Manifattura Tabacchi: non basta dire Volumi Zero

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MANIFATTURA-MARMOLa Manifattura Tabacchi ha caratterizzato per lunghi anni il quartiere San Iacopino-Puccini per le dimensioni e la monumentalità del complesso, per la presenza dell’asilo nido (unico nella zona) e per il teatro Puccini, ma soprattutto per essere stato occasione di occupazione e lavoro specie per il lavoro femminile, celebri le sigaraie e le loro lotte sindacali.

Oggi la manifattura riaffiora alla cronaca per essere la sede di importanti eventi legati alla moda o all’arte contemporanea. Un uso che testimonia che non si tratta di una banale area industriale abbandonata come fanno intendere le descrizioni della cronaca urbanistica, ma un luogo di valore per la città, “location” privilegiata da marchi e griffe capace a veicolare immagine pubblicistica e culturale.

Ricordiamo che la Manifattura Tabacchi viene dismessa nel 2001 e passa, come tutte le manifatture dell’Ente Tabacchi, a far parte del patrimonio della Fintecna, una società partecipata al 100% dal Ministero delle Finanze. Successivamente nel 2006 viene ceduta ad una società mista pubblica/privata Mt Manifattura Tabacchi costituita al 50% da Fintecna e al 50% da Metropolis una società che riunisce vari operatori (Ligresti,Btp, Consorzio Etruria) tutte società oggi in liquidazione. Si ipotizza un interesse di Fintecna ad riacquisire tali quote forse tramite la Cdp che da Ente pubblico si avvia a diventare sulla scena di Firenze un importante promotore immobiliare.

Fra le numerose aree oggetto di previsioni di recupero edilizio ed urbanistico contenute nel PS e nel RU e fra quelle pubblicizzate nel quadro della promozione immobiliare presentata nelle recenti fiere internazionali del real estate, basata sulla valorizzazione della rendita e su nessuna idea di città, la Manifattura assume un ruolo di rilievo per le possibili potenzialità a livello urbano e in particolare per molteplici interessi:

  • l’elevata qualità architettonica di archeologia industriale
  • la localizzazione in un luogo strategico nell’attuale processo di riorganizzazione della città
  • le notevoli dimensioni quantitative dell’intervento nei confronti dell’intero piano urbanistico.

Infatti la Manifattura Tabacchi, costruita dal 1932 al 1940, rappresenta un esempio di grande valore dell’architettura del razionalismo italiano degli anni trenta e forse la più bella manifattura tabacchi edificata in Italia, alla cui costruzione sembra aver partecipato anche P.L. Nervi in quanto impegnato con la sua impresa edile alla realizzazione del complesso. Per queste caratteristiche l’intera Manifattura, una vera e propria cittadella costituita da edifici funzionali al sistema produttivo, è oggetto di vincolo di tutela con decreto ministeriale fin dal 1997.

La Manifattura grazie alla collocazione adiacente al centro storico e al parco delle Cascine risulta strategica nel quadro del decentramento delle funzioni avviato alla fine degli anni ‘90 che sta ridisegnando l’intero sistema urbano fiorentino e in particolare il settore ovest della città. Si trova in posizione baricentrica fra il nuovo parco della Musica e l’area direzionale di Novoli, con un ruolo di centralità all’interno del progetto di riqualificazione dell’intera periferia ovest di Firenze.

La Manifattura, enorme complesso industriale, presenta cifre dimensionali notevoli pari a 103.000 mq di superficie e 400.000 mc, quantità che rendono la Manifattura come l’intervento più cospicuo nella città e che viene a rappresentare una parte significativa dell’intero recupero intrapreso dal RU adottato (quasi il 10%), e il tutto in un’area di appena 6 ha, carente di spazi verdi e infrastrutture e un sistema viario a sfondo cieco (via Tartini).

L’interesse del quartiere che considera la manifattura un luogo identitario e spazio di servizio in un settore interamente residenziale povero di spazi pubblici porta alla formazione del Comitato per la tutela della ex Manifattura Tabacchi in occasione della presentazione da parte della proprietà di un progetto edilizio che salta ogni considerazione urbanistica. Si abbandona la previsione di area pubblica indicata dal PRG e l’indirizzo contenuto nel PS del 2007 finalizzato a realizzare
un polo di attività culturali di rango regionale e sovra regionale, passando a considerare l’area non come una opportunità e un elemento di qualità progettuale, ma come semplice area fondiaria sulla quale incamerare rendite. Il progetto stravolge il complesso architettonico con la demolizione di gran parte degli edifici originari, l’immissione di attività varie (centro commerciale e uffici) ma soprattutto realizza residenza per ben 700 appartamenti. Progetto che suscita notevoli critiche da parte dei cittadini che vengono verbalizzate nelle relazioni di Sociolab incaricata della comunicazione dalla proprietà.

Nonostante numerosi incontri con l’assessorato a cui ha partecipato anche l’AIPAI (Associazione italiana patrimonio archeologico industriale), il comune, indifferente ad una visione unitaria della città e alle possibili ricadute sul quartiere, ha accelerato le procedure urbanistiche con l’adozione di una apposita Variante che conferma il progetto edilizio presentato dalla proprietà con le demolizioni, la realizzazione di residenze per 700 appartamenti disposti in nuovi edifici, fra cui due torri di 17 piani alte 53 m. che verranno ad interporsi nello skyline del centro storico, alberghi, uffici, spazi commerciali. Gli unici servizi previsti sono la scuola materna e il teatro cioè funzioni già presenti. Mentre il verde risulta non necessario data la presenza del parco delle Cascine nelle immediate vicinanze. Volumi zero ma un carico urbanistico pesantissimo ed oneroso che obbligherà il comune a potenziare il sistema dei servizi in grado di supportare 2000 abitanti.

Il tutto appare una pura speculazione edilizia volta ad incrementare il valore di rendita dell’area mentre non viene assolutamente percepita la potenzialità del complesso a contenere funzioni pubbliche o ad uso pubblico che aiutino a rivitalizzare sotto il profilo culturale, artistico e sociale la zona circostante. Recuperare aree dismesse come quella dell’ex Manifattura Tabacchi significherebbe riconquistare spazi pubblici, occasioni di socializzazione, servizi ed innovazione in un settore caratterizzato solo da alte densità residenziali.

Il Comitato nelle sue richieste ha prefigurato, fin dall’inizio, una tutela dell’intero complesso per favorire un recupero che salvaguardi l’integrità architettonica degli edifici quali ultimo esempio di archeologia industriale a Firenze. Ha posto l’esigenza di collocare una funzione pubblica culturale di forte richiamo e impatto qualitativo. In questa direzione l’ipotesi della localizzazione della Emeroteca della Biblioteca nazionale avrebbe rappresentato una soluzione ottimale sia per gli spazi sia per edifici in grado di accogliere i 13 km di scaffali grazie a solai realizzati per sostenere i pesanti macchinari della manifattura senza pesanti oneri di ristrutturazione che graveranno per le sedi oggi ipotizzate.

Fra le altre richieste va ricordato la valorizzazione del sistema delle piazze all’interno del complesso per una fruizione pubblica degli spazi e la realizzazione di un museo dedicato al lavoro femminile a richiamo delle maestranze qui impiegate. In ultimo la richiesta di un forum pubblico per individuare attività e soggetti compatibili con le caratteristiche architettoniche ed identitarie della Manifattura.

Carlo Carbone, urbanista
Comitato per la tutela della ex Manifattura Tabacchi
https://www.facebook.com/comitatomanifattura

 

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