Rigassificatore: Piombino resiste

Piombino è una cittadina di 32000 abitanti alla periferia dell’impero, un promontorio collegato al resto d’Italia da una sola strada di accesso, la seconda è stata promessa da decenni e decenni e mai realizzata.

È stata anche il secondo polo siderurgico in Italia, fino al 2014, quando l’AFO chiuse definitivamente lasciando oltre 900 ettari di SIN da bonificare. Accordi di programma firmati da tutte le Istituzioni, promesse di forni elettrici e di bonifiche. Risultato: 1.600 lavoratori in CIG, neanche un metro quadrato bonificato, la fabbrica un ammasso di ruggine e amianto pericolante.

Piombino è anche una cittadina bellissima, di fronte all’arcipelago toscano, mare e aria pulitissimi, spiagge sabbiose fino a Follonica e scogliere stupende fino a Baratti, colori indimenticabili, un centro storico piacevole e una piazza sul mare unica, una piccola Camargue dietro le dune e tanto altro.

Dopo il 2014 sono nate molte attività alternative alla siderurgia, in genere legate al mare, come gli allevamenti di pesce, le colture di molluschi, molti stabilimenti balneari, la cantieristica navale, i servizi al turismo. Piombino a fatica stava cercando di rinascere, senza l’aiuto di nessuno.

Ad aprile di quest’anno si comincia a ventilare l’ipotesi di un rigassificatore a Piombino, a maggio leggo, quasi per caso, il cosiddetto DL “Aiuti”. Art. 5. In virtù di una presunta emergenza nazionale energetica, tradotto ci vogliamo staccare dal metano di Putin per essere dipendenti dal metano di qualcun altro, sarà possibile realizzare impianti di rigassificazione con procedura semplificata, in 120 giorni, senza VIA, dove si vuole, con pareri obbligatori, ma non vincolanti. Tradotto, si fa come ci pare. Firmato il Governo Draghi. Approvato il Parlamento, quello che domani ci lascerà.

Da questa norma ho capito che il dramma che stiamo vivendo, non Piombino, ma l’Italia tutta, è il dramma di una deriva della democrazia, con il Governo che è diventato il vero potere legislativo mentre un Parlamento inerme, in questo caso connivente, assiste all’annientamento del dissenso.

E quindi in quattro gatti abbiamo cominciato a protestare contro la cosa più concreta, il rigassificatore a Piombino. L’8 giugno, da cui il nostro nome, la prima manifestazione organizzata dal nostro gruppo. Da allora non abbiamo più smesso, noi e i tre comitati cittadini preesistenti a Piombino.

E non molliamo perché questo impianto, pericoloso, inquinante e dannoso per la nostra economia, non aiuterebbe certo il Paese a superare l’inverno, sarebbe pronto almeno a maggio, né abbasserebbe il costo delle bollette, quello è salito e continuerà a salire grazie alla bolla speculativa nella quale siamo finiti.

Questo progetto Snam, lacunoso, parziale, fatto male, non garantisce niente e nessuno. Questa localizzazione, ammesso e non concesso che servano questi impianti, è una follia, in un piccolo porto, a 800 metri dalle case, con un unico accesso e un traffico continuo di navi passeggeri e merci. Ecco perché resistiamo a questa follia.

Altro che Nimby!

Noi resistiamo per tutta l’Italia, perché questo disegno non passi.
Noi siamo un esperimento, se passa da noi sarà possibile in Sardegna come in Piemonte.
Noi non molliamo.

Maria Cristina Biagini, Gazebo 8 giugno contro il rigassificatore