B&B e basta

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Leggo: “Airbnb, a Firenze la maglia nera per l’impatto sulla sostenibilità”, e se ne accorgono solo adesso? Vivo tra un appartamento “di lusso” a sinistra e tre mini-appartamenti ad “affitto breve” nei tre piani sotto al mio. La mattina, durante i lavori di ristrutturazione di quello “di lusso”, è impossibile stare in casa per i rumori assordanti, ma resisto. In 35 anni di residenza in centro mi sono abituata a tutto: alle polveri sottili con cui ogni mattina ho da intraprendere guerre di sopravvivenza, ai rumori e agli schiamazzi notturni d’estate, ai fumi dei ristoranti che mi rendono partecipe del menù del giorno, ai problemi di parcheggio per lo “scarico e carico” che mi obbligano, causa la ristrettezza della strada, ad eseguire passaggi di borsoni con la spesa dall’auto al portone in un nanosecondo! “Che vuoi che sia un trapano a tamburo battente per tre ore…”, ho detto ad una vicina sopravvissuta anche lei a questo supplizio!

Sono arrivate anche a me allettanti proposte: hanno già chiesto il mio appartamento per farlo entrare nel giro degli affitti brevi.

L’edificio in cui vivo, la mia casa, ha una storia che nessuno si immagina, risale al medioevo, c’era una torre, c’è uno stemma sopra il portone che lo identifica e tanti particolari che richiamano la sua vetustà e che, per fortuna, non sono stati ancora definitivamente cancellati… “Dài, ti conviene!”, mi consigliano questi angeli malefici, ma in realtà un po’ mi dispiace. Ho un privilegio che pochi hanno: ogni mattina esco di casa e mi trovo nel centro storico più amato e ricercato del mondo, un luogo unico che io posso godere quando e quanto voglio… Da poco, a fianco del portone, vicino alla vecchia pulsantiera, hanno collocato un’altra tastiera “fosforescente”, quella con i codici numerici dedicato unicamente ai nuovi “possessori” che del loro soggiorno breve faranno memoria, forse, ai loro nipoti o a qualche post sui social.

A breve me ne andrò e il mio palazzo diventerà un condominio per affitti brevi, ci sarà l’ascensore tanto desiderato e le scale saranno sacrificate per guadagnare altro spazio. Nessuno darà un peso a quello stemma sopra il portone, un giorno forse cadrà e verrà accuratamente riposto, per precauzione, in qualche deposito.

Purtroppo mi rendo conto che il cambiamento ci sarà, per forza maggiore, e le nuove funzioni connesse alla città-albergo avanzeranno come un’onda implacabile. Oggi l’urbanistica, che dovrebbe avere il compito di disciplinare lo sviluppo e la gestione della “città pubblica”, più che a certezze ha dato vita a problematiche ed è con queste che si dovrà confrontare. Spero che lo faccia al più presto, per non avere in futuro “tsunami” devastanti.

Scilla Cuccaro