Contro guerra e carovita

Salgono i prezzi dalla benzina al gas, dai prodotti al consumo ai beni di prima necessità. Salgono i prezzi, ma i salari sono fermi al palo!
I nostri stipendi non sono capaci di coprire il costo delle necessità di vita. Quelli che erano servizi essenziali gratuiti sono messi in discussione ormai da anni da un progetto sistematico di privatizzazione e tagli. Ad ogni riforma, governo dopo governo, si è continuato nella direzione che ci ha portato all’oggi: dopo due anni e più di pandemia il lascito di chi l’ha gestita è un sistema sanitario in mano ai privati che gestiscono gli appalti e questo è il modo per mettere in discussione anche il salario indiretto.
Abbiamo però un settore per il quale lo Stato non bada a spese.

D’altronde le “indicazioni” della Nato e quindi degli Stati Uniti sono chiare: la spesa militare deve salire e salirà togliendo soldi a scuola, sanità e trasporti pubblici facendoci carico contro la nostra volontà del costo della corsa alle armi, del costo dello scontro tra potenze economiche che si misurano militarmente sul campo. Quel costo è scaricato sulle spalle nostre spalle, le spalle di chi ha già visto il suo stipendio perdere in potere d’acquisto, di chi ha dovuto iniziare a pagarsi le cure, le analisi mediche o la visita da un medico privato perché i tagli al personale hanno allungato in modo insostenibile le liste di attesa nella sanità pubblica, regalandola di fatto ai privati!

Secondo noi il problema è proprio questo: chi ci governa difende gli interessi di chi ha il potere economico… quelli che un tempo, e per noi è cambiato molto poco, si chiamavano, senza mezzi termini, padroni! Sono proprio loro, oggi, con la guerra alle porte, che traggono il maggior profitto dalla vendita di armi e quindi dalle commissioni pubbliche a ditte come Leonardo Finmeccanica mentre per noi lavoratori e lavoratrici viene ripensato un periodo di sacrifici utile solo affinché i padroni occidentali possano vincere contro i “barbari” padroni d’oriente.

E a noi che ce ne viene?
Beh, dal nostro punto di vista, niente di buono. Ma dato che sappiamo nuotare anche nell’acqua sporca, ci rimbocchiamo le maniche, costruiamo relazioni, ci organizziamo per provare a fare l’unica cosa utile: lottare per mettere in discussione l’esistente! Stiamo costruendo una serie di iniziative fatte di socialità e condivisione. Portare in piazza un mercato, un cinema, un laboratorio di ceramica, piuttosto che un aperitivo, rappresenta l’occasione per costruire dinamiche che si muovono fuori dalle logiche malate del capitale.
Stare insieme in questo contesto ci permette di discutere della guerra, delle sue ripercussioni interne come il carovita e di come noi possiamo fare per cambiare lo stato di cose presenti! Lo stiamo facendo per dare forza alla via indicata dalla lotta in GKN assieme a Genuino Clandestino chi si batte per la riappropriazione della terra, per liberare il lavoro della terra dalle logiche dell’allevamento e dell’agricoltura intensiva dettate dalla grande distribuzione e per la difesa dell’ambiente.

Genuino clandestino, Mercato in transizione, CPA Fi-sud