AAA: vendesi Csa nEXt Emerson, seducente centro sociale

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Il Centro Sociale Autogestito nEXt Emerson è parte integrante di una lunga storia trentennale della città di Firenze. Una storia di cultura popolare, votata all’autogestione, basata su quei meccanismi di crescita collettiva legati alla costruzione di spazi pubblici, in cui le persone si possono mettere in gioco in prima persona. Ambienti nei quali la costruzione e la progettazione stessa del luogo diventano parte integrante del percorso di definizione dello spazio fisico, anche quando questo processo entra in conflitto con gli interessi economici.Un semplice, ma non banale esperimento, teso a realizzare un luogo nel quale non valga il ricatto, sempre presente nelle nostre vite, “giusto = economicamente conveniente”.

Nel 2006 via di Bellagio ospitava tre capannoni vuoti già da anni destinati ad appagare il vorace bisogno di suolo della speculazione edilizia. Il paesaggio di gran parte della periferia nord ovest della città in quegli anni era ormai stato ridefinito in questo senso: milioni di metri cubi di cemento sono piovuti su Rifredi, Castello, sulla piana di Sesto. Da questo tsunami di cemento, in quello stesso anno, viene anche travolta la vecchia sede del Centro sociale Ex emerson di via Niccolò da Tolentino. Dato che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, gli scandali legati alla speculazione edilizia e all’edificazione selvaggia buttano a gambe all’aria la giunta dell’allora sindaco Domenici, mettendo a nudo il malsano patto tra politica e affari.

La nuova occupazione dell’nEXt Emerson in via di Bellagio, si inserisce quindi in questo tipo di scenario: una sorta di diga costruita dal basso per arginare almeno un poco la cementificazione delle periferie. L’area occupata era stata acquistata poco prima dalla cooperativa Unica, che già da qualche anno aveva abbandonando la propria vocazione cooperativistica, per abbracciare il modus operandi delle voraci immobiliari. Il progetto dell’Unica, storicamente legata al PD, prevedeva il cambio di destinazione d’uso, da manifatturiero a residenziale, l’abbattimento degli edifici e la costruzione di villette di pregio, in quella zona così appetibile, a ridosso delle colline. L’Unica fallisce prima di poter realizzare il progetto, anche se riesce a ottenere l’inserimento del cambio di destinazione d’uso nel Piano Strutturale. Il fallimento della cooperativa è determinato proprio da quella gestione disinvolta del proprio capitale sociale, che la vedeva farsi immobiliare in cerca di affari. Gli edifici del Centro sociale rientrano così nel processo di liquidazione fallimentare dei beni dell’Unica.

Nei quasi 15 anni che hanno scandito questi passaggi il nEXt Emerson ha continuato e ampliato la propria autogestione. Lo spazio è stato attraversato da decine di migliaia di persone e si è delineata un’intensa programmazione settimanale, che spazia dalla palestra popolare, al tango, dal laboratorio informatico dell’hacklab alla collaborazione con il progetto che Aria Tira, la sala prove, lo studio di registrazione, le strutture per skate e bmx, i laboratori di autocostruzione, la biblioteca e libreria autogestita, il cinema, le presentazioni di libri, fino a giungere al Nema: Next Emerson Museo Autogestito, un progetto artistico che pone l’attenzione proprio sulla ridefinizione continua della spazio fisico del Csa.

In tutti questi anni abbiamo cercato di sostenere e mantenere il contatto con le lotte contro quella che consideriamo una malsana idea di città, che piega e cerca di far coincidere i bisogni della cittadinanza con gli interessi economici di gruppi finanziari e fondi di investimento.Ma mentre noi vivevamo e crescevamo come centro sociale, la grigia e kafkiana burocrazia dei processi fallimentari faceva il proprio corso, e così il 13 luglio 2021 i locali del CSA si ritrovano per la prima volta messi all’asta.

Nel bando ci si riferisce a noi con il termine, velatamente e fastidiosamente dispregiativo, di “sedicente” centro sociale. Ma si tratta crediamo di un refuso: negli anni ci siamo dimostrati piuttosto, per le non poche persone che hanno voluto attraversare questo spazio, un “seducente” centro sociale.

Chi negli anni ha imparato a amare questo luogo e il proprio percorso di autogestione, sa bene che in noi di “sedicente” non c’è nulla: noi cerchiamo di incarnare e realizzare la nostra legittima aspirazione a una vita degna. Una vita in cui non siano i soldi a determinare le scelte e le persone stesse siano al centro del proprio percorso di crescita collettiva e individuale. Non ci sembra che gli altri attori in gioco possano sinceramente dire altrettanto di se.

La pandemia in questo anno e mezzo ha costretto il corpo sociale a ridefinire fino al non sense e al paradosso, l’aggettivo “sociale”. E dopo un anno e mezzo di sofferenze ci ritroviamo pure a fare i conti con un capitale in crisi d’astinenza, aggressivo e vorace. Le amministrazioni inseguono come un’entità salvifica una ripresa economica nella quale indistintamente si contempla tutto e il suo contrario: ridefinire la città attraverso le grandi opere, ma anche a volumi zero, far ripartire l’edilizia con milioni di metri cubi di cemento, ma anche renderla più verde, ripopolare il centro storico, ma anche zepparlo di nuovo di turisti. Si potrebbe continuare per esercizio: per ogni affermazione dell’amministrazione è possibile trovarne una di segno opposto e conseguenze contrarie, ma pronunciata con il massimo convincimento.

L’operazione in atto sugli edifici di via di Bellagio è solo una piccolo pezzo in un puzzle ben più articolato di un’immagine di città volutamente confusa e confondente, ma nel quale per orientarsi è sufficiente seguire il flusso del denaro. Semplice e banale.

E così, come dicevamo all’inizio del testo, semplice, ma non banale è il sentimento che ci anima a spingere in direzione opposta.

Giovedì 10 giugno h 11 c/o Casa del popolo di castello
Conferenza stampa con gli abitanti del quartiere di Castello sulle
criticità urbanistiche dell’area Cerdec, via di Bellagio e Via chiuso dei Pazzi

Sabato 19 giugno dalle h 15 Pz Dalmazia
nEXt Emerson in piazza, spostiamo le attività del Csa in strada

Martedì 13 luglio, dalle h 9, Pz Beccaria
Presidio davanti allo studio notarile dove viene messa all’asta l’area del Csa Next-Emerson

Csa Next-Emerson

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