Scandicci taglia i servizi pubblici e punta sulle esternalizzazioni

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1 Aprile 2021. Per noi era la data cerchiata di rosso sul calendario. Quella su cui abbiamo concentrato tutte le nostre forze. Il consiglio comunale di Scandicci avrebbe discusso la riforma scolastica che, tra le varie cose prevede la progressiva chiusura della scuola Makarenko. La nostra protesta è dettata dalla mancanza di tracce di‘ un nella gestione di questo “rimpasto” delle strutture scolastiche della zona di San Giusto, Le Bagnese e Scandicci Centro.

Da Gennaio, momento in cui si forma il nostro comitato “Salviamo la Makarenko”, abbiamo cercato di manifestare il nostro dissenso dando valore a quello che più ci ha spinto ad arrivare fino a qui, il senso di comunità, di vicinanza e di appartenenza che i cittadini di Scandicci hanno dimostrato per la causa. Ed è così che l’organizzazione delle manifestazioni e dei flash mob è stata spontanea, partecipata e condivisa: abbiamo creato una catena umana lunga 1,3 km, un “ponte” composto da circa 700 persone che unisse “l’isola felice” Makarenko al polo scolastico di
San Giusto, lanciando il messaggio che l’esperienza educativa della Makarenko può e deve essere parte della nuova riforma scolastica. Comune e Stato non sono e non devono essere concorrenti

Piazza Matteotti, Scandicci

bensì promotori e garanti di una scuola pubblica di qualità.

 

Questo è stato il primo di una lunga serie di eventi: abbiamo invaso Piazza Matteotti, sede degli uffici dei Servizi Educativi, con più di 200 paia di scarpine e libri (donate successivamente in beneficenza); abbiamo costruito un muro di gomma con 2400 palloncini quantificando le 2400 persone che hanno firmato la petizione popolare; abbiamo festeggiato insieme l’8 Marzo tutte e tutti insieme donando mimosa e condividendo pensieri, parole e esperienze per concentrare l’attenzione su cosa voglia dire la chiusura di una scuola per le donne, mamme e lavoratrici.
Insomma abbiamo dato forma, colore, qualità e quantità alla grande fetta di cittadinanza che in modo attivo ha sostenuto la nostra causa.
Sotto e dietro gli eventi abbiamo parlato con tutti gli attori coinvolti conoscendo personalmente coloro che siedono sui banchi del consiglio comunale e rivestono i ruoli negli uffici coinvolti in questa vicenda.
Un lungo lavoro che ci ha progressivamente portati al 1 aprile.

Ci è stato concesso di partecipare al consiglio comunale durante il quale abbiamo affermato ancora una volta quello che diciamo da mesi: non siamo quelli del NO, procediamo alla riforma scolastica ma non smantelliamo quello che è stato costruito duramente in 20 anni di
esperienze pedagogiche. La nascita di un nuovo progetto non può partire dallo smantellamento di una scuola e dalla perdita, e poi successiva privatizzazione, di 30 posti di nido pubblici, non si realizza l’uguaglianza partendo da una sottrazione. La nostra proposta era semplice: posticipiamo di un anno questa riforma, durante il quale dovrà essere sviluppato a regola d’arte un nuovo progetto educativo (ad oggi inesistente) che tuteli la scuola pubblica in termini di qualità e quantità di posti a gestione diretta. La nostra richiesta ha rotto la maggioranza, ha evidenziato dei conflitti di interesse nel gruppo consiliare PD costretto a modificare la propria mozione il giorno prima del consiglio
comunale. Il gruppo di Italia Viva ha presentato invece una mozione analoga alla nostra richiesta bocciata per un solo voto, quello del Sindaco Fallani al quale avevamo chiesto espressamente di astenersi dalla votazione per esercitare al meglio il suo compito: essere il primo cittadino e diretto rappresentante di tutti noi e non solo del gruppo di maggioranza.

La sera dopo il consiglio non è stata facile per nessuno di noi. Ci aspettavamo che sarebbe andata così, quando si perde di misura è sempre difficile ripartire, soprattutto se la sconfitta è contornata

Non chiudete il Makarenko

da conflitti d’interesse, presunzione e reticenza. Sicuramente non è stata dura solo per noi. Lo sarà stato per tutti coloro che hanno messo anima e cuore in questa partita e hanno seguito il consiglio comunale come se fosse una partita dei mondiali senza perdere una parola detta durante quelle 5 lunghissime ore. Sicuramente non sarà stato facile anche per coloro che hanno vissuto il voto da protagonisti. L’incarico di consigliere comunale non è un ruolo da vivere a cuor leggero.

Alcuni consiglieri al momento del voto non hanno avuto dubbi nell’attivare il microfono e con voce ferma dichiarare il proprio voto, ma per altri dover mantenere la linea di voto imposta dal proprio partito non è stato facile: “Con questo voto perderemo 22 posti di nido pubblici…tre quartieri saranno completamente affidati alla gestione di nidi privati…2400 cittadini ci chiedono di fermarci…votiamo in favore di un progetto inesistente…NO! Non posso avere dubbi…Devo allinearmi! Se vado controcorrente che succede? Cade la giunta? Che penserà il partito di me? Sinceramente non voglio prendermi sta bega…tanto hanno detto che poi lo faranno il progetto, poi c’è il calo demografico, dice che non ci sono bambini a Scandicci, boh alla fine si parla solo di una scuola giusto? Aspetta aspetta…tocca a me: F-FA…FAVOREVOLE!”
La notte porta consiglio e le energie ritornano a darci forza con il tempo. Abbiamo incassato il colpo ma siamo ripartiti con forza nei nostri dialoghi a sostegno della scuola pubblica nella fascia 0-6 anni.

 

Il focus della nostra protesta è sempre stato più ampio rispetto a quello che molti hanno percepito. La chiusura della Makarenko mette in luce una serie di problematiche sul territorio che in molti si sono accorti solo adesso con la riapertura delle iscrizioni e l’approvazione del
nuovo piano educativo. In questa riforma abbiamo sentito parlare più volte di uguaglianza dei

Un presidio per la Makarenko

servizi.

 

Il Sindaco Fallani, Vicesindaco Giorgi, che sembra essere il principale sostenitore di questa idea aziendalistica di scuola, e l’Assessora Palomba ribadiscono con forza che “Scandicci offrirà il progetto educativo 1-6 a tutti, estendono il tempo scuola anche per i bambini frequentanti la scuola statale”. Non è dando ore e settimane in più a tutti che raggiungeremo l’ambizioso obiettivo di garantire a tutti pari diritti. Una cosa è un progetto educativo, maggior tempo scuola (affidato per altro a cooperative private) è un servizio alle famiglie.

Il nostro è un SI forte e deciso per un sistema più equo; nel tentativo maldestro di offrire tanto a tutti si livella verso il basso la qualità raggiunta in anni di duro lavoro: “Non c’è nulla che sia più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali”.

Dal prossimo anno scolastico i quartieri di San Giusto, Le Bagnese e Scandicci centro saranno scoperti per quanto riguarda il servizio di nido pubblico e a fine riforma il nido La Girandola, che attualmente ospita 22 bambini a gestione privata, aumenterà la propria capienza fino a 52 bambini “rubando” così 30 posti di nido pubblico a gestione diretta.

Il messaggio che lancia questa amministrazione è chiaro. Disfarsi progressivamente della gestione dei servizi che possono essere appaltati. Seguendo questa direzione il Comune potenzialmente, potrà lavorare solo con enti privati riducendo al minimo le proprie risorse umane e semplificando notevolmente tutte le problematiche relative alla gestione del personale.

Su questo tema, nella giornata del 15 aprile, sono scesi in piazza insieme ai Sindacati Fp CGIL, UIL Fp e RSU le lavoratrici e lavoratori dei servizi educativi comunali, l’affluenza è stata altissima, oltre il 95% e il messaggio era chiaro: “L’educazione dei bambini è essenziale e deve restare nell’ ambito della sfera pubblica”.

Anche se abbiamo compreso la volontà di uscire dalla gestione della fascia educativa infanzia affidandola allo stato, non è ammissibile che questa amministrazione voglia ridurre i propri sforzi, privatizzando e esternalizzando la fascia 0-3 anni che è di sua diretta competenza. Il comune è l’ente più vicino alla cittadinanza, ne cura gli interessi ed eroga servizi. Un comune sano e con i bilanci in netta positività da decine di anni come è il comune di Scandicci ha il dovere di investire per avere dei servizi di qualità. I servizi educativi all’infanzia nella fascia 0-3 e nella fascia 3-6 (come supporto allo stato), rientrano in tali servizi.

Il nostro percorso non è concluso. Stiamo continuando a lavorare nonostante la mancanza di risposte e di confronto, nonostante l’indifferenza e la superficialità con la quale sono state completamente ignorate 2400 firme, nonostante la mancanza di ascolto attivo, nonostante le
frasi sessiste, nonostante il qualunquismo che questa amministrazione continua a riservare verso la propria cittadinanza.

Salviamo la Makarenko

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