L’Assemblea No Keu e la resistenza contro la devastazione ambientale nell’empolese

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Era l’aprile 2021 quando una parte del territorio empolese, in particolare quella limitrofa al distretto del cuoio, fu coinvolta in una grande inchiesta. Si tratta dell’inchiesta Keu. La direzione distrettuale antimafia di Firenze prese di mira la nuova strada 429, che collega l’uscita della Fi-Pi-Li a Castelfiorentino, sostenendo che lungo un tratto di essa fossero presenti elevate percentuali di tale sostanza.

Il termine “Keu” fa riferimento a diversi materiali tossici, gravemente dannosi per l’ambiente, derivanti dai fanghi di scarto prodotti dalle concerie del Valdarno. Il quadro che emerge da tale dinamica descrive dunque una situazione allarmante, all’interno della quale sono coinvolti diversi settori della politica e dell’imprenditoria locale, oltre a un rilevante intervento della ‘ndrangheta. Secondo La Nazione in Toscana sono presenti ben 13 siti inquinati dal Keu. Tra questi, uno di quelli più preoccupanti è quello empolese, dove i fanghi tossici hanno raggiunto livelli di diffusione assai ampi. Proprio in questo sito si stima la presenza di circa 8 tonnellate di materiale inquinante uscito dalle ditte della zona.

Una simile quantità di Keu sul territorio è senza dubbio dannosa sia per l’ambiente che per le persone che vi risiedono. Al fine di contrastare la diffusione dei fanghi e, soprattutto, per chiedere giustizia e trasparenza da parte delle istituzioni, che avrebbero dovuto vigilare su quanto accaduto, è nato un comitato di cittadini: l’Assemblea permanente No Keu.

Trattasi di una realtà civica che da circa due anni lotta quotidianamente per la difesa del paesaggio, per la tutela ambientale e per ottenere le necessarie risposte che spesso le istituzioni locali evitano di fornire. L’assemblea No Keu, al netto del suo radicamento sul territorio e della sua capacità di coinvolgere quote rilevanti della popolazione, si è affermata come soggetto capace di dar voce a coloro che stanno attualmente pagando le conseguenze di tale crisi.

È quindi utile sottoporre alcune domande a Erika, una giovane attivista che ha preso parte alle azioni e ai presidi del comitato No Keu sin dalle sue prime manifestazioni. Quando è nata la lotta contro il Keu a Empoli?

“L’Assemblea nasce nel 2021, appena si è diffusa la notizia dell’inizio dell’inchiesta Keu. Abbiamo costituito un comitato spontaneo, dal basso, pubblicando un comunicato in cui, in qualità di residenti, dichiaravamo la nascita di un’assemblea permanente, a oltranza”.

Ed è forse questa una delle qualità che rendono il Movimento No Keu un caso esemplare delle lotte che attraversano il territorio toscano: la sua capacità di farsi da tramite delle rivendicazioni della popolazione e mantenere vivo un sentimento di riscatto di coloro che su quel territorio ci vivono e che quotidianamente lo vedono logorato a causa di scelte politiche che impattano negativamente sull’ambiente. Il comunicato di cui parla Erika ottenne molta visibilità e contribuì a mettere in evidenza la gravità di una situazione che ancora oggi è distante da una risoluzione. Cosa prevedevano in origine le vostre rivendicazioni?

Fin dai primi momenti dell’inchiesta individuammo 4 punti principali intorno ai quali costruire le nostre rivendicazioni: 1) la necessità di fare luce e chiarezza sulle responsabilità sistemiche che hanno portato alla situazione attuale; 2) ribadire l’antimafia come valore e come pratica; 3) l’urgenza di controlli puntuali e periodici da parte delle istituzioni; 4) il bisogno di pensare ad un modello nuovo, alternativo, rispettoso delle persone e del terriorio“.

L’Assemblea Permanente No Keu non agisce tramite la delega o la rappresentanza. Essa, cioè, non va inquadrata come un soggetto distaccato dalla cittadinanza. Ed è forse questo fattore che le ha permesso di diventare un punto di riferimento per chi vive sui territori coinvolti nell’inchiesta. A questo proposito, “al di là delle occasioni di mobilitazione quali presidi, assemblee e manifestazioni, l’anno scorso si è tenuto anche il primo festival autorganizzato, per creare socialità, aggregazione e condivisione “.

Secondo Arpat, ad oggi, la presenza di Keu all’interno dell’asfalto non è ancora arrivata alle falde acquifere. E, come evidenzia l’Ente in un comunicato ufficiale pubblicato il 5 agosto 2022, tale pericolo sarebbe da escludere. Tuttavia, è ironico come le istituzioni deputate alla messa in sicurezza del luogo abbiano cercato di provvedere alla sua salvaguardia limitandosi alla predisposizione di teli di plastica affinché il Keu non raggiungesse il terreno. Soluzione, quest’ultima, che fu concepita come un rimedio provvisorio ma che, purtroppo, si è limitato ad essere temporaneo.

Attualmente la situazione sul territorio empolese risulta essere immobile. Paralizzata dall’incapacità delle istituzioni di fornire risposte alla cittadinanza, la drammaticità della vicenda diviene ancora più evidente. Tuttavia, dopo 2 anni dall’inizio dell’inchiesta, va sottolineata la determinazione del Movimento No Keu nel riuscire a mantenere viva la sua lotta. Tale capacità non si spiega solo attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle cittadine. Vi è un ulteriore fattore che concorre ad alimentare questo processo e va rintracciato non sul piano civico, bensì su quello dei legami che il Movimento ha consolidato a livello territoriale e regionale con altre lotte ambientali.

Come sottolinea Erika: “La necessità di far convergere diverse battaglie accumunate dal medesimo ideale volto alla difesa del proprio territorio è ciò che unisce e alimenta rivendicazioni dal basso“.

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