Vivaismo pistoiese – Salute, ambiente e alternative sostenibili

I cittadini dell’area pistoiese sono in allarme.

Secondo i dati preliminari del 2017 diffusi dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ben il 72,4% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali in Italia ha concentrazioni di pesticidi superiori ai limiti consentiti, in provincia di Pistoia la media sale al 89,47%, ossia quali la totalità, soprattutto nelle aree a sud est della città, laddove è massima la concentrazione dei vivai.

Nelle acque sotterranee in Italia i limiti sono stati superati nel 34,5% dei casi, il dato della provincia di Pistoia è maggiore di quello nazionale, attestandosi intorno al 35,71% dei punti di monitoraggio.

I pesticidi riscontrati nelle acque superficiali pistoiesi sono ben 51 (ampa, glifosate, ecc.), 5 sono le sostanze trovate nelle acque sotterranee (ampa, glifosate, clorpirifos, ecc.).

È quanto è emerso nel recente convegno “Vivaismo pistoiese – Salute, ambiente e alternative sostenibili” organizzato dall’Associazione “Città in cammino”, un gruppo di giovani pistoiesi che affrontano in maniera consapevole i problemi che emergono in città.

Come ha fatto notare il dott. Pietro Paris dell’ISPRA, la minore concentrazione di inquinanti nelle acque sotterranee non è un indice positivo di qualità ambientale: “è solo questione di tempo, tutto quello che finisce nelle acque superficiali un po’ degrada, ma dopo anni può finire nelle acque sotterranee” utilizzate, nella maggior parte dei casi, come fonte di approvvigionamento per il consumo umano. E comunque, che un terzo delle acque sotterranee controllate superi i limiti consentiti, di per sé è un dato preoccupante.

I relatori hanno ribadito che i pesticidi sono sostanze xenobiotiche, sono molecole di sintesi create dalla chimica industriale, estranee ai normali processi della vita. Sono delle sostanze “marziane” rispetto al nostro ambiente, al pari di tanti altri prodotti sintetici quali le materie plastiche, destinate ad accumularsi e delle quali “nessuno è in grado di misurare cosa accadrà come effetto di questa contaminazione”.

La presenza delle miscele di pesticidi complica la ricerca e la definizione di margini di sicurezza accettabili perché i loro imprevedibili effetti sulla salute umana non sono mai stati presi in considerazione dalle attuali normative.

In blu l’ampliamento dei vivai

In Toscana ad aggravare la situazione contribuisce la stessa Regione che, con il Piano Uso Fitosanitari e Fertilizzanti (PUFF) del luglio 2018, consente “di fatto in Toscana l’utilizzazione agevolata del glifosate e di altri 28 pesticidi, proprio nelle Aree di rispetto a ridosso delle sorgenti e dei pozzi di attingimento per la rete idrica potabile”. Associazioni e cittadini sono in attesa della pronuncia del TAR della Toscana sul ricorso che hanno presentato contro questo provvedimento irresponsabile.

Come se non bastassero i circa 6.000 ettari esistenti, recentemente, la Provincia ha disposto l’ampliamento delle aree “vocate” al vivaismo, assediando la  città.

L’effetto dei pesticidi sulla salute umana è stato affrontato dall’oncologa dott.ssa Patrizia Gentilini, che ha presentato, tra l’altro, i più recenti studi internazionali sull’argomento.

Generico e inconsistente il contributo dei rappresentanti dei vivaisti. Pur riconoscendo “il campanello d’allarme” dei dati del 2016 “che hanno reso le aziende consapevoli del problema e delle conseguenze della propria attività”, sono state annunciate soltanto iniziative e sperimentazioni di cui ben poco si sa e delle quali non sono stati diffusi dati che consentano di verificarne l’efficacia.

Maggiori controlli e un più serrato confronto con le aziende sono stati auspicati dai presenti al convegno.

*Redazione

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