Un impegno oltre il pensiero unico: “La Città invisibile” arriva al 150° numero e rilancia

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La Città invisibile è arrivata al numero 150.

Per 150 volte, in sette anni, abbiamo dato voce alle vertenze, alle mobilitazioni in corso e alle pratiche di autodeterminazione urbana ed extraurbana.

Per 150 volte, ogni due settimane, abbiamo individuato voci provenienti da esperienze territoriali di lotta e parole che analizzassero i processi economici e sociali che a quelle lotte hanno condotto.

Non sono i numeri che ci hanno mai attirato, anzi, abbiamo sempre voluto vedere cosa c’era dietro ai dati, fare spazio alle cose più invisibili. Però anche i numeri contano e in questo caso vogliono dire che c’è un tempo non breve in cui il nostro sguardo si è appuntato, forse anche affinato, sui meccanismi che provocano l’aggressione ai diritti delle persone, al lavoro, alla salute, al territorio.

Sette anni di lavoro collettivo in cui siamo cresciuti, ma rimasti coerenti all’intento per cui La Città invisibile è nata: un’ esperienza di attivismo giornalistico militante, con un posizionamento dichiarato, che vuole mettere in luce sia informazioni censurate dai mezzi di comunicazione mainstream, sia far emergere le pratiche e l’elaborazione di letture critiche al pensiero unico.

Dalle esperienze di urbanistica resistente alle lotte per la difesa del territorio, dalla difesa dei beni comuni ai diritti per l’agibilità sociale degli spazi, dalle testimonianze dal carcere alle varie forme di repressione, gli articoli pubblicati documentano i fatti e li inquadrano in un orizzonte di senso, ne rendono visibile l’origine nascosta, cioè quei meccanismi economici del capitalismo che sotterraneamente smuovono forze distruttive dei diritti delle persone e dell’ambiente.

Con la sua redazione formata oggi da 16 attivisti e attiviste, la rivista si è arricchita nel corso di questi anni di molte collaborazioni esterne: 405 autori e 2.890 articoli.

Nel corso del tempo si è articolata anche in rubriche tematiche, si è aperta a contributi nuovi, dal Capitalismo digitale all’analisi delle Mafie in Toscana, dagli stereotipi di genere alla salute disuguale e molto altro.

Ha pubblicato ebook scaricabili gratuitamente, organizzato appuntamenti online durante l’emergenza sanitaria, chiamati Scoprifuoco, organizzato finché è stato possibile cicli di incontri tra cui quello sulla Fabbrica del turismo.

Ci siamo interrogati, e continuiamo a farlo, sul senso di questo nostro impegno volontario, cercando verifiche e riscontri. La realtà muta nelle sue espressioni più esterne (come la sindemia ci ha mostrato) e cambiano i terreni di contrasto tra i grandi capitali che condizionano scelte di vita della stragrande maggioranza delle popolazioni (come la storia dei vaccini e dei loro brevetti testimonia); eppure non cambia la necessità di quella lotta tra i bisogni del 99% e i profitti dell’1%.

Possono, questo sì, cambiare i luoghi di resistenza che oggi esplode nei poli della logistica, tra i rider, in val Susa e tra i portuali di Genova. Ci siamo ripromessi di trovare il modo di dare sempre più spazio a chi nelle lotte ci sta, perché il suo punto di vista possa emergere senza filtri e senza omissioni.

Per farlo al meglio contiamo, come sempre, sulla partecipazione attiva di chi ci legge, segue la rivista, la diffonde e ci segnala temi e contributi da condividere. Insomma, la rivista siamo tutti e tutte noi!

La redazione

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