macchia), e l’eliminazione della copertura arbustiva (macchia mediterranea).

Tutto questo in mancanza della V.A.S – Valutazione ambientale strategica, necessaria a norma di legge, e delle autorizzazioni paesaggistiche.

La Pineta del Tombolo è un sito di importanza comunitaria (SIC), nonché area soggetta a vincolo idrogeologico, e la realizzazione degli interventi previsti cambierebbe radicalmente le sue caratteristiche.

Ad aggravare il tutto c’è il fatto che gli interventi stanno avvenendo nel periodo di nidificazione dell’avifauna. Proprio per proteggere questi animali, la legge prevede che ogni lavoro di diradamento, potatura e decespugliamento debba iniziare prima del periodo di nidificazione, in un periodo compreso tra il 1 ottobre e il 28 febbraio, prorogabile al massimo sino al 15 marzo. Lavori altamente impattanti come quelli in corso distruggeranno moltissimi nidi e provocheranno l’abbandono di quelli rimasti a causa del disturbo ambientale.

Le associazioni chiedono alle istituzioni di desistere e rinunciare alla devastazione delle Pinete grossetane, ormai diventata un appuntamento annuale ogni primavera; di rispettare il patrimonio naturale che i cittadini hanno dato loro mandato di proteggere; e di smettere di utilizzare i fondi comunitari stanziati per la protezione dell’ambiente per interventi insensati e ad alto impatto ambientale.

* Lipu Grosseto, GUFI  – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane – Italia Nostra Toscana e Gruppo di Intervento Giuridico