Una riflessione sulla terza corsia della Firenze Mare

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Nella pianura metropolitana da Firenze a Pistoia il “Pd sistema di potere in Toscana” si è distinto per una previsione di opere pubbliche derivanti da un’ideologia sviluppista novecentesca sempre più insostenibile nel ventunesimo secolo:

– il sottoattraversamento della TAV nel Comune di Firenze;
– la nuova pista intercontinentale di 2400 metri nell’aeroporto di Peretola;
– la quintuplicazione della potenzialità impiantistica inceneritorista (da 60.000 a 260.000 T/annue);
– infine, la realizzaziofirenze-marene della terza corsia sull’autostrada A11 Firenze/mare (con progetto in fase di esecuzione, tramite gli espropri dei terreni, nel tragitto di 27 km da Firenze a Pistoia).

Si tratta di grandi opere in gran parte inutili e devastanti sia per l’ambiente che per la salute, e che impegnerebbero ingenti risorse economiche che potrebbero essere altrimenti impiegate.

In particolare, sull’autostrada A11 ci sono alcuni problemi locali da risolvere:

  • il problema più grande è il “tappo” di ingresso a Firenze che determina, in alcune ore di maggiore traffico, file di automezzi che si formano in particolare negli ultimi chilometri. Ci sono vari progetti per snellire l’accesso alla città su cui si dovrebbe discutere seriamente con la partecipazione dei cittadini; la previsione dello stadio a Novoli complica enormemente la situazione;
  • talvolta si formano file di automezzi, provenienti da Firenze, anche prima dell’uscita a Prato est (quindi è necessario snellire questa uscita); inoltre a Pistoia, da diversi anni, viene chiesto alla società autostrade un nuovo casello (da aggiungere, circa 3 km prima della città, a quello attuale), per collegare l’autostrada A11 con la zona industriale di Sant’Agostino e con la pianura pistoiese del vivaismo, in modo da alleggerire e migliorare la viabilità locale nell’ultimo tratto di Via Toscana e nell’area a sud della città di Pistoia;
  • in alcuni tratti dell’autostrada A11 da Firenze a Lucca, come nell’area pratese, ci sono zone densamente abitate che necessitano di barriere che riducano l’inquinamento acustico e ambientale (chieste da decenni da numerosi cittadini, senza avere risposte positive e che ora vengono loro promesse solo come conseguenza di un’assurda terza corsia).

In totale, tre problemi risolvibili con circa 100 milioni di euro!ingorgo

Inoltre c’è il problema delle file di automezzi che si formano sull’A11 (nei mesi estivi e nei giorni festivi) nelle ore di ritorno dal mare: ma questo problema è risolvibile solo tramite la realizzazione di una moderna metropolitana di superficie nel tratto Pistoia-Lucca (dove c’è ancora il binario unico realizzato 160 anni fa).
Perché spendere oltre 500 milioni (che probabilmente raddoppieranno con le revisioni prezzi, ecc.) per realizzare la terza corsia da Firenze a Pistoia e poi spendere altri 2 miliardi per farla arrivare a Lucca, in una regione e in un Paese dove abbiamo da risolvere ben altre e drammatiche priorità?

Perché iniziare i lavori per la terza corsia sull’A11 proprio ora che (finalmente, anche grazie all’impegno degli attuali Sindaci di Pistoia e di Lucca) sono iniziati i lavori preliminari per realizzare il secondo binario nel tragitto da Pistoia verso Lucca?
Qualche credulone dice: ma Autostrade Spa non utilizza il denaro pubblico!

nodo-scorsoioIn realtà, tramite previsioni esagerate sul traffico e sui conseguenti guadagni, ottiene mutui dalle banche e/o dalla Cassa Depositi e Prestiti, ma le previsioni non si realizzeranno e quindi, di conseguenza, dovrà intervenire lo Stato con il denaro pubblico e saranno aumentate le tariffe delle autostrade (oppure falliranno le banche che avranno concesso i mutui e dovrà intervenire comunque lo Stato per salvarle).
Ecco perché, pensando agli affari di poche grandi aziende, Autostrade Spa preferisce realizzare progetti che costano dieci volte di più di quanto sarebbe necessario, a danno della collettività e delle economie locali (che avrebbero grandi vantaggi se le risorse finanziarie fossero utilizzate per avviare a soluzione i problemi prioritari che abbiamo in ogni realtà locale).

Enrico Rossi, Presidente della regione Toscana, il 28 ottobre 2016 ha scritto: “La terra trema e si vive nella paura. Per questo occorre una vera svolta: un Ministero della Prevenzione sul territorio che possa investire almeno 10 miliardi l’anno nella sicurezza antisismica e idrogeologica, con un piano pluridecennale. Questa è la sfida e l’Europa deve ascoltarci“.
Una domanda: quei 10 miliardi l’anno sono reperibili solo aumentando il debito pubblico?
L’Italia è un Paese che ha accumulato, anche a causa di tante scelte sbagliate dei governi, 2250 miliardi di debito pubblico (140 miliardi in più da quando c’è il governo Renzi/Alfano) e questo espone sempre di più il nostro Paese alle scorribande della speculazione finanziaria internazionale ed ai sempre più pesanti condizionamenti della politica neoliberista delle maggiori potenze economiche mondiali.
Giusto chiedere all’Unione Europea di farla finita con l’austerità a senso unico, ma è anche l’ora di iniziare a spendere bene il denaro pubblico, tramite una ridefinizione delle priorità in rapporto ai grandi e drammatici problemi che abbiamo (a cui finora sono state destinate le briciole nella spesa pubblica).
E’ giunta quindi l’ora di prendere in seria considerazione le proposte della campagna denominata Sbilanciamoci! che da 20 anni, indica “Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente”.

Giuliano Ciampolini, membro del Comitato pistoiese contro la terza corsia sull’A11
Petizione: https://firmiamo.it/l-autostrada-firenze-mare-non-ha-bisogno-di-essere-ampliata#petition
Per informazioni e adesioni, scrivere a: controterzacorsia@libero.it

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Giuliano Ciampolini

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