Ambientalisti per la “crescita felice”: l’ultima trovata del nuclearista Chicco Testa

“Elogio della crescita felice, contro l’integralismo ecologico” è il titolo dell’ultimo perdibile pamphlet di Chicco Testa appena presentato nel palazzo della presidenza della Regione Toscana, dove l’ex amministratore di Enel e Rothschild glorifica la società dei consumi e se la prende con gli ambientalisti e con Papa Francesco. O meglio, secondo Chicco Testa ormai siamo tutti ambientalisti, tutti ma proprio tutti, da Enel ai produttori di plastiche, dice lui, e di conseguenza oggi non ha più senso definirsi ambientalisti: “sarebbe come dirsi cristiani nell’Italia dell’800”. Per questo bisogna specificare chi sono i cattivi ambientalisti, ed è presto detto, sono gli “integralisti”. E chi sono, in concreto, questi integralisti? Beh, sono quelli che noi persone normali, nella nostra semplicità e arretratezza categoriale, ci ostiniamo a chiamare ambientalisti senza aggiungere ulteriori aggettivi, insomma, quelli a favore delle energie rinnovabili e non del nucleare, quelli preoccupati dal mare di plastica che continuamente produciamo, quelli che vogliono superare l’incenerimento e investire nella filiera delle fabbriche dei materiali per il recupero di materia dai rifiuti etc.

Chicco Testa ci spiega infatti come “gli ambientalisti ” (come lui) sono anti-ideologici e anti-integralisti perché sono a favore della plastica, compresa quella usa e getta, sono a favore del nucleare, sono a favore della grandi opere, sono a favore di impianti “come quelli di Acerra che bruciano rifiuti per trarne energia e calore”, altrimenti noti come inceneritori o, con terminologia più ipocrita, termovalorizzatori. Insomma, sono quelli a cui va bene andare avanti con il solito modello di sempre, che ci ha portati dritti dritti verso la distruzione dell’ambiente, l’aumento delle malattie, la decrescita infelice (salvo, sia detto per inciso, per gli stipendi di Chicco Testa, sempre felicemente cresciuti). La ricetta è andare avanti senza cambi di rotta, confidando nei miglioramenti tecnologici che ci permetteranno di produrre sempre di più ma usando meno risorse, specifica Chicco Testa (bontà sua).

Che Chicco Testa sia da tempo un fustigatore di ambientalisti era noto, la novità è la marchetta che gli viene concessa nientepopodimeno che dal presidente della Regione Toscana che presenta in pompa magna il pamphlet, pur in piena emergenza pandemica, con tanto di foto pubblicitaria scattata assieme all’autore per il lancio del volume. Giani si dichiara subito entusiasta per il libro e per le tesi propugnate: “concordo con l’impostazione di Chicco Testa, contro l’estremismo ideologico”, “condivido il messaggio”, questa sì che è “l’ecologia del fare”. Inizialmente ci regala alcune perle di filosofia gianiana (trascrivo fedelmente le parole): “avevamo perso nel nostro DNA (?) il senso di cosa è una pandemia” e invece “la natura lasciata a se stessa spesso schiaccia l’uomo, si propone in modo violento” e oggi “noi ci rendiamo conto di come questo senso della ricerca del vaccino, e qui in Toscana dell’anticorpo monoclonale, è l’evoluzione che cerca di porre riparo a un contesto naturale che si ripropone anche con i suoi elementi di cinismo”.

Poi arriva al dunque: “La cosa più utile dal punto di vista ambientale per Firenze? Il sottoattraversamento dell’alta velocità, ma gli ambientalisti sono contrari”. Per la verità persino RFI, non volendo replicare il fallimento della Stazione AV Tiburtina, aveva provato ad archiviare questa megaopera dal costo stratosferico, oltretutto da realizzarsi in un’area geomorfologicamente complicatissima. Per l’alta velocità fiorentina esistono infatti soluzioni di superficie assai meno costose, pericolose e impattanti ma altrettanto efficienti. In ogni caso Giani, in questa occasione, ha avuto quantomeno il pudore di non tornare sull’altra sua fissazione, ossia il nuovo aeroporto da collocare al posto del parco agricolo della piana. In effetti avrebbe avuto serie difficoltà a spiegarci i vantaggi ambientali della mega opera aeroportuale. Il nocciolo della questione, comunque, è mettere le mani sui fondi del recovery plan per andare avanti con cemento e cantieri: “mi ritrovo in questo ambientalismo fatto di razionalità e concretezza, soprattutto ora che con nuovo piano Marshall dovremo fare investimenti in questo senso”, ha chiosato Giani.

Il fatto è che con la visione di Chicco Testa non è d’accordo solo Giani, sono d’accordo anche Salvini e Meloni, Rossi e Berlusconi. Per citare l’amico Andrés Lasso, come i terrapiattisti negano la sfericità della terra, i “terrainfinitisti” negano che la terra abbia anche un limite e una sua finitezza. E se oggi siamo sull’orlo del collasso ecologico e del disastro climatico è per l’integralismo dei terrainfinitisti, non certo per un eccesso di ecologismo.

*Tommaso Fattori