Elementi di urbanistica noir a cura di Gianni Biondillo

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Interessantissimo questo libro curato da Gianni Biondillo, scrittore affermatissimo di romanzi noir e thriller, come testimonia il suo Il sapore del sangue. Nel caso di Elementi di urbanistica noir non ci troviamo di fronte al colpevole di turno; e neanche al poliziotto/commissario/carabiniere che indaga. No, ci troviamo di fronte a una scelta di testi narrativi che approfondiscono lo scenario che caratterizza il noir da sempre: il contesto urbano. Se abbiamo presente Izzo, Manotti, Pandiani, per restare ai più conosciuti, Biondillo ci porta a confrontarci, lui architetto e psicogeografo, con una delle caratteristiche del noir, in qualunque latitudine ci vogliamo porre: lo “sviluppo” delle periferie; i progetti di “riqualificazione” urbana che, al di là della definizione altisonante usata, nascondono speculazioni, intrallazzi ed interessi, scempi, condoni, abusivismo di mercato; e ancora: varianti urbanistiche, “cambi di destinazione d’uso”, “ristrutturazione” di un quartiere ed avere l’opinione pubblica favorevole se arriverà un parco, rendite immobiliari.

Interessante per approfondire la conoscenza rispetto al genere, noir, l’introduzione a cura di Biondillo che ci conduce a conoscere la genesi del giallo, con il suo autore di riferimento: Edgar Allan Poe. Poe è la concretizzazione di quanto viviamo, l’espressione delle inquietudini della quotidianità nel tempo vissuto. Il dubbio, la paura, l’angoscia, il terrore, la morte, un connubio indissolubile tra la trama ed uno stile che lascia il segno.

Ma ritorniamo al titolo del libro e al contesto accennato. Biondillo ci porta a comprendere il cambiamento urbano e sociale; la rivoluzione industriale che porta la città ad essere metropoli, una metropoli in continua mutazione, vissuta per le strade, sul marciapiede, di notte, che si dibatte e contorce in un nuovo che avanza, la cosiddetta disciplina urbanistica e la resistenza di un passato che non può essere certamente rimosso con il restauro di monumenti. Izzo e Manotti sono un riferimento se vogliamo prendere in considerazione Parigi e la vera e propria deportazione dei “poveri” verso le Banlieue, in narrazioni in cui realtà e finzione non solo si sovrappongono, si assomigliano. In questo genere si cimentano autori che rendono visibile e conoscibile un dato oggettivo: è il noir che prende spunto dalla speculazione edilizia o è il contrario?

E quindi nel dover scegliere un criterio come riferimento è necessaria una scelta: in questo caso si percorre una strada dal sud verso il nord: Napoli con De Giovanni, e non poteva essere che lui. Napoli, l’innamoramento e lo sguardo, la notte e la violenza. Ma se vogliamo proseguire nel viaggio indicatoci, lasciamo Napoli e ci avviciniamo a Roma, con Costantini che, tramite Balestrieri, rende evidenti le trasformazioni in atto e quelle già avvenute, in cui “inferno e paradiso” sono un tutt’uno. Da Roma verso Firenze, e quindi Vichi che, con il commissario Bordelli, descrive, in modo incisivo, la “trasformazione” urbana, il distruggere tutto, e il ricostruire in quanto grande affare. E le parole di riferimento divengono un programma: salute pubblica, decoro e sicurezza, questa è Firenze. Da Firenze verso Bologna incontrando Lucarelli che ci porta a conoscere Piazza Verdi (Lolli?), i portici e, perché no, i tortellini. Da Bologna andiamo, con Valerio Varesi, a Parma con la nebbia, elemento quest’ultimo ritrovabile spesso nelle letture noir. Parma e l’Oltretorrente, quartiere mai dimenticato per il contributo degli arditi del popolo alla resistenza, con gli immigrati che divengono il nuovo proletariato; periferie non ancora stuprate dalle immobiliari in agguato e quartieri, pieni di vita, in attesa di essere rasi al suolo. E via verso Milano, Quarto Oggiaro nella sua massima espressione “criminale”, con i cumuli di spazzatura; di moto rubate, ed ovviamente smontate, le sparatorie per strada e i mafiosi ai domiciliari . Quartieri che degradano nella classifica “Milano vicino l’Europa”, ma non troppo, visto che Via Padova, la periferia per eccellenza, sembra Beirut durante la guerra civile. Una Milano dove la politica della paura fa da contraltare alle fabbriche dismesse; all’assenza: di operai, di case del popolo; dove anche i comunisti sono dei sopravvissuti a se stessi e incredibile ma vero il caffè è l’ultimo baluardo che resiste.

A questi, altri autori potevano essere inclusi come riferimento dell’incontro tra narrativa noir e architettura: Carlotto/L’Alligatore vs Cagliari/Padova; Torino con Pandiani; Genova e Borchio; Marsiglia ed Izzo; Parigi/Manotti; Barcellona/Montalban.

Edoardo Todaro

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Edoardo Todaro

Oltre a svolger la propria militanza tra realtà autogestite (CPA) e sindacali (delegato RSU Cobas presso Poste spa) è appassionato di letture, noir in particolare. È tra i collaboratori, con le proprie recensioni, del blog Thriller Pages

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2 commenti su “Elementi di urbanistica noir a cura di Gianni Biondillo”

  1. Antonio Fiorentino

    Grazie della recensione, non conoscevo il libro che vorrei comprare ma vedo che è di difficile reperibilità. Credo sia in vendita solo nelle librerie di Milano. Come posso ordinarlo? Grazie. In questi giorni sto leggendo un libro del grande Biondillo “Con la morte nel cuore”, un concentrato di umorismo noir sullo sfondo della periferia milanese.

    1. Edoardo Todaro

      il libro se richiesto alla casa editrice dovrebbe essere spedito gratuitamente; e cmq ” Con la morte nel cuore ” ottimo

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